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“Ho il Green Pass ma al Cardarelli mi vietano di assistere mio zio”: la denuncia del cantante Jacolo

infermieri
Ricovero ospedale letto, fonte foto web

Napoli. Una ferita ancora aperta dalla recente scomparsa della mamma e ora un nuovo caso di “ricovero difficile” dell’anziano zio. Sembra non avere fine l’incubo di Raffaele Colaiacolo, in arte Raffaele Jacolo, cantante neomelodico: dopo aver perso la mamma all’ospedale Monaldi per un presunto caso di malasanità (le autorità stanno ancora indagando), sono sorti alcuni problemi anche per il ricovero di suo zio 81enne al Cardarelli.

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Lui stesso ci racconta cosa sta accadendo allo zio:

Mi sembra di rivivere lo stesso dramma capitato a mia mamma, con la differenza che fino ad ora ancora non è accaduto, fortunatamente, nulla di brutto. Mio zio, l’ultimo fratello di mia mamma,  per due brutte cadute è rimasto costretto a letto e dalla tac si evidenziato un piccolo ictus e un inizio di demenza. Essendo l’unico nipote l’ho ospitato a casa mia per accudirlo. Dopo 15 giorni purtroppo sono sorte delle complicanze alla vescica, si sono  bloccate le vie urinarie e si è creata una trombosi alla gamba. Per questi motivi, per forza di cose, l’ho accompagnato all’ospedale Cardarelli. Tuttavia, pur avendo il green pass e volendo fare con loro il tampone per maggior sicurezza, non vogliono farmi entrare per assistere mio zio. Mi è stato riferito che era necessaria anche una 104. Ma un uomo di 81 anni allettato non in grado di intendere e volere e con difficoltà di comunicazione e con un inizio di demenza, come fa a stare solo in un reparto? E’ una vergogna. L’avevo portato al Cardarelli non per ricoverarlo, ma solo per fargli mettere un catetere esterno.

Oggi, finalmente, sono riuscito a parlare con un medico del reparto di medicina e mi ha assicurato che lo potranno dimettere tra sabato e lunedì perchè si sta riprendendo e i parametri si stanno stabilizzando. La cura che gli hanno prescritto la può fare anche a casa. L’unica cosa è che una volta al mese devo portarlo in ambulatorio per fargli sistemare il catetere.

Ho chiesto il perchè non fosse stato possibile vederlo nonostante avessi il Green Pass e mi è stato detto che potevo entrare solo dopo tampone molecolare. Ma allora perchè non mi è stato detto prima? Come anticipato lo avevo proposto io stesso. 

Tante altre persone sono in queste condizioni, non riescono a visitare i loro cari nonostante il Green Pass. Ma allora a che serve? Tra l’altro, all’ingresso dell’ospedale si creano anche assembramenti perchè all’inizio fanno una sorta di appello, poi ti richiamano e posi i pacchi destinati ai pazienti e poi ancora chiamano nuovamente quando i medici salgono nei reparti. Tutto ciò si vede anche dal video che ho fatto“.

La redazione de La Provinciaonline è, ovviamente, disponibile a raccogliere la versione dei fatti anche da parte della direzione sanitaria dell’ospedale qualora lo ritenesse opportuno.

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