Home Politica Il mondo della politica e della cultura piange l’illustre socialista vesuviano.

Il mondo della politica e della cultura piange l’illustre socialista vesuviano.

SOMMA VESUVIANA . Numerosi i messaggi di cordoglio giunti alla famiglia per la morte di Gaetano Arfè, l’illustre storico e politico nato a Somma Vesuviana. “Un socialista del mio paese”, come il professore Ciro Raia, esponente della cultura sommese, titolava un volume a lui dedicato.

Dal presidente della repubblica Giorgio Napolitano insieme alle due principali cariche del senato e del parlamento ( i presidenti Franco Marino e Fausto Bertinotti) al segretario nazionale dello Sdi, Enrico Boselli e al governatore della regione Campania, Antonio Bassolino, si sono susseguite le esternazioni di dolore per la scomparsa di “una delle figure storiche più prestigiose del socialismo italiano”.

“Nel ricordo di tante discussioni e iniziative in cui siamo stati entrambi fraternamente impegnati – scrive il capo dello Stato- desidero in questo momento mettere l’accento sul più ampio riconoscimento che merita la sua figura di studioso, di parlamentare, di europeista, il suo modo limpido e schivo di fare la propria parte nella politica e nelle istituzioni.
Napoli, innanzitutto, e l’Italia gli debbono questo riconoscimento”.

“La sua vita -ha ribadito inoltre Bassolino- è stata un esempio di impegno, rigore, passione ed onestà intellettuale. Da politico, da storico, da giornalista, ha offerto un contributo originale al dibattito sul Mezzogiorno e sulle riforme. Profondamente laico, ha sempre creduto nel dialogo col mondo cattolico”.

“Le sue analisi sul mondo operaio e sull’evoluzione della società italiana, ha proseguito il governatore, sono ancora oggi un contributo importante per comprendere i fenomeni politici e culturali del nostro tempo. La sinistra italiana oggi perde un importante punto di riferimento”.

Il segretario nazionale dello Sdi, Enrico Boselli, è intanto giunto a Napoli questa mattina per partecipare ai funerali dell’illustre compagno di partito, durante una cerimonia laica che si è svolta alla presenza del sindaco di Napoli Rosetta Iervolino.

“Il suo insegnamento -ha detto l’esponente politico- costituisce un punto di riferimento prezioso per tutti i socialisti che ne ricordano l’azione per l’affermazione dei valori di giustizia sociale e di democrazia”.

“Sarà ricordato -ha proseguito Boselli- come un dirigente socialista e un intellettuale che con le sue idee e le sue critiche ha contribuito a dare una fisionomia innovativa e riformista al socialismo italiano. A nome dello Sdi esprimo alla famiglia i più vivi sentimenti di partecipazione”.

Segue il testo integrale del messaggio inviato dal capo dello Stato ai familiari dello storico socialista.

“La scomparsa di Gaetano Arfè mi colpisce nel profondo delle esperienze e dei sentimenti di una vita. Abbiamo attraversato insieme per decenni – a partire dalla seconda metà degli anni ’40 dello scorso secolo – vicende politiche e culturali che, al di là di ogni distinzione e diversità di posizioni, ci trovarono sempre partecipi di comuni ideali e di comuni valori morali e sociali. Gaetano è stato un grande storico del socialismo italiano, un attore importante della vita democratica nazionale ed europea, un uomo delle istituzioni, un assertore tenace – all’interno del Partito socialista italiano – della battaglia autonomistica, accanto a Pietro Nenni e a Francesco De Martino, e insieme un tessitore convinto del confronto e del dialogo per una rinnovata unità delle forze di sinistra. E anche nel mutare del contesto politico, è rimasto fino alla fine un acuto e appassionato difensore del patrimonio ideale del socialismo democratico.
Nel ricordo di tante discussioni e iniziative in cui siamo stati entrambi fraternamente impegnati, desidero in questo momento mettere l’accento sul più ampio riconoscimento che merita la sua figura di studioso, di parlamentare, di europeista, il suo modo limpido e schivo di fare la propria parte nella politica e nelle istituzioni.
Napoli, innanzitutto, e l’Italia gli debbono questo riconoscimento”.

Anna Maria Romano

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