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Sono innocente ma.. Presentazione dell’ultimo album di Vasco Rossi

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Sono innocente ma… Presentazione dell’ultimo album di Vasco Rossi in uscita il 4 novembre.

Sono innocente ma … qui qualcuno è sempre pronto a giudicare qualche incidente di gioventù che ancora mi fa male…sparatemi ancora così vedremo chi cade, chi perde, chi ruba e chi sorride… se cadi come un pollo o resti in piedi come Rocky”… è sulle note di questa canzone che Vasco, il Blasco, il rocker, il provoc-autore, il Kom o semplicemente il “Rossi” come lo chiamano i suoi amici si presenta sul palco del Medimex di Bari – il salone dell’innovazione musicale giunto quest’anno alla quarta edizione –  per la presentazione del suo ultimo lavoro in studio: “Sono innocente” ( “a tre anni di distanza da “Vivere o niente”e ho fatto anche la rima” commentandosi autoironicamente!).

Cappellino d’ordinanza, blocco note giallo (“che mi accompagna sempre e sul quale scrivo le mie canzoni”) si siede al tavolo e comincia a raccontare dell’album e di sé, pur confessando di non trovarsi troppo bene su un palco a parlare, preferisce cantare, al massimo ballare! Un ironico “metal” rock tagliente, a sottolineare, se ancora ce ne fosse bisogno, che “innocente” o “colpevole” a lui poco importa…basta che ci sia l’onestà in tutto ciò che si fa. Vasco, tra l’altro, onesto, schietto, sincero lo è sempre stato; senza formalismi, né orpelli vari, nei testi delle sue canzoni, così come nelle scelte di vita: “non faccio quello che vendo…ma vendo tutto quello che faccio”. Un’espressione che ai più potrebbe suonare di presunzione, ma che, in fondo, corrisponde alla realtà…da 36 anni a questa parte! Eh già… “Sono innocente” rappresenta, infatti, il 17mo album in studio del nostro; potrebbe definirsi la 17ma puntata della sua vita e della sua carriera artistica, iniziata con l’ironia di “Ma cosa vuoi che sia una canzone” nel lontano 1978. Da allora Vasco ne ha fatta di strada, è cresciuto nelle consapevolezze e nei rancori, anzi, come lo stesso rileva in conferenza stampa, “questo è un album di nuove consapevolezze e di vecchi rancori”. Non rinnega il suo passato, né ne va fiero; gli è servito, però, a diventare ciò che è oggi: “negli anni Ottanta usavamo le sostanze, ma non ci facevamo usare dalle sostanze; ci servivano per scrivere canzoni, frequentare le altezze e le profondità dell’animo”, degno seguace dei “poeti maledetti” dell’Ottocento. Riconosce, sente vive su di sé le cicatrici, ma, a distanza di tempo, non fanno male; analogamente poi, incalzato dalle domande di una giornalista in merito ad una canzone del nuovo album sul genere di Montale, si confessa e dice: “beh, il male di vivere l’ho incontrato spesso…ancora oggi” e un velo di commozione pervade il suo viso e quello dei tanti in sala che, chi più chi meno, nutrono un sincero affetto per l’artista e per l’uomo.

Vasco, poi, riprende ad illustrare le nuove canzoni: “Come Vorrei” – primo singolo estratto e “on air” dal 24 ottobre – la definisce come seguito ideale di “Vivere non è facile” del precedente album; “Sono innocente ma…”, “con un ma che apre ad una marea di possibilità e di inter-pretazioni e sviluppi”; “Guai”, “non devi dirlo mai se poi mi amerai tutta la vita… è un po’ come dire: vivi come se dovesi morire domani, ma ama come se dovessi amare per sempre”; “Il blues della chitarra sola”, “…non siamo più noi a rimanere da soli, ma è la chitarra che è rimasta sola e comincia a raccontare di te in maniera spietata e spudorata quello che sei”; “Aspettami”, “aspetta che io maturi, o donna, che sempre mi vedi inadatto e immaturo”; “Rockstar”, “canzone strumentale, con un testo (forse solo parlato, ndr) in inglese; “Marta piange ancora”, scritta all’età di 15 anni, circolante su internet da anni come bootleg, ultimata e riarrangiata nel testo e nella melodia; “l’Ape Regina”, definita da qualcuno la versione “post-olgettine” di “Bocca di Rosa” di De Andrè.

Un album, come lo stesso Vasco sussurra, “ricco di contrasti e di chiaroscuri , non a caso il video di Come vorrei è stato girato in bianco e nero”; in cui si alternano pezzi estremamente rock e duri con ballad struggenti, “laddove non esiste il grigio”.

 Il Vasco-pensiero prosegue, poi, in ordine sparso, ma sempre pungente: “il Rock è provocazione e autoironia, è uno sberleffo, per me è come il sesso:  la cosa più divertente che faccio, ma senza ridere”; “quando si decide di cambiare il mondo, devi rischiare, cambiare le cose che ti piacciono e anche quelle che non ti piacciono, non hai scelta”.

L’album è stato registrato tra Bologna e Los Angeles, co-prodotto da Vasco Rossi e da Guido Elmi, suo fido producer, oltre che amico, dall’inizio della sua carriera. Contiene dieci inediti, più tre anticipazioni, ovvero le canzoni già uscite nel recente passato: “L’uomo più semplice” (reloaded), “Cambia-menti”, “Dannate Nuvole”, e due bonus track inedite; come lui stesso dice: “rappresenta il Vasco di ieri, di oggi e di domani…”. I testi e le musiche sono stati firmati dallo stesso Vasco, con la collaborazione, tra gli altri, dei “soliti” Tullio Ferro, Saverio Principini, Roberto Casini, Gaetano Curreri (leader degli Stadio), Celso Valli.

L’album uscirà il 4 novembre – ci saranno anche due versioni in vinile (disco bianco e disco nero) – e avrà tre copertine, “che rappresentano tre stati d’animo che possono convivere, ruoli che si intersecano tra chi interroga e chi è interrogato, chi accusa e chi è accusato, chi è il colpevole…chi la vittima… chi il carnefice… chi può dirlo con certezza!?!?”.

E non importa se alla fine saremo tutti un po’ innocenti…colpevoli…accusati o accusatori…ci basta sapere che, chiosa Vasco: “l’artista è sempre innocente quando compone, perché se anche non è innocente l’uomo è sempre innocente la sua opera”, poi, in ultimo, ognuno farà i conti con la propria coscienza…e con il proprio Dio!!!

a cura di Salvatore Tufano

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