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Mistubishi – Princes, l’intervento in aula della deputata Villani

L’intervento in aula della deputata Virginia Villani(M5s) sul caso dell’azienda “Mistubishi – Princes” .

“Signor Presidente, gentili onorevoli Colleghi,
Ad Angri, in provincia di Salerno, da diversi anni vi è l’azienda Mistubishi – Princes, una multinazionale inglese, che opera nel campo della trasformazione dei prodotti alimentari.
Princes è un’azienda con un fatturato di 1.8 sterline e che vanta una presunta leadership etica rispetto alle aziende italiane concorrenti, in quanto a tutela dei diritti dei lavoratori. L’azienda sostiene di puntare ad alti profili standard internazionali delle condizioni e del benessere lavorativo, tuttavia qualche settimana fa, ha informato i 55 dipendenti specializzati di Angri del trasferimento forzato alla sede operativa di Foggia: una decisione nata tuttavia senza tenere conto della disgregazione delle famiglie e dei basilari principi di etica, di tutela del territorio che regolano i rapporti umani e sociali.
Troppe persone sarebbero infatti impossibilitate al trasferimento con una tragica conseguenza su un territorio già devastato da assenza di lavoro e garanzie a tutela dei cittadini. In queste ore i lavoratori della Princes sono in stato di agitazione. La dichiarata esigenza di trasferire dipendenti che da sempre gestiscono a distanza diversi stabilimenti produttivi, insieme con la mancanza di approfondite motivazioni ha di fatto il volto più che di un trasferimento, ma di un “licenziamento mascherato”.
Non ha senso obbligare dei dipendenti specializzati a spostarsi a 156 chilometri di distanza, in una città agli ultimissimi posti per qualità della vita in Italia per l’alto grado di criminalità. Chi non accetterà, sarà fuori dai giochi. Non possiamo accettare da chi professa valori di solidarietà, rispetto, lungimiranza e responsabilità, poi pensi da un giorno all’altro ad una delocalizzazione della Princes dall’Agro Sarnese Nocerino. Non accettiamo che i dipendenti vengano costretti a scegliere tra la famiglia e la posto di lavoro. E questo non è etico, è inaccettabile: si sta ragionando solo sui numeri, dimenticando di avere a che fare con delle persone che hanno una vita, dei figli, delle radici. Inoltre una “deportazione” simile rischierebbe di impoverire ulteriormente il tessuto occupazionale e produttivo dell’Agro Sarnese-nocerino e noi non possiamo permetterlo. ”

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