Somma Vesuviana. Nel giorno del drammatico incidente di Sabato Santo la legge sull’omicidio stradale entrava in vigore e oggi a Somma Vesuviana per la morte di Antonio Tufano viene registrato il primo arresto, in flagranza di reato, in Italia in virtù della nuovissima normativa.
Ad effettuarlo i carabinieri della Stazione di Somma Vesuviana, agli ordini del maresciallo Raimondo Semprevivo. Le indagini, svolte anche alla luce dell’entrata in vigore della nuova legge, si sono concluse con l’arresto di Alessandro Pepe, 37 anni, residente a Somma Vesuviana, da parte dei militari di Somma per il reato di omicidio stradale e lesioni personali stradali. “Ora è sottoposto agli arresti domiciliari nel luogo di cura dove è ricoverato”, spiega in una nota il procuratore capo di Nola, Paolo Mancuso, “a seguito di disposizione del P.M. di questa Procura, che ha richiesto anche la convalida dell’arresto al g.i.p. presso il Tribunale di Nola”. Gli inquirenti hanno accertato che l’Opel Corsa condotta da Pepe, già noto ai carabinieri, si è scontrata, in un impatto frontale, con una Toyota Yaris su cui viaggiava Tufano, 28 anni, deceduto poco dopo a causa dell’impatto violentissimo. Nel sinistro sono rimasti seriamente feriti anche i nipoti di Pepe, uno dei piccoli è ancora ricoverato in prognosi riservata. Anche Pepe, che nell’impatto, ha riportato diverse fratture è ricoverato in ospedale lì è stato piantonato per due giorni dai militari di Semprevivo ed oggi è scattato l’arresto. Era apparso da subito chiaro che nel drammatico incidente ci fossero delle responsabilità da parte dell’autista dell’Opel ed, infatti, gli inquirenti hanno accertato che Pepe, come continua la nota della Procura, “era alla guida dell’auto sebbene gli fosse stata revocata la patente dal 2011; inoltre al momento dell’impatto il veicolo che conduceva era sprovvisto di revisione e procedeva a velocità doppia rispetto a quella consentita (marciava a 100 km/h circa, quando il massimo era di 40 km/h), ed aveva oltrepassato completamente la propria mezzeria, invadendo quella opposta, dove regolarmente procedeva la vittima”.
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