Home Attualità Pomigliano. Zì Luigi compie 100 anni, l’omaggio di una poliziotta

Pomigliano. Zì Luigi compie 100 anni, l’omaggio di una poliziotta

POMIGLIANO D’ARCO. Riceviamo e pubblichiamo la dedica di una pomiglianese S.R. per un nonnino che ieri ha compiuto 100 anni: Luigi D’Aiello.

” Zi’ Luigi è nato il 14 aprile del 1920, in  una Pomigliano appena posteriore alla prima guerra mondiale. Ha origine sociale umile, proviene da una famiglia  contadina che viveva di stenti. La ricchezza all’epoca consisteva nel poter mettere a tavola un piatto per ogni bocca da sfamare, per lo più era acqua di fagioli su tozzoli di pane raffermo.
Lui, “o cchiu” piccrill”, cioè  l’ultimo di una moltitudine di figli,  si è ritrovato a crescere sulla scia dei fratelli più grandi, con il principio del rispetto per tutto ciò che rappresenta ” il maggiore” . Zi” Luigi   si è ritrovato a vivere nel contesto di “tre” grandi guerre: nasce infatti  dalle macerie della prima guerra mondiale, poi durante la seconda guerra mondiale è impegnato al fronte da soldato di prima linea e ora, si ritrova a vivere una sorta di terza guerra mondiale, quella del Covid19.
Questa guerra è tra le più insidiose poiché è subdola. Il nemico è invisibile e traditore, è sconosciuto e infimo. Lo si può combattere solo assumendo la massima diffidenza. Non ci si può fidare né di un bacio, né di una stretta di mano, né di contatti umani.
Questo, zi” Luigi lo sa bene! Quest’anno è stata la prima Pasqua a cui sono mancata per fargli auguri. L’ho fatto per non essere io la traditrice, per non insidiare, con la mia buona fede, alla sua vita. Io di mestiere faccio la poliziotta e di contatti con la gente ne ho! Si ne ho. In questo periodo stiamo facendo controlli mirati, finalizzati a contenere i contagi. Fermiamo persone che se ne vanno in giro a piedi o con le auto. Procediamo nei loro confronti, se riscontriamo che stanno in giro senza un valida motivazione.
In giro si può stare solo per uno scopo ben preciso: per andare dal medico, in farmacia, per fare la spesa, per andare a lavoro, per volontariato. Non si può stare a parlare con altre persone o seduti in panchina, come se nulla stesse accadendo.
In giro trovi di tutto. Trovi il facilone che dice che il covid è una semplice influenza, il vecchietto che non si rende conto del pericolo che corre, del tizio in cerca di “fumo”, dell”ubriacone che vuole attaccare briga ad ogni costo. In giro così ci trovi anche il Coronavirus. Ebbene per questo motivo ho evitato di andare a fare gli auguri a Zi’ Luigi e ho cercato di evitare ogni altro contatto umano all’interno della cerchia dei miei familiari e amici. Quando rientro a casa, consapevole di poter veicolare il virus, assumo atteggiamenti estremizzanti e paranoici: mi spoglio di tutto, lascio le scarpe all”uscio,mi lavo e pulisco di continuo. A furia di lavarmi le mani, me le ritrovo tutte crespose.
A lavoro, porto con me uno spay all’Amuchina e ad ogni verbale disinfetto mani, penna e collega, nel senso che la spruzzata di amuchina è diretta anche sulle mani del collega di pattuglia . Quest’anno, per la situazione, ho evitato anche di andare da mia madre.
Mamma ha 85 anni, è rimasta sola queste festività. È rimasta sola da me perché ho evitato di starle vicino .Ci siamo sentite per telefono e, dalle sue parole, ho capito che è attenta nell’ evitare i contatti perché sa che le potrebbero costare la vita. Quando vado da lei, è solo per necessita, per portarle la spesa e medicinali. La contatto prima telefonicamente, informandola del tempo che impiegherò nel raggiungerla. Lei si fa trovare alla finestra, la saluto e le faccio cenno delle cose che appoggio sul tavolino, che sta sul pianerottolo, dove c’è sempre qualcosa che mi viene lasciato da prendere. Solitamente è un dolce. Quest’anno Zi’ Luigi ha compiuto 100 anni. Si è preparato tutta una vita per festeggiare questa giornata. Il suo desiderio era quello di festeggiare nel suo cortile con un grande buffet di prima classe, organizzato  dal pasticciere Carlo Antignani. Qui a Pomigliano va per la maggiore, è un pasticcere con una lunga tradizione alle spalle. È un grande organizzatore di eventi, è una garanzia nella riuscita dei ricevimenti organizzati a domicilio . Zi’ Luigi per il suo compleanno non voleva badare a spese. Il suo doveva essere un compleanno festeggiato. Si doveva essere festeggiato. Al contrario, la sorella, di zi Luigi, zi” Ntunetta, non voleva festeggiare. Lei lo diceva proprio:”No a chi vulit fa vesteggia io voglio muri prmm!”. Zi” Ntunetta è morta sette anni fa e due mesi prima di compiere i suoi 100 anni. Lo aveva deciso lei di non compiere gli anni, non ha più voluto mangiare” Zi” Luigi invece, è vissuto con l’animo di volere, per i suoi 100 anni, essere circondato da tutti quelli che vuole bene. Lui ne vuole a tantissime persone, le quali vogliono bene a lui. D’altronde chi non gli vuole bene? Solo quelli che non lo conoscono!. Ero piccola e mi affascinava quest’uomo. Lo ricordo a cavallo della sua bici. Somigliava moltissimo ad un attore che vedevo spesso negli sceggiati dell’epoca. Ora so che quell’attore si chiamava Gino Cervi. La bici di zi” Luigi era stile olandese da uomo, di colore nero. Sul manubrio aveva un sediolino per bambini. Ci portava a spasso il nipotino fino a che lo ha contenuto. Poi, cresciuto il nipote, il cestino non fu mai smontato, ed è servito, negli anni successivi, per contenere le verdure che coltivava nel suo orticello.
Zi” Luigi tornava da lavoro alle cinque, era operaio all’Alitalia. Dopo il lavoro andava a governare il suo orticello sul tracciolino . All’epoca, vestiva con la divisa dell’azienda. Era una tuta blu scuro con lo stemma dell’azienda sul taschino. La sua bici l’ha utilizzata fino ad una decina di anni fa, fino a che un misero ladruncolo non gliel’ha portata via.
Da sempre Zi’ Luigi ha nutrito grande affezione verso la mia famiglia. Non c’è un tempo per poter definire quando l’amicizia tra lui e la mia famiglia è iniziata, perché nasce da sempre. Nasce con mio nonno. Difatti me ne parla spesso e i racconti vertono sempre sulla pazienza di mia nonna e il caratteraccio del nonno, nato nel 1866 e, dai racconti di zi Luigi, riconduco che i fatti che mi narra dei suoi e miei avi, a memoria spicciola, risalgono al 1700 o oltre. Sono ceppi, queste famiglie, radicate qui a Pomigliano da 6/7 generazioni. Un tempo  questi cortili erano dei campi con qualche casa sul ciglio della viuzzola. Gli appezzamenti di terreno, erano dei  rettangoli col fronte  a un “lemmtore ” . Il lemmtore è un solco ampio che separa un terreno dall’altro, col tempo è divenuta una  stradina, ora è l’attuale vicolo.  Lungo la stradina, nel corso del tempo, sono state edificate lungo il perimetro dei rettangoli di terra, le case, ovvero i bassi. In questi bassi vivevano copiose famiglie. Vicino le case, vi erano le stalle. Nel cortile poi c’era il porcile, il pollaio, il forno, il lavatoio, il pozzo, la latrina. Insomma ogni cortile era una fattoria con un piccolo agglomerato urbano. Il cortile dove vive Zi Luigi, conserva ancora tracce di un antico agglomerato rurale risalente a due secoli fa. C’è un forno diroccato, un fazzoletto di terra recintato, e file di case lungo il perimetro di quello che fu l’apprezzamento di terreno che era stato del nonno di Zi Luigi. Oggi ad omaggiare la persona più longeva di questo vicolo, è stato il omandante della Polizia Urbana. Gli abitanti del cortile si sono affacciati e si sono rallegrati battendo le mani. Zi’ Luigi, come un bimbo visibilmente emozionato, ha detto che si dispiaceva di non poter festeggiare ma che festeggerà l’anno prossimo con una bella festa dove siamo tutti invitati. Poi poiché era quasi mezzogiorno, nel frattempo che la figlia preparava il pranzo, ha iniziato a preparare la tavola. Ha accennato un saluto a tutti col suo motto: “Ringraziamo a Dio, ci siamo fatti gli anni, ora ci restano i giorni e quello che resta è tutto in più” . Ogni tempo genera la propria saggezza  e zi” Luigi è, e resta, un bellissimo esempio di saggezza ancora vivida di questo nostro bel paese.”

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