Home Cultura e Spettacoli “Ragazze sole” di Acunzo, prima trasposizione dell’opera di Enzo Moscato

“Ragazze sole” di Acunzo, prima trasposizione dell’opera di Enzo Moscato

Il regista Gaetano Acunzo ha realizzato la prima trasposizione cinematografica del lavoro teatrale, datato 1985, del drammaturgo napoletano.
Il lavoro è “Menzione Speciale” al Delhi Shorts International Film Festival 2022, finalista ad Accordi @ DISACCORDI – International Short Film Festival
NAPOLI, 6 novembre 2022. L’amore, anche quello impossibile, come unico appiglio per scappare da una vita di emarginazione e solitudine. L’incrocio tra mondi ghettizzati, quello dei travestiti e dei carcerati, sognato dalle protagoniste come la via possibile e forse esclusiva per un futuro diverso dal presente vissuto ai margini della società. È lo spaccato raccontato dal cortometraggio “Ragazze Sole”, del regista Gaetano Acunzo, che ha proposto per la prima volta in assoluto in video una parte significativa dell’opera “Ragazze sole con qualche esperienza” del drammaturgo napoletano Enzo Moscato. Il filmato ha ricevuto la “Menzione Speciale” al Delhi Shorts International Film Festival 2022 ed è finalista ad Accordi @ DISACCORDI – International Short Film Festival.
Dodici minuti intensi di pathos, vissuti tra il chiaroscuro della stanza dove va in scena l’ultimo atto della vita di Grand Hotel e Bolero Film – i personaggi principali del lavoro teatrale di Moscato, interpretati nel video rispettivamente da Davide Cristiano e Angelo Pepe – prima che un evento drammatico segnerà per sempre la loro storia. Non si tratta della resa dei conti dei loro spasimanti, inizialmente arrabbiati per il segreto taciuto, ma di qualcosa che mai avrebbero potuto evitare: il disastroso terremoto del 1980 che fece migliaia di morti e feriti e centinaia di migliaia di sfollati. A coinvolgere ancora di più lo spettatore sono i dialoghi, prevalentemente in napoletano, arricchito con parole ormai in disuso.
Il dramma nel dramma: uno spaccato di vita che, nella Napoli di 40 anni fa più di quella di oggi, era relegato ai bassifondi, o che al calar del sole si palesava nelle strade e nelle piazze sempre meno frequentate. Un’esistenza derisa anche dalle stesse protagoniste, Grand Hotel e Bolero Film, dalla quale volevano scappare.
Una curiosità che balza all’attenzione di un occhio particolarmente attento è il tempo che passa dalla rottura del bicchiere alla fine del cortometraggio: 90 secondi. È esattamente la durata della violenta scossa di terremoto che ebbe il suo epicentro in alcuni comuni dell’Irpinia ma i cui effetti si sentirono anche a Napoli.
L’opera di Acunzo è stata selezionata a “8 & Halfilm Awards”, “Vesuvius International Film Fest”, “CortoDino 2022” ed è in concorso in altri festival dedicati ai cortometraggi.

Sinossi
Siamo a Napoli, la sera del 23 novembre 1980. I due travestiti Bolero Film e Grand Hotel sono in attesa dei propri fidanzati conosciuti per corrispondenza. Non si sono mai visti prima, neppure in foto, nonostante le svariate lettere che si sono scambiate. Inizialmente le due hanno nascosta la loro natura, spacciandosi per “donne originali”, rivelandola solo dopo altre missive e facendo infuriare i due spasimanti.
Nelle ore immediatamente precedenti l’incontro Grand Hotel decide di utilizzare le proprie arti divinatorie per scoprire le fattezze dei due galeotti, ma nel bicchiere usato per la magia vede comparire l’immagine di due bare.
Il presagio assume toni ancora più drammatici quando lo stesso calice si rompe.

 

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