mercoledì 30 Aprile 2025
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Riapertura del Pronto Soccorso di Boscotrecase: il PD al fianco dei cittadini, i movimenti esigono azioni concrete

Nella sede del PD di Torre Annunziata, confronto acceso sulla sanità locale. “Non ci nascondiamo, ci mettiamo la faccia” ribadiscono i consiglieri regionali Dem

Il 9 aprile si è svolto un dibattito intenso e partecipato sullo stato di salute della sanità pubblica nel comprensorio vesuviano, organizzato presso il circolo del PD di Torre Annunziata, insieme ai segretari dei circoli di Trecase, Terzigno, Poggiomarino, Boscotrecase e Boscoreale, con la partecipazione di esponenti politici regionali. Tra gli intervenuti anche Giampiero Nitrato Izzo e Raffaele Scigliano, entrambi medici ospedalieri e rispettivamente presidente e componente del direttivo del circolo cittadino oplontino.

Alcuni movimenti di lotta si sono dati appuntamento fuori la sede del PD contestando con slogan duri e decisi il PD e il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, considerato il responsabile della chiusura del Pronto Soccorso, dopo che l’ospedale di Boscotrecase fu destinato, durante l’emergenza pandemica, a Covid center.

Ciro Passeggia, segretario del PD di Torre Annunziata, ha aperto l’incontro con un discorso netto: «Da anni sosteniamo il movimento che chiede la riapertura del Pronto Soccorso dell’Ospedale Boscotrecase e una sanità pubblica accessibile. Questa è una battaglia giusta, che sentiamo nostra». Ammettendo le difficoltà interne al partito, ha aggiunto: «Viviamo un disagio profondo: siamo lo stesso partito che governa la Regione, ma tra la difesa del partito e i bisogni della gente, sceglieremo sempre di stare a fianco della popolazione». Un impegno ribadito anche dai segretari, Simone Sirto del circolo PD di  Trecase, Davide Romano di Terzigno e Eugenia D’Amborsio di Poggiomarino, presenti all’iniziativa e schierati al fianco dei movimenti.

Il capogruppo del PD in consiglio regionale, Mario Casillo, residente nell’area servita dall’ospedale chiuso, ha raccontato come abbia avallato una scelta sofferta: «Alla fine abbiamo sacrificato gli egoismi personali per offrire alla collettività una struttura di ricovero destinata alla cura del Covid». Ha messo in evidenza i progressi nel completamento della struttura del pronto soccorso: «Non sono disposto a fare false promesse in vista della campagna elettorale regionale e non ho paura di metterci la faccia: quando il Pronto Soccorso riaprirà esso dovrà garantire la massima efficienza». Massimiliano Manfredi, consigliere regionale del PD, ha puntato il dito sulla carenza di medici di emergenza: «Nonostante il risanamento della sanità Campana che ci dà la possibilità di assumere più personale, se si dovesse attuare l’autonomia differenziata, rischiamo che i medici si trasferiscano verso regioni che potrebbero assicurare stipendi più alti». «La Regione sta stanziando cifre importanti per l’edilizia ospedaliera campana, con enormi investimenti per i reparti dell’ospedale di Boscotrecase, ma gli incentivi e le indennità supplementari per il personale del pronto soccorso sono decisi dal governo nazionale», ricorda l’esponente Dem.

Le Mamme Vulcaniche e il Nucleo Operativo, intervenuti al dibattito, hanno contestato i tempi di ripristino del Pronto Soccorso che si stanno procrastinando da anni e lo smistamento del personale a Torre del Greco: «L’Ospedale Maresca, inadeguato, è stato preservato solo per calcoli politici». I rappresentanti del Movimento Ce Avite Accise a Salute hanno invece sollevato una questione etica: «I medici formati nelle università pubbliche dovrebbero lavorare almeno 10 anni presso il Servizio Sanitario Nazionale, prima di poter scegliere gli stipendi più generosi delle strutture private».

Pietro Carotenuto, sindaco di Boscotrecase, ha raccontato l’impatto sulla comunità: «Oltre  che amministratori siamo i responsabili della salute dei nostri concittadini e siamo preoccupati per l’assenza di un servizio essenziale quale è il pronto soccorso; anche io mi sono dovuto rivolgere a strutture ospedaliere lontane». Corrado Cuccurullo, primo cittadino di Torre Annunziata, ha lanciato una proposta: «Affidiamo il Pronto Soccorso a una cooperativa privata». Idea bocciata dal movimento “Ce Avite Accise a Salute”, convinto che la sanità debba restare pubblica che chiede invece di sbloccare i fondi (1,14 milioni di euro) per la Casa di Comunità nell’ex ospedale civile che rischiano di andare perduti.

I cittadini torresi protagonisti delle proteste per la chiusura dell’ex ospedale civile di piazza Santa Teresa tornano a far sentire la propria voce. Quella struttura, simbolo di una sanità radicata nel territorio, vantava primari come Ciro Telese e Luigi Bonifacio, che unirono l’impegno medico a quello civico diventando sindaci della città. Un presidio sottratto alla comunità con la promessa di un ospedale nuovo, mai realizzato.

Mentre mancano ancora risposte sul consiglio comunale monotematico sulla salute – annunciato in campagna elettorale dal sindaco Cuccurullo e finora nel dimenticatoio – i cittadini scesi in piazza in migliaia nelle passate manifestazioni popolari, eredi di una tradizione di impegno sociale, rilanciano: «Non chiediamo favori, ma la restituzione del maltolto». Un ponte tra memoria e attualità, dove le istituzioni sono chiamate a passare dalle parole ai fatti, superando le “risposte plausibili” che non risolvono l’emergenza sanitaria nel territorio servito dall’ASL Napoli 3 Sud.

 

[Nota: La Casa di Comunità è un presidio sanitario territoriale previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per potenziare le cure primarie. Offre servizi integrati come visite specialistiche, assistenza infermieristica, prevenzione, riabilitazione e supporto alle cronicità, riducendo l’accesso improprio ai Pronto Soccorso per casi non urgenti (ad esempio, controlli routinari, certificati medici, piccole medicazioni).
Strutturata come hub di prossimità, collabora con medici di base, pediatri e servizi sociali, diventando un punto di riferimento per la gestione coordinata della salute. La sua realizzazione a Torre Annunziata, bloccata nonostante i fondi disponibili, è considerata fondamentale per decongestionare gli ospedali, evitando tensioni tra utenti e personale medico, e garantire risposte tempestive ai cittadini.]

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