Home Attualità “Riforma del processo civile vantaggiosa ma attenzione alle zone d’ombra”

“Riforma del processo civile vantaggiosa ma attenzione alle zone d’ombra”

Uno degli obiettivi che l’attuale Governo si è posto è la riforma del processo civile. Diverse le novità per rendere il processo più snello ed economico, come in ogni cosa i giudizi degli operatori di diritto sono diversi.

Antonio Rea, noto avvocato di Pomigliano D’Arco, esperto della materia civilistica e responsabile Federconsumatori della sua città fornisce spunti di riflessione interessanti.

La nuova procedura è vantaggiosa o no?

Alla luce delle differenze tra lo stato di fatto e ciò che potrebbe essere, la nuova procedura così come prevista comporterebbe certamente un vantaggio in termini di tempistiche e sgravio di carichi dei ruoli degli uffici giudiziari, proprio perché non vi sarebbe la necessità di attendere il vaglio del Giudice. A ciò si aggiunge anche il risparmio economico per il creditore che non dovrà affrontare le spese per contributi unificati e bolli per le anticipazioni forfettarie. Si tratta, questo, di un disegno che trae ispirazione dal sistema ADR (Alternative Dispute Resolution) e da altri strumenti propri del common law ove determinate attività sono direttamente rimesse al soggetto interessato.

Un aspetto da migliorare?

Al netto di un ipotetico risparmio per il creditore in termini di spese di avvio procedurali si rischierebbe di aggravare la posizione debitoria. Infatti l’ingiunto si troverebbe a sobbarcarsi l’intero costo del contributo unificato a fronte di una opposizione di un decreto ingiuntivo che, in questo caso, non avrebbe avuto il preventivo controllo da parte dell’organo giudicante.

Cosa cambia per gli avvocati?

Per gli avvocati, in questa fase, aumentano le responsabilità nel caso omettano con dolo o colpa grave la puntuale verifica della sussistenza dei requisiti di procedibilità, ne rispondono disciplinarmente dinnanzi al competente ordine professionale e devono rimborsare le spese giudiziarie sostenute e i danni subiti dal soggetto erroneamente ingiunto. Così come anche nella previsione di ricerca telematica dei beni da pignorare è previsto l’istituto sanzionatorio a carico del legale, il quale sarebbe deontologicamente, civilmente e penalmente responsabile della custodia e conservazione delle informazioni apprese in applicazione dei principi in materia di tutela dei dati personali, recepiti con la recente attuazione della direttiva europea sulla privacy.

Sul piano processuale?

Si, altra questione su cui il legislatore dovrà porre la propria attenzione riguarda i risvolti processuali. Infatti attualmente il procedimento di opposizione risulta di competenza del giudice che ha emesso il decreto ingiuntivo. Ma con la nuova riforma a chi competerà? Chi sarà il giudice territorialmente competente in assenza di una preventiva fase monitoria? Senza tale chiarezza di previsione sul punto si rischia di esporre l’eventuale opponente alla possibilità di una declaratoria di incompetenza del giudice eventualmente adito.

Un giudizio conclusivo…

In conclusione sembrerebbe opportuno che una così sostanziale riforma che andrebbe ad incidere in maniera organica e sistematica sulla tematica del recupero del credito, andrebbe fatta solamente a seguito di una forte luce previsionale in grado di chiarire in toto le fin troppe zone d’ombra.

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