Home Politica “Riscatto civile e politico”. Intervista ad Antonio Bassolino

“Riscatto civile e politico”. Intervista ad Antonio Bassolino

Intervista al candidato sindaco di Napoli Antonio Bassolino. Abbiamo rivolto alcune domande cruciali all’ex governatore della Regione Campania, ha risposto con cortesia e offrendoci il suo sguardo lucido e schietto. “La città è in condizioni disastrose – ha affermato Bassolino durante la nostra conversazione – ha bisogno di un riscatto”.

Lei anni fa mi disse che avrebbe voluto ricandidarsi una terza volta. Dopo tanti anni  si ripresenta come sindaco di Napoli, quale è stata la molla che ha fatto maturare questa scelta?

In questi anni tante persone, tanti cittadini di diverso orientamento politico e diverso ceto sociale mi hanno spinto a candidarmi, persone che incontravo per strada, nei bus. Ho scelto di candidarmi sabato 13 Febbraio, nel giorno dei funerali del mio amico Paolo Isotta, grandissimo musicologo, di idee politiche diametralmente opposte alle mie, che mi aveva sempre sollecitato a ritornare in campo. Quel giorno si è anche insediato il Governo Draghi e nella mia mente è ritornato subito Carlo Azeglio Ciampi, che nel 1993 credette in Napoli e la designò come sede del G7. Le due stagioni politiche si somigliano. Anche adesso la città è in una condizione disastrosa e occorre uno scatto civile e politico affinché Napoli rinasca.

La Napoli che lei ha lasciato ha fatto passi indietro rispetto a quando amministrava lei?

La città è scassata, basta fare un giro in qualche vicolo, in un parco o in una delle vie del centro per capirlo: buche ovunque, marciapiedi impraticabili, mancanza di decoro e manutenzione. Non solo, la città è scassata anche nella sua macchina amministrativa: si pensi al bilancio, alla mancanza di figure professionali e tecniche con competenze capaci di dare una soluzione sia alle sfide che alle difficoltà che la città deve affrontare quotidianamente. E infine, la città è scassata anche dal punto di vista sociale. Avevamo già enormi difficoltà, ma la pandemia ci ha dato la mazzata finale.

Quali sono le priorità assolute del suo mandato e il tema ambientale come intende affrontarlo?

La città è messa male. Se dovessi diventare sindaco la prima cosa da fare il primo giorno sarebbe quella di costruire una squadra di giovani e di esperti che lavori per rimettere in sesto Napoli. Il verde è tra le prime emergenze perché, non solo i parchi pubblici, ma anche le piccole aiuole e gli alberi delle strade cittadine hanno bisogno di una cura immediata e non di scelte drastiche e sbagliate, come quella di tagliare tutti i pini di Via Lucrezio a Posillipo deturpando uno dei paesaggi più belli del mondo.

Napoli Est è una delle questioni spinose della nostra città, come intende affrontare questo tasto di una bonifica mai partita?

Il lavoro è l’esigenza primaria, si può pensare di sfruttare le risorse già disponibili, in primis. La risorsa mare è altro importante strumento di sviluppo e di possibilità di creazione di lavoro, trasformando il litorale di San Giovanni in attrattivo per turisti ed investitori, creando attività commerciali e turistiche. Vanno recuperate anche le ex aree industriali e le ville storiche che vanno parte del Miglio d’Oro.

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