Home Attualità S.Anastasia. Associazioni “fuori” dalla biblioteca, appello di Fornaro (Uici)

S.Anastasia. Associazioni “fuori” dalla biblioteca, appello di Fornaro (Uici)

SANT’ANASTASIA. Riceviamo e pubblichiamo l’appello del presidente dell’Uici Giuseppe Fornaro.

A ferragosto, quest’ anno, come mai nella mia vita, sono preoccupato.I bei giorni di vacanza rilassati e spensierati delle ferie estive appartengono agli anni passati. Le responsabilità che io stesso mi sono volontariamente assunto per dovere sociale, mi impone spesso negli ultimi anni di convivere col sapore amaro dell’indifferenza politica e sociale, mai come in questi ultimi anni ho dovuto rendermi conto di quanto la storia dell’uomo non sia mai cambiata. Da sempre in qualche modo gli oppressi, i soppressi, gli accantonati, i deboli insomma, a dispetto delle belle parole che si spendono in merito ai diritti e alla dignità delle fasce deboli, in qualsiasi momento ed in qualsiasi situazione, dalle guerre alle pandemie, dalla miseria al benessere, hanno solo due possibilità: relegarsi all’angolo o scomparire. In molti scelgono di scomparire purtroppo: la depressione, la solitudine, l’auto-abbandono dei deboli risolvono spesso il problema al resto della Nostra Civilissima Societa’ del ventunesimo secolo ormai inoltrato. Le azioni di aiuto nelle emergenze non sono mancate, esistono associazioni e azioni che meritano di non
essere mai dimenticate per la loro pragmatica sensibilità, di questo non smetterò mai di ringraziare. Tuttavia lascia a desiderare veramente tanto l’ operato delle Amministrazioni, dalle quali ci si
aspetterebbe la tutela di tutti i cittadini, fasce deboli comprese.
Parlo almeno per una buona fetta di persone, almeno per quelle disabili. Negli anni appena trascorsi, l’amministrazione di Sant’Anastasia in nome di priorità assolute, ha sradicato i
disabili dall’unico ambiente accettabile a loro offerto per relegarli in spazi angusti e limitati in attesa del “loro turno” per poter ricevere uno spazio adeguato. I disabili sono una priorità nei bei discorsi e nelle passerelle strappa lacrime, ma poi, riescono a diventare in
un attimo la priorità meno priorità di qualsiasi priorità. scusate il gioco di parole. Ritornando al discorso di Sant’Anastasia, quel turno ovviamente non è mai arrivato. Oggi, colpo di grazia: anche l’angolo concesso sarà modificato per altre priorità maggiormente prioritarie
dei disabili, ovviamente decisione già presa ancor prima di trovare una soluzione per chi sara’ cacciato fuori. Tante rassicurazioni ferme nell’idea di un futuro , nessun progetto, nessuna pianificazione che
intraveda un altro arrangio per gli arrangiati, i disabili sono un’altra volta di troppo e l’unica cosa certa è che devono sparire….poi si vedrà . Che tristezza un paese che trova normale che accada tutto questo a nome di scale di priorità sociali decise da chi se ne assume la competenza e la responsabilità, magari senza aver nemmeno la minima idea di cosa comporta una tale decisione per la sua stessa cittadinanza. Vi e’ però la consapevolezza che i disabili sono
deboli , piangeranno un po’ ma poi si calmeranno, non hanno alternative, piangeranno e si abitueranno al nuovo sopruso metabolizzandolo come inevitabile. Questo accadrà appena dovrò comunicarlo, in buona pace di chi riesce a dormire sonni tranquilli dopo questa decisione. Mi toccherà inventare ancora qualcosa , ci sono abituato in questi ultimi anni, ma fino a quando ci riuscirò? E fino a quando tanti volontari che ci sono vicini riusciranno a trovare motivazioni, metodi e strategie per prestare il loro aiuto nonostante chi dovrebbe remare con noi invece ci rema contro? Che tristezza una politica che ha ridotto con indifferenza le risorse sociali per i piu’ deboli fino addirittura ad ostacolarle, a vederle sparire. Forse lo fa addirittura con un sospiro di sollievo: meno gente non autosufficiente in giro significa meno problemi e più aria per chi resta. Purtroppo per tutti, la disabilità non diventa meno numerosa, ma aumenta in numero ed intensità di dolore e ce ne stiamo accorgendo ad ogni passaggio generazionale. Gli immuni di oggi non hanno la
certezza del domani , tutti possiamo diventare il disabile che non siamo oggi. Noi dell’Unione italiana dei ciechi di Sant’Anastasia da settembre spariremo, saremo in fila tra i “richiedenti dignità sociale”, nell’idea incerta e teorica di una soluzione dell’Amministrazione che si
insedierà per i prossimi cinque anni ai quali faccio appello perché implementino una catena di azioni pratiche al fine di raggiungere un esempio tangibile di civiltà sociale moderna, dimostrando che il paese di Sant’Anastasia non è’ solo un Paese per pochi, per quelli che sono forti, ma un paese che accoglie tutti secondo le basilari offerte del vivere civile , sforzandosi di creare e privilegiare (per giusta necessità e non per favoritismo) quelli che non possono difendersi o addirittura sopravvivere da soli. Un fardello non comodo e nemmeno leggero, che io per primo ho raccolto sulle mie spalle ed è con questo
appello a nome di tanti disabili in attesa del loro turno per un posto sul treno, in viaggio per la dignità, che vi porgo i miei auguri affinchè riusciate a dimostrare di meritare di aver vinto le elezioni palesando che la politica non è solo passerella e opportunismo, ma anche e soprattutto un cambiamento in meglio per tutti,
ma veramente tutti.

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