Home Attualità S.Anastasia. Mamme e studenti bloccano i lavori al Centro “Siani”

S.Anastasia. Mamme e studenti bloccano i lavori al Centro “Siani”

sant'anastasia protesta biblioteca siani
sant'anastasia protesta biblioteca siani

SANT’ANASTASIA.  Fuori tutti dalla “biblioteca comunale”.  Minori a rischio, diversamente abili, ciechi, ipovedenti e studenti universitari dovranno fare a meno della struttura polifunzionale per dare spazio alla costruzione di cinque aule scolastiche. A deciderlo sono stati i funzionari comunali dopo che la delibera firmata  dalla commissaria straordinaria, Stefania Rodà, era stata chiara: l’istituto scolastico  “Tenente De Rosa”  ha bisogno di aule supplementari per gestire l’emergenza  Covid 19.  E consentire così l’inizio dell’anno scolastico. Peccato però che a palazzo Siano hanno deciso senza farlo sapere ai diretti interessati, i cui rappresentanti  vagano ancora da un ufficio all’altro in attesa di un sito alternativo,  mentre altri stabili – sotto gli occhi dei cittadini –  sono abbandonati all’incuria ed alla mancanza di manutenzione. I lavori nel Centro “G. Siani” di via Arco erano iniziati l’altro giorno, alla chetichella, ma la notizia si è subito diffusa via whattapp.  Mamme, associazioni ( MIR odv e UIC in primis) e personale,  tutti in subbuglio. E dire che nelle scorse settimane, dopo varie proteste,  dal Comune avevano fatto trapelare la soluzione del problema, fino all’epilogo di questa mattina.  A far scattare la rabbia di mamme e genitori  sono stati i disegni dei disabili strappati dal muro. Libri, giochi e quant’altro giacevano negli armadi o a terra, insudiciati dalla polvere e dal calpestio delle scarpe dei lavoratori.  Il lavoro di anni dei volontari archiviato nella spazzatura.   “Qui la scuola non si farà. Bloccheremo l’ingresso” ha detto disperato il genitore di un ragazzo disabile. Non da meno i volontari della Mir presenti questa mattina nella struttura di via Arco. “Qui mancano delle cose: l’altro computer dove sta”? “C’era anche una cassetta con il  materiale,  dati sensibili dei bambini, non la troviamo”.  “E’ uno schifo, una vergogna”. Inaudito. Dopo pochi minuti arriva un’altra funzionaria che si difende così:” Io non sapevo niente”. Insomma un “papocchio”- Ma questa sera partiranno le denunce alle forze dell’ordine.

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