mercoledì 8 Maggio 2024
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San Giuseppe Vesuviano. Omicidio Pizza: in manette il 19enne Giuseppe Casillo e un minorenne, L.M., è lui che quella notte uccise Pizza

San Giuseppe Vesuviano. Si sono concluse con l’arresto di due giovani le indagini sull’omicidio di Giuseppe Pizza, il 28enne di Piazzolla di Nola ucciso brutalmente con una coltellata dritta al cuore per un banale disguido dovuto alla viabilità. Era la notte del 18 ottobre e la vittima riversa in una pozza di sangue, fu ritrovata in via Croce Rossa. Il corpo di Giusepp,e senza vita, era accasciato a terra vicino alla sua auto, lo sgomento dei familiari, l’incredulità dei cittadini e un caso imperfetto senza nessuna traccia. Ma da quella notte tutto cambiò. Per gli inquirenti un caso senza fine. Nessun elemento, dettaglio, tracce da cui partire , gli autori del delitto sembravano scomparsi nel buio della notte portando via con loro ogni traccia riconducibile a ricostruire l’intero accaduto. A rimboccarsi le maniche furono i carabinieri del Nucleo Operativo di Torre Annunziata coordinati dal Capitano Luca Toti, che in collaborazione con i carabinieri della stazione locale guidati dal duo di marescialli Giuseppe Prete e il suo Vice Antonio Sannino, ritornarono sul luogo del delitto. Non una ma ben cinque volte. Angolo per angolo, strada per strada, passarono al setaccio ogni punto di quella maledetta strada, via Croce Rossa,in cerca di qualche traccia. In un primo momento le telecamere di video sorveglianza di un negozio sportivo sembrarono rappresentare l’unica speranza per cercare di dare un nome ed un volto a quegli assassini, ma tutto svani. Le immagini non erano state registrate. Si ascoltarono pseudo testimoni: i giovani che quotidianamente frequentano il seminario, a pochi metri dal luogo del delitto, diventarono gli unici testimoni chiave. Qualcuno aveva visto ma l’omertà ne faceva da padrone. Il senso civico e la paura, mista al silenzio omertoso, era l’unica cosa che gli investigatori trovavano ad ogni tentativo di dare un senso a quel caso. Nel frattempo i giorni passavano e finalmente i primi risvolti positivi. Qualcuno sa. Alcuni giovani vengono interrogati e saltano fuori una serie di nomi, tra questi si nascondono i colpevoli. Vengono interrogati: ore ed ore sotto torchio, domande pungenti, trappole umane che possono dare agli inquirenti finalmente qualche risvolto,ed è proprio uno di questi che crolla. Si contraddice, i suoi occhi mentono, la paura di voler dire la verità mista al senso di colpa di quello che non vede l’ora di confessare. Il cerchio si stringe. E’ lui il primo indagato, Giuseppe Casillo. Ha appena 19 anni, residente a San Giuseppe “figlio di buona famiglia”. Diplomato all’Istituto Tecnico Ragioneria, al primo impatto sembra un ragazzo tranquillo. Eppure è il primo a crollare sotto le domande incalzanti durante l’interrogatorio. Quella sera Casillo era a bordo della sua Smart grigia e ha visito, ha partecipato. Ma a colpire con crudeltà Pizza non è stato lui. Smentisce un complice, poi smentisce il suo diretto coinvolgimento. Ma i Carabinieri non hanno dubbi, lui è colpevole. Colpevole di aver taciuto, colpevole di essere li quella notte e seppur di non aver inferto lui le pugnalate a Pizza di non aver fermato il killer, viceversa aver contribuito a tacere. Siamo al 26 Ottobre e Casillo rappresenta solo il primo. Nel frattempo nella sua autovettura vengono rinvenute tracce di sangue che solo dopo gli esami del caso si scopriranno appartenere a Pizza. La Procura di Nola con a capo il Procuratore Paolo Mancuso e il Giudice della Indagini Preliminari, procede ed autorizza per avviare ulteriori accertamenti ed in particolare con l’ausilio delle intercettazioni telefoniche ed ambientali fornisce un elemento chiave per far si che la professionalità e la corretta procedura messa in campo dai carabinieri del Nucleo Operativo che sotto la lente investigativa non tralasciano nessun piccolo dettaglio, viceversa incalzano sempre di più l’attività. Ma ormai tutto è chiaro. Si riascolta Casillo, si ripercorrono quelle intercettazioni e via il colpo di scena. Ne emerge un dato importante da quelle lunghe conversazioni: Casillo quella notte non era da solo. Con lui L.M. di appena 17 anni di Ottaviano. Ebbe si è un minorenne la mano assassina. E’ lui che aveva quel coltello, ed è lui che ha inferto a sangue freddo le pugnalate al 28enne. Un killer minorenne ma che forse conosceva bene cosa significasse uccidere. Non si preoccupato minimamente di quello che stesse facendo, e per ben sette volte lo ha colpito. La settima è stata quella fatale, quella che ha ucciso Pizza. E cosi ieri mattina l’epilogo. Casillo e L.M. sono stati sorpresi dai carabinieri in un blitz messo a segno nelle prime ore del mattino. Quando i militari hanno bussato alle loro rispettive porte i due dormivano, ma di sicuro non sognavano. Al momento le indagini però non risultano chiuse e ulteriori risvolti potrebbero portare altre evoluzioni del caso. Nel frattempo le accuse per entrambi sono di omicidio e concussione in omicidio e porto di arma illegale. Casillo è stato tradotto al carcere di Poggioreale mentre il minorenne è invece stato trasferito al Carcere Minorile dei Colli Aminei. Un caso che si chiude in parte, ma dove a rimanere aperte sono le coscienze umane di due giovani, incensurati, che aprono un capitolo di criminalità a cui solo loro sapranno forse un giorno dare risposta.

Giovanna Salvati

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