sabato 27 Aprile 2024
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Laboratorio Storico-Musicale “Ironia, pathos, riflessione e ribellione…”

La settimana di laboratori (giornalismo, diritti umani, arti figurative, teatro, matematica e fisica, educazione sessuale, storico-musicale) è un’idea nata nel 2007 dai rappresentanti d’istituto del Liceo ‘C. Colombo’ di Marigliano, affianca la giornata della creatività di fine maggio ed è stata sostenuta da docenti e dirigenti a seguito dell’approvazione in collegio docenti.


Marigliano. Anche quest’anno in veste di docente di Matematica e Fisica del Liceo ‘C. Colombo’ e di appassionato di musica mi è stato chiesto di occuparmi del laboratorio ‘Storico-Musicale’. L’obiettivo di questo laboratorio, destinato a studenti del triennio, è stato quello di trattare in forma divulgativa alcuni importanti temi quali l’amore, la guerra, la follia, la satira politica, la laicità e la religiosità, la violenza sulle donne, l’emarginazione sociale e l’emancipazione culturale, affrontati da grandi artisti della musica italiana e internazionale attraverso le loro canzoni, interviste ed esibizioni in concerto. Nel corso dei tre incontri sono stati proiettati video di interviste e concerti, letti e commentati testi di canzoni e condotti dibattiti in forma dialogata grazie ai quali è stato possibile ripercorrere mezzo secolo di storia del nostro paese, dei suoi movimenti, delle battaglie sociali e del costume.
Inoltre per stimolare e favorire la ricerca sono stati messi a disposizione degli allievi libri fotografici, biografie, cd, dvd e riviste specializzate.
Vi raccontiamo questa esperienza entusiasmante attraverso le dichiarazioni degli allievi che vi hanno preso parte. A detta di Jessica Carriero “sembrava uno dei soliti modi escogitati per non fare lezione prima delle vacanze di Natale ed invece non è stato così. Ci sono cose che impari con gli altri che da solo non avresti mai capito. Si tratta di essere un gruppo che cresce insieme, anche se in poche ore o in pochi giorni. Molti ci hanno chiesto quale fosse lo scopo di questo laboratorio e le risposte sono state tante: per scoprire o riscoprire grandi artisti, e questo è vero; per conoscere insieme la biografia e parte della discografia di questi autori, e anche questo è vero. Ma la cosa più importante secondo me è quello che noi, io e penso tutti gli altri ragazzi che hanno partecipato, abbiamo imparato. Nella terza giornata, quella di sabato, abbiamo visto un video montato dal professore Ciro Castaldo con le foto degli studenti di Barra, Ponticelli e San Giovanni a Teduccio, la maggior parte dei quali aveva una situazione non certo semplice alle spalle. Sembrerà assurdo ma fra tutto, questo è ciò che mi è rimasto più impresso. E’ facile lamentarsi, sviare i problemi e stare immobili lasciando che tutto ci scivoli addosso. Ma la vera sfida di questo grande tabù che è la vita è proprio vivere, cosa che quei ragazzi riescono a fare molto meglio di altri più fortunati. Ci sono state tante risate in queste ore, tanti brani ascoltati e tante cose nuove ormai parte del nostro bagaglio di conoscenze. Ma sono stati i momenti di silenzio, interrotti solo dalla musica, quella vera, che ricorderò davvero. Perché quando si scherza è quasi scontato che tutto sembri andare per il verso giusto, ma quando smetti di ridere per riflettere e riesci lo stesso ad avere un bel ricordo di quel momento, allora quello sì che è qualcosa di importante che vale la pena di essere vissuto”.
Giulia Palumbo, invece, ci tiene a ricordare che “uno storico sostiene che dobbiamo conoscere il passato per comprendere il presente e prepararci al futuro. Attraverso un piccolo ma intenso viaggio tra la musica degli anni ‘70 e ‘80 adesso 40 liceali possono dire di conoscere un po’ di più del passato storico-musicale, e magari comprendere di più il presente e affrontare meglio il futuro che ci attende…
Artisti visti come maestri, quella sorta di genio incompreso che si eleva al di sopra della massa, capisce, analizza e passa a tutti gli altri ciò che è arrivato a comprendere.
Tra i vari dibattiti svolti, infatti, siamo giunti ad una conclusione: tutto ciò che passa attraverso l’arte della musica è un qualcosa che sarà sempre attuale. Tutti gli argomenti riportati nei testi di Rino Gaetano, ad esempio, o anche le sensazioni riportate da Fabrizio De André risultano vicinissime anche a noi giovani del 2000.
A volte mi chiedo se questi grandi artisti diventati miti, mentre buttavano giù quelle poesie avessero mai pensato ai successori, adesso con la loro arte si ritrovano ad essere ancora vivi attraverso noi giovani che cantiamo le loro produzioni e alle molteplici feste-tributo organizzate per omaggiarli.
Come prima riportato ci è stato concesso poco tempo ma vissuto molto intensamente. Abbiamo cercato, infatti, di sfruttarlo al meglio. Mettendo a confronto tante persone si ricava sempre il massimo da qualunque argomento. Crescere vuol dire essere capaci di confrontarsi ed è ciò che siamo riusciti a ottenere da questi incontri. Dopo pochi giorni mi ritrovo a conoscere meglio quella musica che, a mio parere, può essere considerata arte e a sentir dire da mia madre che le “rubo” le hit parade del suo tempo! Musica che passa alla storia e che ti fa crescere, cambiare, ma che non cambia mai! Che strano, a pensarci, magari le stesse parole che hanno accompagnato una notte insonne di mia madre ora accompagnano le mie. Attraverso parole, discussioni e tanta, tanta buona musica, abbiamo provato ancora una volta a tenere alta la memoria di tutti questi geni, fino ad arrivare ai diretti eredi di questi emblemi della musica come il geniale Caparezza e il sensibile Simone Cristicchi. Un viaggio attraverso i manicomi documentato da Cristicchi, ad esempio, ci ha fatto riflettere su realtà delle quali non tutti hanno il coraggio di parlare. Artisti contemporanei che forse da molti vengono mitizzati, a me invece piace vedere la musica come cultura, quella cultura che ti fa imparare, riflettere, crescere, cambiare. La musica è vita ed è così che quella musica che dà vita non tramonterà mai ed è grazie a tutti voi e alla nostra piccola guida che adesso tocchiamo più da vicino quella musica che ha dato vita, ne sta dando e ne darà ancora”.
Gennaro Domenico Ferrigno afferma che “il laboratorio è stato qualcosa che mi ha formato non solo dal punto di vista musicale ma anche umano. Analizzare grandi artisti della musica passata e presente quali Rino Gaetano, Fabrizio De André, Mia Martini, Caparezza e altri mi ha fatto capire come spesso questi grandi autori sono riusciti a trasmettere tutte le proprie emozioni attraverso i loro testi e la loro musica, gridando la loro rabbia contro i governi o semplicemente parlando d’amore. Direi inoltre che è stata una bellissima esperienza, peccato solo che sia durata così poco”. Giovanni Conelli ci tiene a sottolineare “che questo laboratorio è stato lo stimolo per una ricerca musicale seria che ha come stretta conseguenza una conoscenza che va ad estendersi in tutti i campi, dalla politica al sociale (basti vedere i temi affrontati da Cristicchi e De André).
E’ stata inoltre molto importante la comunicazione e lo scambio di opinioni avvenuto in piena libertà, rispettando civilmente le idee altrui.
Per me è stato molto emozionante osservare tutti gli altri nel guardare il video di Fabrizio De André mentre cantava canzoni come Andrea o Amico Fragile. Mi sono divertito tantissimo, grazie di tutto!” Decisamente soddisfatti per il lavoro svolto e pienamente ripagati dalla fiducia, dall’affetto e dalla stima dei nostri splendidi allievi ci piace chiudere questo articolo con le affermazioni di Andrea Serpico: “al di là delle cose già dette quali il laboratorio è stato un momento di crescita o di condivisione comune, voglio affermare che grazie a esso ho scoperto che in Italia molti artisti sono concepiti solo come tali e non come dei veri e propri rivoluzionari in controtendenza come ad esempio Caparezza o la stessa Mia Martini. Grazie a questo laboratorio ho capito che dietro ogni basso e chitarra si cela un messaggio forte e universale e sono ancora più convinto che con la musica è possibile trasmettere emozioni che a parole non sarà mai possibile esprimere”.

[[Le foto sono state scattate da Nadia Sodano]]

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