Le famiglie dei detenuti incontrano gli artisti di strada della compagnia dei Saltimbanchi, capitanata dal direttore artistico Giulio Carfora. Una mattinata davvero emozionante.
Gioia e commozione nella casa circondariale di Secondigliano per la prima edizione del Family Day, la festa della famiglia. Sorrisi, baci, abbracci, giochi e spensieratezza, almeno per un giorno, con clown, giocolieri e mangiafuoco. Una mattinata, quella dello scorso 9 luglio 2018, che ha voluto celebrare gli affetti più cari e intimi, oltre le sbarre.
L’evento, svoltosi nell’area verde all’aperto del padiglione Mediterraneo, appositamente attrezzata con giochi e altre attrazioni per bambini, è stato reso possibile grazie alla sensibilità del direttore della casa penitenziaria, la dott.ssa Giulia Russo, del vice direttore, Dott.ssa Giulia Leone, e dell’educatore penitenziario, Dott. Gaetano Giannini, assieme al tutto il personale della polizia penitenziaria impegnato per permettere la buona riuscita dell’evento.
Una giornata di festa in un clima di grande emozione.
Clown, giocolieri ed equilibristi hanno intrattenuto con giochi, balli e musica i ristretti e le loro famiglie. Tanti i bambini presenti, accolti con abbracci e lacrime di commozione dai padri, che senza esitazione si sono messi in gioco nel cortile della casa penitenziaria. Mamme, papà e figli, pronti a giocare tutti insieme, riscoprendo il valore della famiglia, intesa come dono. A conclusione della giornata ad ogni bambino è stato donato un naso rosso da clown.
I detenuti hanno voluto ringraziare gli artisti della compagnia dei saltimbanchi per la bella e lodevole iniziativa: “Spero ci possona essere altri momenti come quello di oggi” – ha affermato un detenuto. “Queste occasioni rappresentano per noi un’importante possibilità per rivivere attimi di gioia familiare”.
E proprio questo è lo scopo della festa del Family Day: riunire attorno al detenuto la sua famiglia creando un’occasione di incontro sereno e spensierato, un momento ludico per i bambini in un’atmosfera mdecisamente molto diversa da quella fredda della sala colloqui del carcere. In questo modo i detenuti percepiscono che il mondo esterno non è indifferente e ostile al dramma che stanno vivendo.

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