venerdì 17 Maggio 2024
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Foibe, per non dimenticare i massacri e l’esodo istriano il libro di Gionfriddo

Napoli. In occasione del Giorno del Ricordo per non dimenticare i massacri delle foibe e l’esodo istriano, arriva in libreria “Cioccolata calda per due” dell’autrice napoletana Nunzia Gionfriddo, edito da Phoenix Publishing.

In occasione del Giorno del Ricordo, celebrato ogni anno il 10 febbraio, per non dimenticare i massacri delle foibe e l’esodo istriano, arriva in libreria nella nuova veste aggiornata “Cioccolata calda per due” dell’autrice napoletana Nunzia Gionfriddo, edito da Phoenix Publishing e vincitore del Premio Milano International. Un romanzo complesso, vagamente romantico, anche se il titolo trae in inganno. Il titolo rimanda infatti a una storia d’amore, in realtà quello che vibra nelle 214 pagine del libro non è l’amore che il lettore si aspetta. Al centro della narrazione, storie di guerra, tenerezza, paura, attese.

Con l’obiettivo di approfondire le sue ricerche sulle vicende drammatiche avvenute nell’ex- Jugoslavia, Florinda chiede aiuto ad un giornalista, Giovanni. Presto, la donna si scontra con il dolore profondo e mai superato dell’uomo che in quegli eventi terribili ha perso la moglie. Ne nasce un rapporto affettuoso fatto di scambi d’idee, ricordi, piccole condivisioni, riti comuni come una cioccolata al bar, una passeggiata nel quartiere, una gita al mare.

I fatti tragici del secondo Dopoguerra che hanno interessato Istria, Dalmazia, Fiume, Trieste, il tentativo d’invasione serba della Bosnia, le atroci sofferenze e le decimazioni subite dalle popolazioni, nell’indifferenza delle grandi nazioni europee irrompono nella loro quotidianità.

La storia di Giovanni, della sua famiglia e della moglie scomparsa, una misteriosa telefonata a un cellulare (“Pronto, amore…”) sono i temi di questo racconto a due voci che gioca tra amore e morte, tra leggerezza e tormenti, ed emergono come spruzzi di onde di un mare in tempesta, tra le righe della posta elettronica o davanti a due tazze di cioccolata calda.

“Questo romanzo”, spiega l’autrice “nasce da varie sollecitazioni nel corso di almeno due anni. La prima emerse durante la presentazione di un mio romanzo “Gli angeli del rione Sanità”. Durante la discussione che si accese sul quesito se nelle aule scolastiche facesse più presa sugli studenti il manuale di Storia o il romanzo storico, una signora intervenne affermando che argomenti come, per esempio, il dramma delle foibe e l’esodo degli italiani da Pola, Istria e Dalmazia, per non parlare poi dei campi di concentramento nazisti e fascisti o titini, erano quasi del tutto ignorati da studenti e docenti”.

La seconda sollecitazione, racconta Nunzia Gionfriddo, fu inviata attraverso le onde della radio da Edoardo Camurri che leggeva da un giornale la provocazione di Alessandro Baricco: Sapreste scrivere un racconto che abbia come spunto la telefonata: «Pronto, amore…».

Poche parole sull’ultimo, necessario capitolo che va ad aggiornare la precedente edizione. “Ho continuato a far parlare i miei protagonisti, per riportare in questo volume il resoconto storico dei fatti che riguardano il secondo Dopoguerra nella parte orientale della nostra Italia e il devastante assedio di Sarajevo a opera dei Serbi di Milosevic”, continua l’autrice. “Da storica mi sono rifatta a varie fonti, ma da scrittrice ho usato i miei amati personaggi per aggiungere quello che la Storia non deve mostrare mai, ovvero lo sdegno, il raccapriccio, il giudizio, la pena…”.

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