Somma Vesuviana. Anche quest’anno come da tradizione si è rinnovato il “sabato dei fuochi” sul monte Somma nel sabato dopo Pasqua.
In occasione dei festeggiamenti in onore della Vergine di Castello numerosi gruppi di devoti non solo sommesi, per onorare la madonna all’alba ascendono le pendici del monte Somma che il Sannazzaro definì “bicipite Parnaso”, oggi devastato da un selvaggio, pacchiano, sviluppo edilizio che ne ha violato la selvaggia solitudine.
Seguiamo per un tratto un gruppo di fedeli dell’associazione Santa Maria a Castello recatasi in devoto pellegrinaggio all’antico santuario posto su una balza della monte.
In serata fuochi d’artificio rimbombano da collina a collina e schiudono in cielo come aiuole multifiorite, mentre tutta la montagna risuona di canti s’illumina di rossi falò.
A notte le “paranze” scendono dal monte e girano nel paese al suono di agresti “zufoli” e “tammorre”.
Ci piace chiudere questa nota con una strofa di un celebre canto ormai divenuto un inno all’amore, alla montagna e alla Madonna di Castello:
Muntagna ‘e stu core
Te voglio assai bene me lieve de pene
E i torno a cantà
Na refola e viente , na fronna, nu sciore è
Chisto è l’ammore ca io voglio da te.
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