Home Attualità Oliver Tahir inventa Safe. L’innovazione parte dal Sud.

Oliver Tahir inventa Safe. L’innovazione parte dal Sud.

Ing. Oliver Thair e l'Avv. Antonio Rea

Pomigliano D’arco (NA). E’ possibile fare impresa al sud, creare occupazione e dare una risposta concreta al problema sicurezza, grazie a menti straordinarie come Oliver Tahir, l’inventore di “Safe”.

Safe è un progetto che nasce alla fine del 2015, leggendo una serie di report dell’Istat che parlavano di violenza ebbi questa intuizione pensando di evolvere un sistema che era già presente sul mercato, lo spray al peperoncino”. Oliver Tahir è un Ingegnere napoletano di 44 anni, residente a Pomigliano D’Arco, laureato in Inghilterra in Ingegneria informatica con master in protocolli di comunicazione e sicurezza. Dopo aver studiato a Londra però torna in Italia, è dal mezzogiorno che vuole far partire la sua idea imprenditoriale.

L’idea di Oliver nasce per dare una risposta concreta alla scia di violenza che negli ultimi anni ha riguardato le donne, sentirlo parlare fa venire i brividi. “Questo sistema è nato per contrastare il femminicidio, l’Istat ci certifica che sono 1786  le donne uccise negli ultimi sei anni – afferma Tahir –  con il gruppo che mi ha affiancato vi era l’intenzione di fermare questa strage. Poi ci siamo resi conto che questo progetto poteva essere utile anche a tante altre persone. Abbiamo già tre lettere di intenti da parte di tre categorie lavorative diverse, i direttori generali delle categorie lavorative di cui parlo  mi hanno dichiarato l’intenzione di acquistare il dispositivo”

Il funzionamento di Safe è semplicissimo. In caso di aggressione l’utente preme il pulsante sul dispositivo, in un centesimo di secondo  si accende il led e parte la ripresa video. Avviato il video, l’operatore della centrale operativa vede l’aggressore al terminale e viene estrapolato il frame del volto ed inizia ad essere scansionato all’interno di un database. Tutto questo avviene nel primo secondo e l’immagine viene inviata in tempo reale a polizia e carabinieri. Grazie a questo dispositivo si avrà il volto dell’aggressore e la posizione in cui si sta consumando l’aggressione, a questo punto arriverà una pattuglia nell’arco di 5 minuti.

Safe si acquisterà in farmacia. Tre anni di studio, dal 2015 ad oggi per progettare un dispositivo che da una risposta concreta al problema sicurezza in Italia, e che creerà occupazione per circa 150 persone nel mezzogiorno. Una idea che ha visto la partecipazione delle università italiane. Infatti collabora a Safe  il CINI ( Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica ). 41 atenei, 4 politecnici e la Federico II di Napoli capofila a coordinare il tutto. Poi c’è il Centro di Ricerche Europeo di Tecnologie, Design e Materiali (CETMA) che realizzerà le scocche del dispositivo.

Non solo le donne potranno utilizzare Safe ma anche i controllori di mezzi pubblici, medici, infermieri, ausiliari del traffico.

“Dopo la fase di canalizzazione dei fondi, superata la fase di prototipazione, inizia la fase di industrializzazione. Abbiamo ipotizzato l’immissione sul mercato per l’inizio della primavera del 2019 – dice Oliver Tahir –  I dispositivi verranno prodotti a Marigliano, in un capannone industriale di circa 1300 mq, ci occuperemo  noi di ogni aspetto, dalla gestione al monitoraggio del sistema”

Safe è un progetto che è nato grazie a “Campania Start Up Innovativa”, un bando del 2017 della Regione Campania destinato a Start up innovative ad alto impatto tecnologico.

“Apriremo una centrale operativa nel centro direzionale di Napoli, che controllerà i primi 1000 dispositivi che produrremo dopo la fase di test. Successivamente immetteremo sul mercato altri 2000 dispositivi, poi procederemo passo passo fino a coprire tutto il territorio – continua Oliver – Una parte dell’azienda si occuperà della produzione del dispositivo, poi verrà realizzato un consorzio con un istituto di vigilanza, a quel punto si aprirà una centrale operativa”

Safe è nato grazie alla collaborazione di un pool di legali che hanno seguito Oliver Tahir in ogni fase, e che continueranno a seguirlo. L’aspetto civile, contrattuale e la redazione dei contratti con le varie aziende che collaboreranno è affidata all’Avvocato Antonio Rea con studio legale in Pomigliano D’Arco. “Secondo me Safe si allinea alla CEDU, Una persona che non è sicura non è una persona libera. Camminare per strada e non sentirsi sicuri, oppure evitare di camminare in strada in determinate ore perché non c’è sicurezza è, secondo me, una compressione della libertà – dice l’Avvocato Rea – Questo dispositivo funge da sistema di sicurezza ma è anche un deterrente, l’ipotetico aggressore conoscendo dell’esistenza di questo sistema dovrà pensarci più di una volta e le persone che lo acquistano si sentiranno senz’altro più sicure”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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