giovedì 1 Maggio 2025
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Revenge porn, giustizia per Tiziana: carcere per chi diffonde video hard

Revenge porn, vittoria alla Camera dei deputati: in galera chi diffonde video ahard sul web senza consenso. La mamma di Tiziana Cantone: “Nessuno più deve attraversare l’inferno di mia figlia”.

E’ vittoria sulla legge “Revenge porn” che prevede una pena detentiva fino a sei anni di carcere e una multa da 5 a 15mila euro per chi diffonde immagini sessualmente esplicite, senza il consenso delle parti. La pena si applica anche a chi riceve il video o le immagini e le rinvia o le cede a terzi. Una battaglia che si è conclusa con un sì unanime della Camera dei deputati, nessun contrario. Il primo pensiero, dopo questa vittoria della “giustizia”, va alla giovane napoletana Tiziana Cantone suicidatasi nel 2016 dopo la diffusione di un suo video in rete. La mamma, Maria Teresa Giglio, che combatte da anni per dare giustizia a sua figlia, in una lunga lettera scrive: “Oggi per me è un giorno davvero speciale, un primo e concreto riconoscimento ad una battaglia che ho intrapreso da quando un destino avverso mi ha portato via il bene più prezioso che la vita mi aveva donato. Una promessa d’amore, verso mia figlia, che ha dovuto rinunciare alla sua vita per trovare quell’oblio che le sarebbe spettato di diritto. Il fatto che io sia sopravvissuta a questa perdita immane, deve avere un significato, uno scopo, mi sono sempre chiesta quale sarebbe stato e forse Dio mi ha dato la risposta. Si dice che Lui affida le battaglie più difficili ai suoi migliori soldati. Forse sono uno di questi, il mio scopo è quello di restituire dignità e rispetto a Tiziana ma anche quello di aiutare tante altre vittime di questa ignobile e subdola violenza che viene perpetrata sul web, l’ennesima contro una donna, una nuova forma di “femminicidio”. Aiutarle a trovare quell’aiuto, quelle risposte e quella tutela che sono sempre stati negati a mia figlia, le sue grida sono miseramente cadute nel vuoto fra l’indifferenza e l’ignavia di tutti. Mi sono sempre detta “nessun’altra deve attraversare l’inferno” di Tiziana e nessun’altra madre deve provare questo dolore straziante e annichilente che mi sta divorando. La giustizia terrena ci deve essere, non può essere un’ombra vana. Per questo ho fondato subito dopo la dipartita di mia figlia l’associazione “Tiziana Cantone per le altre”. Da allora non ho mai smesso di lottare e il mio unico interesse è stato sempre e solo quello di costringere le Istituzioni a legiferare anche in Italia una norma ad hoc come in tanti altri paesi, per contrastare il triste e ormai diffusissimo fenomeno della divulgazione in rete di contenuti ritenuti illeciti a sfondo sessuale senza il consenso e l’autorizzazione della persona coinvolta.”
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