sabato 27 Aprile 2024
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Voragine via Strettola, “Dopo tre anni la strada ancora chiusa”

Casalnuovo. Sono trascorsi tre anno e mezzo dall’apertura della voragine lungo via Strettola, un buco che oltre a mietere vittime continua a causare enormi disagi ai residenti della popolatissima zona.

Per difendere i diritti degli abitanti della strada, due anni fa è nato il comitato via Strettola. Sono state tantissime le battaglie portate avanti dal gruppo: una manifestazione di protesta lungo il corso principale della città, un presidio in Comune, innumerevoli striscioni esposti nei pressi del luogo della tragedia, tanti volantini distribuiti nonché un esposto presentato alla procura di Nola. Ad oggi la strada resta ancora chiusa, nonostante i lavori di rispristino dello stato dei luoghi siano oramai terminati, a causa di lungaggini burocratiche dovute alla necessità da parte dell’ente municipale di intavolare trattative con i proprietari di alcuni ruderi pericolanti presenti sulla zona. “Gli abitanti di via Strettola si sentono offesi moralmente dall’atteggiamento di chi in questi lunghissimi anni è stato assente di fronte ai problemi che di volta in volta sono stati evidenziati – ha dichiarato Maria Pelliccia, referente e portavoce del comitato ‘Via Strettola’ – e che invece oggi tenta di speculare politicamente sull’apertura della strada. Un’apertura che continua ad essere rimandata a causa di motivi a noi oscuri”. La paura dei residenti non si affievolisce, però, in vista dell’apertura della traversa. Vista la presenza di cavità sotterranee che si trovano proprio a ridosso del luogo della voragine, gli esponenti del comitato chiedono rassicurazioni in merito alle verifiche che dovrebbero essere state effettuate lungo tutto il tratto stradale. “Il comitato fino ad oggi ha lavorato per fare in modo che venissero rispettati e tutelati i residenti dell’intera zona – ha aggiunto la portavoce – il nostro lavoro non terminerà con l’apertura della strada. Monitoreremo le attività perché pretendiamo sicurezza: non vogliamo vivere nel terrore di nuovi crolli e soprattutto nella paura che da un momento all’altro un altro tratto di strada possa cedere”.

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