martedì 30 Aprile 2024
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Droga, armi e rapine: maxi blitz in tutta Italia, arresti a Somma e S.Anastasia

SOMMA VESUVIANA. Droga, armi e rapine: maxi blitz partito da Cagliari e che ha portato a 32 arresti in tutta Italia, Somma Vesuviana e Sant’Anastasia compresi. Stamattina nelle province di Cagliari, Nuoro, Oristano, Sassari, Livorno, Grosseto, Roma, Caserta e Napoli nonché nel territorio della Corsica, i militari della Compagnia di Carbonia, coadiuvati da personale dei reparti territorialmente competenti e con l’ausilio di squadre e unità cinofile antidroga e antiesplosivo dello Squadrone eliportato Cacciatori di Sardegna, hanno eseguito 32 misure cautelari personali, di cui 20 in carcere e 12 ai domiciliari, nei confronti di altrettanti soggetti, disposte dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Cagliari. I reati contestati agli indagati, italiani e stranieri (due francesi), sono quelli di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, al traffico internazionale e detenzione di armi comuni da sparo, da guerra e clandestine, all’organizzazione di reati gravi contro il patrimonio (rapine e assalti a portavalori caveau e furgoni), smercio di banconote false e riciclaggio di mezzi e denaro.
L’asse con la criminalità campana vede i nomi di Antonio Pagano, Luigi Porricelli, Luigi Maione, Umberto Lamonica, Salvatore Tullio, Vincenzo Vallefuoco e Antonio Coppola. Fra questi due vivono nell’area vesuviana, uno è Luigi Porricelli 47 anni imprenditore di Somma Vesuviana considerato dagli inquirenti un esponente di spicco del gruppo criminale e Luigi Maione, ex agente della polizia locale di Sant’Anastasia che era in pensione anticipata per le sue condizioni di salute le stesse per cui da stamattina è agli arresti domiciliari, lui avrebbe consegnato ai sardi camion ed escavatore poi usati nelle rapine.

L’attività investigativa, denominata “Maddalena”, è cominciata due anni fa ed è stata svolta dai carabinieri del nucleo operativo del N.o.r. della Compagnia di Carbonia. Nell’azione di contrasto ai reati contro il patrimonio, l’attività investigativa dei carabinieri della Compagnia di Carbonia è stata coadiuvata da quelli del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Livorno, sotto il coordinamento delle rispettive Dda delle Procure di Cagliari e Firenze.

I FURGONI RUBATI E LE RAPINE

Il complesso lavoro investigativo dei militari, prende il via a settembre 2018 con una serie di controlli mirati su alcuni ovili del terriorio che hanno consentito ai carabinieri di scoprire all’interno di uno di proprietà dell’allevatore di Santadi, Umberto Secci, l’esistenza di un furgone Iveco Daily rubato a Nuoro il 12 ottobre 2017, insieme ad altri due mezzi, uno dei quali risultava utilizzato per un tentativo di rapina ad un portavalori a Castiadas nel gennaio 2018. Questo particolare ha fatto nascere il sospetto di un coinvolgimento nelle rapine, tanto che, ben presto, da attività di osservazione e controlli sul territorio, si sviluppa il filone di indagini che ha consentito di far emergere l’esistenza di una rete criminale dedita al traffico internazionale di stupefacenti, principalmente cocaina e marijuna, al traffico di armi ed esplosivi, alle rapine e al riciclaggio di capitali illeciti. In tale quadro investigativo, gli inquirenti, attraverso servizi di osservazione dei movimenti dell’allevatore, hanno documentato frequenti incontri riservati tra il Secci e Giovanni Mercurio, 56enne di Loculi, quest’ultimo a capo di un’organizzazione per il traffico internazionale di armi e di stupefacenti con la Corsica, nonché di una rete di rapporti finalizzata a reati contro il patrimonio, principalmente rapine a sedi della Mondialpol e assalti a furgoni portavalori in Italia e all’estero.
LE ARMI

Il traffico di stupefacenti, delle armi e degli esplosivi avveniva sull’asse Sardegna – Corsica, laddove la droga e gli esplosivi sardi venivano ceduti in cambio di armi. Nell’isola francese venivano commercializzati variabili quantitativi di droga: sono stati registrati complessivamente 82 kg di marijuana, 10 kg di hashish e 5 kg di cocaina. In questo ambito le indagini sono state svolte in cooperazione internazionale con la costituzione, presso Eurojust, a giugno 2019 all’Aja, di una Squadra Investigativa Comune tra i militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Carbonia e la Police Nationale di Ajaccio, coordinata rispettivamente dalla DDA della Procura della Repubblica di Cagliari e dalla GiRS (Giurisdition Interregioanale Speciale) di Marsiglia. Detto coordinamento è stato seguito, stante la complessità dell’attività, direttamente dalla Direzione Nazionale Antimafia presso la Procura Generale della Corte Suprema di Roma.

LA DROGA
Mercurio nei rapporti illeciti con la Corsica, si avvaleva della collaborazione di Francesco Ledda, 49enne di Ala dei Sardi che insieme al figlio Marco Davide e alla compagna Scanu Patrizia, si occupava della custodia, trasporto e commercializzazione della cocaina, hashish e marijuana, utilizzando la propria abitazione sull’isola francese. Mercurio si occupava di reperire lo stupefacente in Sardegna, Ledda lo trasportava in Corsica dove con Dario Azzena, un sardo emigrato in Francia, aveva costituito una rete di spaccio: i due tagliavano la sostanza, la vendevano e periodicamente consegnavano il ricavo a Mercurio, in una sorta di rapporto bancario. Alcuni di questi pagamenti sono stati documentati nelle indagini, 60.000 euro a luglio 2019, 20.000 euro a febbraio 2020.
Gli investigatori hanno scoperto che Mercurio si riforniva di stupefacente anche nel Lazio dove con Spano Antonio 31enne di Olbia, suo uomo di fiducia, aveva aperto un canale per l’acquisto di un grosso quantitativo di cocaina da un trafficante, Fiorentini Arditi, e in una occasione lo avevano incontrato a Fiumicino a luglio 2019. La cocaina acquistata nel Lazio, circa 2kg, era di ottima qualità e fu commercializzata in Corsica dal figlio di Ledda e Azzena. La stessa tipologia di droga veniva venduta anche in Sardegna, in Gallura da Antonio Spano e Patrizia Scanu, e nel sud Sardegna, presso l’ovile di Secci a Santadi dove l’organizzazione aveva un’altra base logistica per il commercio della droga e per la commissione dei reati contro il patrimonio. Nel Sulcis Secci teneva i contatti con Mercurio attraverso schede telefoniche segrete dedicate, trafficava droga con Serventi Pietro Paolo e aveva una propria rete di relazioni per il commercio illecito con la coppia Sibiriu Roberto e Trastus Luisella di Villaperuccio.
A riscontro di tali attività illecite, il 15 febbraio 2020, a Ghilarza è stato arrestato in flagranza di reato, Roberto Sanna che aveva acquistato 527 grammi di cocaina da Secci; il 9 luglio 2020 Locci Nicola fu bloccato dai carabinieri di Carbonia e tratto in arresto con 2 kg di cocaina, che aveva ricevuto dalla coppia Trastus e Sibiriu i quali, a loro volta, avevano acquistato a Cagliari in via Bosco Cappuccio, noto luogo di spaccio.
Gli accordi tra i due sardi trapiantati in Corsica, Ledda e Azzena, e Mercurio non si risolvevano nella fornitura di stupefacenti, ma comprendevano l’organizzazione di rapine e soprattutto la fornitura di armi strumentali alla commissione di delitti contro il patrimonio, in Italia e in Corsica. Le armi di cui Mercurio aveva la disponibilità provenivano tutte dalla Corsica: Ledda e Azzena se le procuravano dal francese Jean- Luis Cucchi, dedito alla commissione di furti in abitazione (furto di pistola al sindaco di Figari). Le indagini hanno evidenziato anche la possibilità di un assalto ad un furgone blindato a Figari.
I CLAN FABBROCINO E DI LAURO

Mercurio e Ledda nella preparazione di rapine a sedi della mondialpol, in Toscana a Cecina e in Sardegna a Elmas (Ca), erano in trattativa con esponenti della criminalità campana, con i clan Fabbrocino e Di Lauro, per il tramite del napoletano Antonio Pagano. Infatti, Pagano facendosi aiutare dal nipote Antonio Coppola, era il punto di raccordo con la criminalità campana, i cui esponenti, Luigi Porricelli e Umberto Lamonica, gravati da numerosi precedenti e da associazione di stampo mafioso, erano in grado di reperire con facilità mezzi pesanti di provenienza illecita da utilizzare per l’assalto alle mondialpol (camion, escavatore, ruspa).
Pagano favoriva gli incontri con la criminalità campana per l’organizzazione delle rapine e in una occasione avviò una trattativa tra i sardi e la criminalità organizzata calabrese per l’acquisto di un container colmo di hashish e fucili d’assalto kalashnikov. Nell’organizzazione delle rapine anche Secci aveva un ruolo determinante: per il suo tramite, Mercurio poteva disporre di una batteria di assalto, composta dai desulesi Littarru Andrea Luca, Maccioni Alessio Germano, Mannu Ilio, Peddio Mauro, Casula Gianfranco, Mannu Fabiano, Littarru Giovannino. Il ruolo decisivo di Secci nelle rapine è testimoniato dal fatto che prima di ogni viaggio per Napoli, in vista della definizione di nuovi accordi con Porricelli, questo si incontrava con Mercurio per la disponibilità del gruppo di assaltatori.
In Toscana, invece, il supporto logistico e organizzativo veniva garantito da Dessì Robertino, un allevatore sardo che disponeva di un ovile nel quale custodiva le armi e gli esplosivi della batteria operativa di desulesi, favorendone gli spostamenti nell’area. I preparativi della rapina alla mondialpol di Cecina arrivarono ad uno stato molto avanzato, poiché le armi erano nascoste nell’ovile di Dessì, la batteria dei desulesi aveva eseguito diversi sopralluoghi alla sede della mondialpol, ed era stato affittato un capannone da Salvatore Garippa e Guttadauro Pino per custodire i mezzi pesanti forniti dalla criminalità campana, da Porricelli, e condotti sul posto con più viaggi dagli uomini di questi Lamonica, Tullio, Sepe, Vallefuoco.
Tuttavia la fase esecutiva saltò non per scelta ma a causa di diversi imprevisti: in un caso i napoletani procurarono un escavatore troppo piccolo, in un altro un camion che si ruppe durante il tragitto e che fu abbandonato dai desulesi per strada.
Le indagini sono state particolarmente complesse per il modus operandi dei rapinatori e delle cautele da loro adottate che in precedenza avevano loro consentito di mettere a segno numerose rapine senza essere mai scoperti. Vantandosi di essere un gruppo di professionisti nel settore, raccontavano di rapine messe a segno presso banche ed uffici postali, anche con il sequestro di persone, nonché a portavalori.
In occasione dei loro spostamenti in Toscana spegnevano il telefono o lo lasciavano a casa per riaccenderlo solo dopo il ritorno in Sardegna: Giovannino Littarru, camionista di professione, fratello di Andrea Luca, dimorante in Toscana, era l’unico canale possibile per rintracciare il gruppo di assaltatori. Quest’ultimo non ebbe un ruolo di secondo piano e, rinviata la rapina di Cecina, ricevette l’incarico di riportare in Sardegna le armi nascoste in Toscana. Il 31 luglio 2020, dopo essere arrivato al porto di Cagliari a bordo di un camion carico di legname, fermato e perquisito, venne arrestato perché trasportava 3 kalashnikov, due fucili, 3 pistole beretta e 2 Glock, due bombe a mano, tritolo, esplosivo plastico, giubbotti antiproilttile e oltre 400 munizioni di diverso calibro, passamontagna e guanti.
Infine, al gruppo sono stati contestati anche la detenzione e introduzione nel territorio dello Stato di banconote contraffatte, 50.000 euro di banconote da 20 e 50 euro, che Porricelli con l’intermediazione di Pagano, aveva consegnato a Ledda e Mercurio.

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Gabriella Bellini
Gabriella Bellini
Gabriella Bellini è nata a Tropea (VV), giornalista professionista dal 2003, ha cominciato a lavorare nel 1994 nella redazione giornalistica di Televideo Somma, ha collaborato con Tele Oggi, Il Giornale di Napoli, Il Mattino, il Corriere del Mezzogiorno (dorso campano del Corriere della Sera), Cronaca Vera, Retenews, è stata redattore del settimanale Metropolis (poi diventato quotidiano) e di Cronache di Napoli. Ha condotto un programma di informazione e approfondimento su Radio Antenna Uno. Nel febbraio 2007 ha creato con altri colleghi il sito web laprovinciaonline.info di cui è il direttore. Dal 2017 è componente della Commissione Pari Opportunità dell'Ordine dei Giornalisti della Campania Nel 2009 ha ottenuto il prestigioso riconoscimento all’Impegno Civile del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, destinato ad un giovane cronista che si “sia distinto nel suo lavoro sul tema della diffusione della Cultura della Legalità” ottenendo così il premio nazionale “Per la Cultura della Legalità e per la Sicurezza dei Cittadini”. Nel 2012 il Premio internazionale Città di Mariglianella “Gallo d’Oro” per i “numerosi reportage sui temi della povertà e dell’emarginazione”. Nel 2013 il premio “Città di Saviano, giornata per la legalità” per “L'impegno profuso a favore della promozione e diffusione dei valori della legalità". Nel 2015 menzione speciale “L’ambasciatore del sorriso” per “L’instancabile attività di reporter, votata a fotografare con sagacia le molteplici sfaccettature della nostra società”. Nel 2016 il Premio “Antonio Seraponte” con la seguente motivazione “Giornalista professionista sempre presente e puntuale nel raccontare i fatti politici e di cronaca. In poco più di un decennio a suon di bravura ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti per essersi distinta su temi importanti come la diffusione della cultura della legalità, della sicurezza dei cittadini e per l’impegno sui temi della povertà e dell’emarginazione”. Nel 2019 il premio Napoli Cultural Classic "Donna straordinaria, esponente della stampa locale che attraverso la sua autentica e graffiante penna racconta il nostro territorio anche fuori dai confini. Sempre attenta alla realtà politico-sociale che analizza con puntualità e chiarezza, riesce a coniugare la divulgazione al grande pubblico con l'obiettività suggerita dalla grande esperienza umana che l'accompagna". Nel 2022 Premio di giornalismo “Francesco Landolfo”

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