venerdì 3 Maggio 2024
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Aprile dolce dormire, ma le follie climatiche devono destarci dal sonno! Siamo al punto di non ritorno

Il clima cambia. Molto più rapidamente di quanto non dicessero i detrattori della teoria del surriscaldamento globale. Ma gli eventi sconfiggono le teorie oppositive di quella che è una realtà disarmante. Il surriscaldamento climatico è in fase avanzatissima e tutti ne stiamo pagando le conseguenze. Causa effetto. Semplice teoria di ogni scienza.

L’uomo non ha alcun rispetto della natura, del pianeta in cui vive e persegue la logica della produzione ad ogni costo. Dell’industria che deve macinare acca 24, 365 giorni all’anno. Della fonte del carbonio come primario energetico, vedi l’India: un miliardo e mezzo di abitanti, a tutto gas sfruttamento delle fonti del carbonio eguale aria irrespirabile.

Il cambiamento del clima ha acquisito una rapidità angosciante. Dati alla mano dal 1990 al 2028-19 ha proceduto con relativa ma costante velocità. Poi negli ultimissimi anni s’è registrata una tragica accelerazione. Fateci caso, dal 2019 ad oggi di anno in anno si manifestano sbalzi inimmaginabili appena pochi mesi prima. Un segnale di inquietante allarme sul nostro pianeta.

Ma senza troppi voli trascontinentali veniamo ai guai di casa nostra. Mai visto un clima così matto di questi tempi. Nè ad aprile né in altro mese dell’anno. In Campania è accaduto che due settimane fa si sono sfiorate, anzi raggiunte, temperature estive: 28 gradi a Napoli e provincia, tutti al mare. Un’anomalia preoccupante e devastante che l’8 aprile si bollisse come a luglio inoltrato.

Arrivo prematuro dell’estate? Macché. Da una settimana ad oggi le medie sono precipitate in basso, sino a toccare i 15 gradi, clima tipicamente invernale di Napoli e dintorni.

E’ giusto a questo punto riavvolgere il nastro. Nei primissimi giorni aprilini si sta sul freschetto, poi in un batter d’occhio si va in estate, per poi ricadere in pieno inverno. Sbalzi da polmoniti da colpi di freddo. Sbalzi da destarci tutti dal totale disinteresse e strafottenza in cui si pascola, insolenti.

Mai era accaduto questo doppio salto, ovvero freschetto-caldissimo eppoi di nuovo freddo dicembrino. Generalmente una volta arrivato il caldo, l’afa questa permaneva, ma questo fuori stagione è l’antitesi di ogni logica. Distrugge ogni precedente. Scientifico ed ambientale.

Sconfortante lo stato degli oceani: in tutto il mondo le barriere coralline muoiono a una velocità impressionante, distruggendo interi e fantastici ecosistemi. Il bianco dei coralli prende il posto dei meravigliosi colori di una volta. Tutti gli scienziati hanno sentenziato che un aumento di due gradi ancora delle temperature delle acque porterà alla distruzione di tutte le barriere corallino e a un irreversibile spopolamento dei mari.

Conclusione: l’inquinamento che ha alimentato il surriscaldamento globale è la causa di questo male nocivo e disarticolato. L’uomo non rispetta il pianeta e l’ambiente, e la natura gli si rivolta contro. Più si produce in maniera forsennata, con l’idolatria della logica del profitto, più si nuoce alla bellissima madre terra. E questa ci presenta il conto.

Il caldo torrido di due settimane fa, con la scappatella al mare, non è un fenomeno da portare ad esempio come fonte di gioia ma piuttosto da condannare. Aspramente.

Abbiamo già raggiunto, forse, il punto di non ritorno. L’uomo ha devastato una madre terra accogliente e prospera di doni. C’è magari ancora un piccolo margine di recupero. Certo, la grossa produzione è il cancro supremo ma se ognuno di noi rispettasse piccole basilari regole: non usare l’automobile se non quando ce n’è strettamente bisogno, evitare di accendere termosifoni ed aria condizionate ad aprile o ad ottobre e stringere un tantino i denti al primo colpo di frescuria o di calore, gestire una raccolta dei rifiuti secondo le rigide ma fattibili regole del differenziato. E soprattutto farsi promotore della teoria, incontrastabile, che il clima è diventato una pura follia per colpa di noi vili bipedi.

Così forse potremmo accogliere i nostri figli, nipoti e pronipoti in un pianeta che non corra a velocità drammatica verso l’autodistruzione.

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Vincenzo Famiglietti
Vincenzo Famiglietti
Ha iniziato la carriera giornalistica a metà degli anni novanta presso il quotidiano sportivo, di breve vita, Sport in Campania, per poi approdare alle redazioni della Verità-Napoli più e successivamente del Corriere del Pallone. Negli anni più recenti ha collaborato per varie testate on line, scrivendo di sport, costume, politica interna ed estera, spettacolo e dei temi più disparati. Si reputa un giornalista completo, versatile nel trattare argomenti di vario genere. E’ spesso ospite come opinionista in molte trasmissioni sportive locali. Ama definirsi una “penna tagliente”, spesso anticonformista e in controtendenza, poco politically correct, sempre impegnato alla ricerca di verità scomode.

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