sabato 27 Luglio 2024
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Brusciano, consiglieri dimissionari: “Inorriditi da accuse sindaco. Il nostro è un atto politico”

Brusciano. Un vero e proprio terremoto si sta abbattendo su Brusciano. Come se non bastassero le problematiche legate alla pandemia, qualche giorno fa si è aperta una grave crisi politica che è sfociata nella dimissione di 14 consiglieri comunali (6 della maggioranza e 8 dell’opposizione) ponendo fine all’amministrazione dell’ormai ex sindaco Giuseppe Montanile. Una crisi sulla quale ci sarebbe l’ombra della malavita, almeno secondo le gravi accuse dell’ex sindaco prontamente respinte dai consiglieri dimissionari.

Brusciano: i motivi della crisi

Nelle scorse settimane Montanile aveva ricevuto delle minacce per aver denunciato, testimoniato e fatto arrestare due persone accusate di aver tenuto sotto sequestro un ragazzo. Per questo motivo il 2 marzo è stata disposta una misura di vigilanza a distanza attuata dalla prefettura a tutela del sindaco. Esattamente tre giorni dopo, il 5 marzo, le dimissioni dei consiglieri.

Mentre il sindaco combatte la criminalità, 14 consiglieri si raggruppano per costituire un ritorno a brutte pagine. Molti dei consiglieri dimissionari erano già consiglieri quando il comune fu sciolto per infiltrazione camorristica…”. È questo il duro messaggio del Sindaco rivolto ai “dimissionari”.

La replica dei consiglieri: “Siamo inorriditi e allibiti. Il nostro è solo un atto politico”

Le pesanti accuse del Sindaco non potevano di certo passare inosservate e i consiglieri hanno replicato in modo altrettanto deciso respingendo nettamente le accuse di eventuali legami o pressioni della criminalità organizzata alla base delle dimissioni.

Nel documento politico protocollato prima della sfiducia si evincono “contrasti” tra 6 consiglieri di maggioranza e il sindaco a partire ancor prima di ottobre 2020. Infatti si legge che “nel corso della seduta di Consiglio comunale del 17 ottobre 2020, con una dichiarazione di voto al bilancio di previsione 2020/2022 questi consiglieri (Ruggiero Domenico, Piccolo Domenico, Cerciello Vincenzo, Di Palma Antonio, Sposito Antonio e Falco Franca), lamentando già da tempo una gestione farraginosa e confusionaria dell’esecutivo nonché una gestione sindacale sempre più CENTRALIZZATA ed AUTORITARIA, provvedevano ad estrinsecare il proprio disorientamento e le proprie perplessità rispetto alle reali possibilità di continuazione dell’azione politica e amministrativa dell’ente. Ciononostante i sottoscritti, per senso di appartenenza alla comunità e grande responsabilità verso la cittadinanza, approvavano il documento contabile con l’esclusiva intenzione di portare a compimento alcune opere del programma elettorale (…) MA TUTTO CiO’, A DISTANZA DI MESI, RISULTA ESSERE NELLO STATO: COMATOSO IRREVERSIBILE”.

Ecco il documento

Ancor più dure sono le motivazioni spiegate in un manifesto firmato dalle forze politiche di maggioranza:

“Un ex-sindaco isterico, indelicato, arrogante e presuntuoso non poteva più rappresentare Brusciano! Le sue urla sono arrivate in ogni dove, il suo atteggiamento SCONCIO e GREZZOTTO era oramai diventato d’opinione comune; il suo modo di fare politica (distante anni luce dalla politica reale, quella di tutti i giorni, quella vissuta tra la gente e non nel palazzo comunale – giorno e notte compresa – a parlare, parlare, parlare e mai agire con concretezza, ascoltando le opinioni dei consiglieri rispetto alle esigenze reali dei cittadini) ha generato divisione più che aggregazione. L’obiettivo principale di un’amministrazione trasparente, efficace ed efficiente è quello di fornire risposte alla popolazione ed utilizzare al meglio le risorse a disposizione IN TEMPI CONGRUI, NON BIBLICI.

La vera illusione l’abbiamo avuta noi, speranzosi di aver scelto per Brusciano il sindaco della gente, non certamente un sindaco stravolgente!l! Nessun colpo basso, NESSUNA MANOVRA SOTTERRANEA, nessun equilibrio alterato, NESSUN LEGAME CON LA MALAVITA NE’ COL MALAFFARE, ALCUNA FREQUENTAZIONE MINIMA CON SOGGETTI CHE POTESSERO MINARE L’ORDINE E LA QUIETE PUBBLICA; semplicemente tanta stanchezza fisica e mentale unita ad una forte volontà di liberare il paese da UN SOVRANO CON RELATIVA CORTE (ASSISTENTI, DAME E GARZONI)!”

Ecco il testo integrale del manifesto

 

E poi l’”attacco” finale: “Da avvocato del clan a martire per la legalità? Siamo inorriditi. Il sindaco Montanile, avvocato difensore (fino a pochi giorni prima del processo) di uno dei clan storici – che dal 2017 è stato protagonista di una violenta guerra di camorra sul territorio – non si è mai costituito parte civile nel processo che vede alla sbarra quello stesso clan, senza degnarsi di motivare tale scelta

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