venerdì 29 Marzo 2024
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Casalnuovo. L’ingegnere Carmine Aveta: “Il Pum è una lista di buone intenzioni”

Casalnuovo. Recentemente è stato presentato il Pum (Piano Urbano della Mobilità), aspetto importante per una città come Casalnuovo di Napoli che si estende su poco più di 7 km quadrati ed ha una popolazione di circa 50 mila abitanti. Carmine Aveta è un ingegnere dei trasporti, autore di studi e ricerche sulla mobilità sostenibile, collaboratore al PUMS della città di Napoli e uno dei redattori del Piano Straordinario per la Mobilità Turistica del MIT (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti) e del MIBACT (Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo).

Aspetti positivi del Pum?

L’approccio tendente a ridurre il flusso di veicoli. Dal PUM è evidente come la criticità individuata principalmente sia CorsoUmberto I, strada che ha un forte problema di flussi veicolari di attraversamento, problema grosso di Casalnuovo che ha due arterie principali (l’altra è via Nazionale delle Puglie) che praticamente tagliano in due la città. La ZTL (Zona Traffico Limitato) in tal senso, seppur ridotta di dimensioni – a mio parere – nel piano, rappresenta un passo indispensabile per l’attuazione di politiche di mobilità sostenibile nel centro di Casalnuovo.Apprezzo inoltre l’aumento delle tariffe di parcheggio nella zona di Corso Umberto I perché bisogna scoraggiare i cittadini ad arrivare in centro con il veicolo privato ed incentivare il trasporto pubblico, in questo sono utili le due nuovelinee busproposte, anche se le modificherei leggermente in modo da andare ad intersecarsi solo in alcuni punti specifici e non avere troppe sovrapposizioni sul percorso per coprire più territorio. Infine, la creazione di Zone 30, aree pedonali e percorsi ciclabili: Casalnuovo ha bisogno di interventi in tal senso.

Cosa migliorereste al Piano Urbano della Mobilità di Casalnuovo?

Una delle cose che migliorerei riguarda la gestione del trasporto pubblico. Dall’analisi del piano si evidenzia la necessità di creare delle linee bus, su cui concordo. Credo che, ad integrazione di quanto sottolineato nel piano, ci sia bisogno di creare qualche ulteriore connessione su gomma con l’area della stazione di Salice.

Salice assume un ruolo importante nel piano di mobilità presentato…

Secondo le intenzioni del piano la stazione di Salice deve diventare un’area intermodale di livello metropolitano, su questoho dubbi solo perchè da quanto risulta dai progetti regionali l’area intermodale di livello metropolitano sarà la stazione di Volla, vista una recente delibera regionale (la 712 del 21 novembre 2017) che prevede un’estensione della linea EAV San Giorgio – Volla con capolinea in prossimità della TAV Afragola, che di fatto potrebbe tagliare fuori Salice dai grandi flussi.Se si vuole dare una certa importanza al nodo di Salice,affinché non sia solo per un “park and ride”, la stazione dovrebbe avere delle caratteristiche di connessioni intermodali verso il centro di Casalnuovo, soprattutto per consentire collegamenti su gomma dei residenti di Via Napoli e aree limitrofe verso la stazione EAV.Il pianodi mobilità è chiaramente un primo passo verso uno scenario che porterà a dei risultati nel 2020 circa, quando sarà chiusa la linea ferroviaria storica di Casalnuovo, con il recupero della linea a fini sostenibili. Mi aspettavo che nel piano ci fosse qualche collegamento verso la stazione San Marco, che è una zona in questo momento poco servita dal trasporto pubblico, ma da quest’assenza deduco che ci vorrà ancora tempo per il completamento dei lavori inerenti la stazione.

Qualè la tempistica per realizzare gli interventi presenti in questo piano?

Bisogna capire il cronoprogramma che stilerà l’Amministrazione, in quanto dal Piano non si intuisce. Una delle cose che purtroppo non si evince dal Pum è la scansione temporale degli interventi e soprattutto i finanziamenti a disposizione per fare quanto progettato. Attivare due linne bus con l’ipotesi di migliorare la connessione intermodale con Salice richiede degli investimenti e bisogna capire chi farà questi investimenti e come.

Quale consiglio daper facilitare l’attuabilità del Pum?

Parlare con i cittadini e con le associazioni di categoria, con gli stakeholder. Evidenziare come le attuali criticità del sistema di trasporto della città sono problemi che generano impatti negativi in termini economici ed ambientali. Sulla base di questo attuare gli interventi di piano, o definirne di nuovi eventualmente, da attuare nel breve tempo, avendo come obiettivo la riduzione della quota dei veicoli privati ed aumentare quella di mobilità sostenibile, che sia trasporto pubblico o mobilità o mobilità pedonale va bene comunque. E va dato atto che finalmente si muove qualcosa sul fronte della pianificazione dei trasporti in una città finora poco interessata da questi aspetti.

Piste ciclabili?

Sulle piste ciclabili vi è un’ampia possibilità di creazione di percorsi, soprattutto dalla periferia verso il centro, e la ZTL del Corsopuò sicuramente incentivare la bici. Il PUMmarca molto il concetto di Zona 30, ma bisogna creare interventi di “TrafficCalming” opportuni per proteggere i ciclisti (nonché i pedoni). E occhio al bike sharing: per evitare di fare la fine di esperienze fallite in malo modo (Pomigliano d’Arco ad esempio) è necessario supportare lo sviluppo della rete ciclabile.E’l’infrastruttura che “crea” il servizio, e non il viceversa.

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