venerdì 29 Marzo 2024
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Corbisiero: riflessione sulla chiusura delle scuole

Mariglianella. Riceviamo una lettera da Giovanni Corbisiero, consigliere comunale di Mariglianella delegato alla pubblica istruzione. Una riflessione che condividiamo con i nostri lettori.

COSA PENSO SULLA CHIUSURA DELLE SCUOLE (E SULLA GESTIONE DELL’ONDATA DEI CONTAGI)

Premessa: tra scuola aperta e scuola chiusa preferisco la scuola aperta, ma – come in ogni cosa della vita – nulla è solo bianco o solo nero. Nel mezzo c’è tutta la scala dei grigi.

Negli ultimi giorni, è esploso anche a livello nazionale il dibattito sulla scuola e sulla possibilità di procedere alla chiusura in relazione all’attuale ondata di contagi da Covid19. A Mariglianella, il Sindaco ha emesso un’ordinanza di sospensione delle attività didattiche che trovo giusta in relazione alla nostra situazione particolare. Mi spiego.

Punto 1. I dati epidemiologici relativi ai comuni dell’area nolana (che possiamo identificare con quelli che rientrano nei distretti sanitari di Nola e Marigliano) dipingono un quadro molto chiaro: tutti i parametri di valutazione hanno valori due volte superiori a quelli della media regionale.

Punto 2. Le previsioni elaborate dall’Unità di Crisi della Regione Campania mostrano chiaramente che, nelle prossime settimane, questi dati sono destinati a peggiorare per poi – si spera – cominciare a scendere nuovamente.

Punto 3. Tamponi, tracciamenti, vaccinazioni e ricoveri programmati stanno subendo difficoltà e ritardi che rendono sempre più complessa la gestione dell’ondata che stiamo vivendo. Un esempio su tutti è la comunicazione da parte del Distretto Sanitario di Marigliano della sospensione delle vaccinazioni pediatriche.

Punto 4. Ho partecipato personalmente alle riunioni del tavolo dei Sindaci dell’area nolana dove è stato chiesto di procedere con uno screening della popolazione scolastica. A distanza di una settimana è oramai evidente l’impossibilità da parte dell’ASL di effettuarlo.

Questa la situazione. Quindi perché chiudere le scuole? Perché in questo momento non credo sia possibile garantire ai nostri ragazzi quella serenità e quella sicurezza che solo una campagna vaccinale efficace e un tracciamento corretto possono dare. È una scelta difficile e sofferta, ma necessaria. Ed è una scelta locale che trova una ragione nella situazione specifica di un territorio.

C’è poi il tema della gestione della #pandemia. Politica e medicina sono nemici della semplificazione, ma ho l’impressione che ci sia una chiara tendenza nazionale a uniformare le situazioni. Tendenza viziata dall’uso di dati oramai non più capaci di descrivere le conseguenze di un virus diverso da quello che abbiamo conosciuto con il primo lockdown. Mi domando: sono sufficienti i dati su ospedalizzazioni e terapie intensive per valutare una malattia che oggi si cura più in casa che in ospedale? Non sarebbe il caso d’inserire tra i parametri il grado di risposta della sanità territoriale?

Le ASL sono in sofferenza e questo crea difficoltà quotidiane a tutti i cittadini indipendentemente dal fatto che siano affetti da Covid o meno. Nonostante se ne parli sempre meno, le altre patologie non sono sparite. Se il contagio dovesse dilagare, cosa accadrebbe a chi necessità di un accesso del 118? Quali meccanismi sono stati previsti per la gestione dei malati cronici e di chi necessita di follow-up? Abbiamo un piano per potenziare all’occorrenza e in maniera rapida il personale sanitario territoriale?

Qualche anno fa, si ripeteva spesso una frase che ho sempre trovato saggia: “Pensa globale, agisci locale”. Che sia arrivato il momento di applicarla anche alla gestione della pandemia?

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