venerdì 3 Maggio 2024
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Grande successo de “Le Preziose d’Escarbagnas” al Teatro Comunale di Scisciano

 

E’ stato un successo il Saggio finale degli allievi dell’Accademia” La Carrozza D’Oro” di Scisciano, “Le Preziose d’Escarbagnas”, che si è tenuto domenica, 29 maggio2022, al Teatro comunale di Scisciano; i giovani attori hanno recitato magistralmente, regalando emozioni e momenti esilaranti.

Grazie agli insegnanti Luana Martucci e Pasquale Napolitano che, con la loro grande professionalità e dedizione sono riusciti a tirare fuori tanti giovani talenti.

Abbiamo intervistato i due insegnanti:

Come nasce questa Accademia?

La Carrozza d’Oro nasce come Scuola d’Arte e come Compagnia Teatrale nel 2011 per volontà di Luana Martucci, Pasquale Napolitano e Alfredo Giraldi; la scuola ha sempre posto, al centro, l’attività pedagogica, sia intesa come formazione sia intesa come pratica per la creazione artistica.

Negli anni la nostra attività formativa si è strutturata su più livelli:

Laboratorio Ludico-Espressivo per i piccini, dai 3 ai 5 anni, concentrata soprattutto sull’espressione artistica e ludica, piuttosto che performativa; prima della scena, per i bambini dai 6 ai 10 anni, dove si sperimentano i primi rudimenti relativi alla scena, ma si esibiscono solo in situazioni protette; “Primi Passi” nel Teatro per i ragazzini dagli 11 ai 13 anni, dove si cominciano ad approfondire i temi del teatro. Poi c’è TEATROARTE – La Scuola d’Arte Teatrale che consideriamo il fiore della nostra attività, per allievi dai 14 ai 34 anni.

La scuola è strutturata su un percorso triennale, ma non è un percorso “gerarchico”, si basa piuttosto su un’idea circolare dei saperi. Ogni anno vengono affrontati temi, testi, epoche, tecniche diverse per fornire agli allievi un’idea universale del teatro piuttosto che un’idea territoriale.

Il territorio del teatro è infinito come la storia dell’Umanità; soprattutto il teatro è riflesso della società tutta.

Qual è il vostro obiettivo?

 

L’obiettivo è quello di fornire agli allievi gli strumenti per esprimere una loro idea dell’arte, piuttosto che invitarli ad imitare la nostra o quella di qualcun altro. La Scuola si fonda su un’idea creativa e non imitativa dell’Arte.

Si lavora sul movimento scenico con tecniche derivanti da Decroux, Lecoq, Mejer’hold, con tecniche vocali, sull’improvvisazione, la costruzione scenica, l’iconografia teatrale, la prossemica, il teatro di figura.

Ci sono più figure professionali che collaborano con voi?

Sì,  io e Luana Martucci siamo direttori pedagogici, e ci avvaliamo  della collaborazione di Alfredo Giraldi, Daniela Rossetti e Leonardo Mazza. Tutti i docenti sono pedagogisti teatrali formatisi con il Maestro Jurij Alschitz e hanno conseguito il diploma ITI/UNESCO.

 

 Sappiamo che avete un ottimo curriculum.

 

Abbiamo iniziato circa 20 anni fa a lavorare nel teatro; L’attività come formatori è stata svolta in vari ambiti: dalle scuole pubbliche, al Carcere Minorile di Nisida, passando per gli istituti di Igiene Mentale, fino all’Università. In particolare con il Centro Universitario Teatrale di Benevento, con il quale abbiamo partecipato a festival Internazionali in Francia.

Abbiamo lavorato per anni nel” teatro ragazzi “con la Cooperativa Magazzini di Fine Millennio e con l’ICRA project di Michele Monetta.

Il saggio di questa sera è stato davvero incantevole ed i giovani allievi sono stati davvero eccezionali. Ci dite qualcosa sul saggio?

Il saggio di quest’anno ha avuto come tema il teatro di Moliere; gli allievi hanno avuto modo di leggere diverse opere di Moliere tra le quali poi ne sono state scelte due. Così come quest’anno abbiamo avuto l’opportunità di vedere al Teatro Mercadante di Napoli una bella messinscena del Tartufo.

Moliere è in qualche modo fondamentale per l’apprendistato teatrale, perché si pone, storicamente, in un passaggio fondamentale tra i Comici dell’Arte (possessori di una tecnica sopraffina della scena) e la nuova drammaturgia. Quello di Moliere è un teatro che gioca con la società e con il teatro stesso, è forse il gioco del teatro per eccellenza, con un linguaggio colto, raffinato, antipopolare e al tempo stesso estremamente corporeo.

Per noi è stato uno strumento utilissimo per far lavorare gli allievi su più livelli: il senso del gioco e dell’improvvisazione da una parte e la precisione dell’azione dall’altra; la parola come scherzo linguistico ma anche estremamente precisa nella sua costruzione sintattica. Ci capita spesso di scegliere testi e autori, temi, apparentemente distanti dagli allievi, perché la distanza aumenta l’energia necessaria per l’apprendimento e per la performance. Quello che abbiamo sperimentato in sala, l’altra sera, è stata una vittoria sottolineata dalle risate del pubblico.

Vi ringraziamo per l’intervista e consigliamo ai nostri lettori di guardare il video allegato per avere una breve visione del saggio.

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