lunedì 6 Maggio 2024
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Il manifesto di illustri iscritti: “Lavoriamo alla rinascita del Pd a Sant’Anastasia”

Sant’Anastasia. Ex assessori, dirigenti, consiglieri comunali e simpatizzanti firmano un manifesto politico importante per chiedere di “ridisegnare” il Pd alla sua terza sconfitta consecutiva alle elezioni amministrative.
Si tratta di Gioacchino Abete, Luigi Barone, Saverio Barone, Mauro Beneduce, Antonio Beneduce, Peppe Di Marzo, Pasquale Esposito, Ciro Fiore, Pasquale Fornaro, Nando Isernia, Ciro Liguoro, Ernesto Marciano, Maria Provenzano, Francesco Savarese e Grazia Tatarella ed ecco di seguito il testo del loro documento.

Purtroppo, bisogna registrare che, nonostante la lista del partito alle ultime amministrative sia risultata la più votata, la coalizione di centro sinistra, con il candidato Iervolino, non ha ottenuto i voti necessari per passare il turno e arrivare al ballottaggio: si tratta della terza sconfitta degli ultimi dieci anni: nel 2010 il PD e la sua coalizione, con la candidatura di Giovanni Barone, riuscì, nonostante i pronostici negativi, ad arrivare al ballottaggio. Nel 2014 il PD risulta la lista più votata con 2668 voti di lista – Antonio De Simone era il candidato sindaco – e arriva al turno di ballottaggio perdendo le elezioni contro Lello Abete. Nel 2019 le elezioni si chiudono al primo turno, ma il PD, con la candidatura di Coccia, si ferma a 1515 voti di lista.

Veniamo da una serie di sconfitte alle elezioni comunali, che si contrappone alle vittorie sul piano regionale ed europeo. Alle ultime elezioni regionali, svolte contestualmente a quelle comunali, il PD conquista 3399 anastasiani mentre alle comunali 2073: bisogna chiedersi perché 1200 elettori democratici non votano il PD a livello locale e in che modo recuperare quel consenso che, giocoforza, si rivolge ad altre compagini politiche.

Il Partito si è frantumato in tante piccole entità, che nelle occasioni più importanti si sono divise e contrapposte, portandoci tutti insieme alla sconfitta. E’ venuto meno il patto di lealtà che, in presenza di opinioni politiche diverse, deve sempre e necessariamente salvaguardare l’obiettivo unico: perseguire, tutti e comunque, il bene comune del nostro territorio. La convinzione di essere “sicuramente” nel giusto ha tradito i principi cha, anche e soprattutto nella diversità, devono esserci comuni. L’entusiasmo e le giuste ambizioni personali invece di trascinarci ci hanno diviso, con i risultati che sono sotto gli occhi di noi tutti.

Essere un partito significa darsi regole chiare e condivise, che non possono valere solo per la maggioranza di turno, autorizzando chi è in minoranza ad assumere comportamenti autonomi e (non di rado!) apertamente contrari. Allo stesso modo ricercare una posizione politica di maggioranza non può essere solo un mero esercizio numerico, ma deve necessariamente passare per il coinvolgimento di tutte le opinioni in campo, anche quelle più lontane.

E’ venuto il momento di ricominciare a pensare come un partito e non come una diaspora litigiosa di opinioni contrapposte; ad operare come un partito e non come una élite auto-isolata e lontana da ogni confronto con il territorio e con le altre forze politiche presenti.

Per tutti questi motivi è necessario un netto e radicale cambio di passo, è necessaria una profonda riflessione che ognuno di noi deve fare, abbandonando la logica delle correnti e delle sterili battaglie fratricide che non solo i cittadini, ma neanche i militanti capiscono più. Occorre far entrare aria fresca e rendere il partito un luogo di discussione inclusivo, aggregante ed aperto.

Ci sono tantissimi amici e compagni, giovani e meno giovani, che svolgono un lavoro appassionato e competente: questi rappresentano il patrimonio e la speranza più importante del PD. Occorre dargli forza e protagonismo: è arrivato il momento che ogni generazione abbia la possibilità di contribuire a costruire il futuro che desidera con coraggio e determinazione.

Occorre proporre un’idea nuova di partito con una linea politica di apertura e di allargamento alle forze che si riconoscono nel campo ampio del centro sinistra e del civismo democratico.

Ci vuole un progetto per il futuro, a partire da un partito anastasiano autonomo, forte ma connesso con gli eletti al livello regionale e nazionale.

Un partito unito che torni tra le persone, che sia capace di essere una vera comunità, che condivida le scelte, che renda di nuovo protagonisti i militanti e gli elettori.

Un partito che torni ad essere elemento di connessione tra cittadini e istituzioni. Occorre tornare a rappresentare mondi che abbiamo abbandonato, valori che in parte abbiamo colpevolmente trascurato. Parlare con i cittadini, con gli imprenditori, con i dipendenti pubblici e privati, con gli studenti e i giovani di questa terra. Dare una voce e una prospettiva a chi non ha lavoro, a chi lo cerca o a chi l’ha perso.

E’ necessario oggi, e non domani, lavorare con pazienza ad avviare una discussione che porti ad una sintesi politica, ma anche ad un percorso politico e ad un metodo largamente condivisi, se vogliamo realmente costruire un partito aperto, plurale e che torni a parlare ai cittadini anastasiani.

Dobbiamo fare tutti gli sforzi per ricostruire il “nostro” PD, in una fase sociale ed economica estremamente delicata.

E’ necessario un congresso di circolo che apra una fase nuova e innovativa

Questo è l’obiettivo che tutti insieme dobbiamo perseguire, a cui tutti insieme dobbiamo sentirci chiamati, innanzitutto per il doveroso rispetto che dobbiamo ai nostri militanti, ai nostri elettori ed ai cittadini tutti.

Questo è l’appello che sentiamo di fare a tutti: iscritti, simpatizzanti, militanti ed amici.

Tutti insieme per un nuovo futuro del Partito Democratico a Sant’Anastasia.

 

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