martedì 30 Aprile 2024
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Madre del romanzo italiano la Serao torna in libreria con “Addio,Amore!”

Napoli. Uno squarcio nella letteratura italiana, troppo spesso imbalsamata dalla cultura maschilistica che stenta ad aprirsi alle donne, è il romanzo di Matilde Serao “Addio, Amore!” fresco di ripubblicazione. Dopo ben 133 anni la Giannini Editore riporta in libreria il romanzo della celebre scrittrice. Stessa casa editrice, stesso libro, stesse identiche emozioni. Opera che rispecchia pienamente il decadentismo dell’epoca, è un vortice di passioni e personaggi schiavi delle turbe e perversioni umane. Potrebbe ricordarci, nel profilo psicologico dei protagonisti, “L’innocente” di Gabriele D’Annunzio, ma è la Serao, mater semper della cultura di fine ottocento. È l’utero da cui probabilmente si generano le opere successive dell’epoca. La Serao scrive cose da uomo ma le scrive con la profondità che solo una donna osa fare. Il vortice di psicotiche emozioni di cui è schiava la protagonista sono descritte con abile maestrìa dalla autrice, la quale denuncia le fragilità della donna troppe volte derisa e sconfitta dall’uomo che ama. La Serao, non entra mai nella specifica nevrosi sessuale ma la fa trasparire attraverso il profilo psicologico e comportamentale che delinea ai protagonisti. È Cesare Dias il simbolo della laida condizione umana, nascosta da una triste caricatura dell’eroe romantico. Infatti, il personaggio maschile di questo romanzo rappresenta perfettamente la metamorfosi che subisce l’uomo di fine ottocento, è evidente la scomparsa dell’uomo romantico e l’ascesa di quello “decadente” . Così si pone anche il romanzo italiano dell’epoca, si trasforma da ideale a ideologico. Se nei primi decenni dell’800 al centro delle storie i protagonisti delle opere del Romanticismo erano mossi da un ideale politico che rendeva l’uomo integerrimo anche nei sentimenti, ora il protagonista mette al centro della società la sua ideologia maschilista e l’appagamento dei suoi impulsi. Il libro della Serao incarna tutto questo, la storia si svolge tra i salotti della Napoli bene, i personaggi principali sono le giovani e bellissime sorelle Acquaviva e il loro tutore, appunto, Cesare Dias. La più giovane delle sorelle, Anna, dopo una delusione d’amore si innamora perdutamente di Dias, l’uomo a cui Francesco Acquaviva aveva affidato le sue figlie in punto di morte. Dopo le iniziali reticenze, Dias decide di sposarla col patto di continuare la sua vita da scapolo. La giovane accetta, accecata dalla passione struggente che la infiamma. Delusioni, amarezze e umiliazioni, la giovane Acquaviva accetta passivamente tutto tormentandosi l’anima. Alla scoperta che Dias e sua sorella Laura sono amanti e che nessuno dei due prova alcuna forma di pentimento, Anna si rende conto della laida storia in cui è inciampata, e decide di mettere fine alla sua vita.

Ogni pagina è arricchita da descrizioni minuziose, la Serao non lascia nulla al caso, anzi riesce magistralmente a risucchiare il lettore nel suo dramma, facendogli rivivere lo stesso pathos della giovane Anna.

Il libro è impreziosito dalla copertina che ritrae la Serao in una bellissima opera realizzata dall’artista siciliano Giuseppe Notarbartolo e la prefazione è scritta da Ersilia Di Palo.

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