venerdì 17 Maggio 2024
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Sabato dei Fuochi a Somma, “cheste nun se chiammano feste, se chiammano devuzione”

di Lucio Merone

E CHESTE NUN SE CHIAMMANO FESTE, SE CHIAMMANO DEVUZIONE
Il 6 aprile prossimo, Sabato in Albis, il primo dopo la luna piena di Pasqua, torna a Somma Vesuviana il Sabato dei Fuochi: Il rito di Devozione alla Madonna di Castello che segna l’inizio de’ Ffeste da’ Muntagna ‘e Somma. Il culto che risale da profondità ancestrali, e che la odierna religione fatica molto ad accorpare, si svolge sul Monte Somma: in cima, ma anche sui “tuori”, nei poderi sulle balze dai dolci declivi. E’ il rito di purificazione e ringraziamento alla dea/madre/madonna/mater matuta per la concessione della rinascita. Attraverso l’antelucana salita rituale che avvicina all’estasi, la cerimonia religiosa, il ritmo frenetico delle tammorre, le libagioni, la xenia, l’antica ospitalità riservata al pellegrino, I falò devozionali, si snocciola l’avvicinamento alla divinità. A sera uomini, intrisi di silvanità, recano in alto la Pertica, l’antico dono rituale: il lungo ramo di castagno intagliato e ricoperto di tutti i segni dell’abbondanza e recante in cima l’effigie della Madonna. La portano nel Santuario su a Castello, per la benedizione e per salutare Mamma Schiavona, quindi in corteo discendono giù al centro storico quando, sulle note prolungate del canto ‘a ffigliola, la porgono all’amata. La Paranza stretta tutta intorno a celebrare col canto e l’amicizia il compagno che si onora di donarla all’amata.
E così, nei volti tirati, negli abiti intrisi di fumo, tutto va ‘nsauramiento, la Devozione è compiuta. E negli occhi umidi e stanchi, una scintilla di Eternità.

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