lunedì 6 Maggio 2024
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Somma. “Le Lucerne – Bene Demoetnoantropologico”, mostra fotografica al Teatro Summarte

Somma Vesuviana. L’Accademia Etnostorica Angelo Calabrese, il Museo Etnostorico delle Genti Campane Annamaria Amitrano e il Teatro Summarte di  Somma Vesuviana (Na), nell’ambito delle Attività Culturali dei Beni Demoetoantropologici e  del progetto ripartiamo dal passato, con gli auspici del Mibac della Fondazione Prof. Aurelio Rigoli, della Regione Campania, Comune di Somma Vesuviana (NA) Camera di Commercio di Napoli, Associazione Casa delle Lucerne, Ritualia, Centro ‘A Voce D’ ‘A Ggente, e Archivio Etnografico Regionale, aprono il 31 Marzo 2022, presso la galleria del Teatro Summarte sito in via Roma Somma Vesuviana (Na) la Mostra  fotografica.

 

AGOSTO, CAPO D’INVERNO NEL SENSO DELLA LUCERNA

“Le Lucerne – Bene Demoetnoantropologico”

Nella nostra tradizione, cioè in quella archetipa di Somma Vesuviana, la festa delle lucerne, ha secondo una mia interpretazione, un senso che è ben diverso dal significato in quanto il senso è qualcosa di più. La festa ha un valore di qualcosa che si sostituisce ad una solarità, perché tu con la lucerna vedi nel buio, ma in realtà nella sua struttura la lucerna non è altro che un ventre femminile con la sessualità femminile, infondo, dunque, non è altro che un gamma, un inguine, questo è tutto. Allora cosa fa? La lucerna ha questo ventre e si accende, è una porta di fuoco infondo. L’allusione è ben chiara, quando noi andiamo a visitare quella di Somma, che porta luce. La festa di Somma delle lucerne è una festa che si va a rinnovare ogni anno, ma a Somma si fa ogni 4 anni, ma semplicemente per una consuetudine, siccome ad agosto, in pieno agosto ci sono le vestoppie, viene tagliato il grano e si toglie anche la paglia, la lucerna non fa altro che festeggiare il ritorno di una primavera, è la conclusione di un anno o di una vita anche fertile e questa lucerna brilla, lo sappiamo tutti, quando sta per spegnersi, però la speranza è quella di un rinnovato ciclo che magari nella fertilità che si va a perdere in una donna, si rinnova poi nella tradizione dei figli e di quelli a venire. C’è stata una commistione dei fatti: la lucerna che potrebbe essere anche una festa ebraica, in un certo senso, perché lì c’è stata una comunità ebraica e viene quindi riportato; ma potrebbe essere anche una lucerna greca o un utero. Una volta nei paesi del Sannio la lucerna veniva sostituita dalle lumache vuote, in cui si metteva uno stoppino e questo vuoto della lumaca dava lo stesso senso di questo utero particolare nel quale mettevi tu l’olio, che poi si consumava e c’era questa festa dove sui davanzali si mettevano queste lucerne mentre intorno frinivano le cicale, e dunque anche questo è un canto. Noi diciamo “Agosto capo d’inverno” perché questa testimonianza della perdita, di questa femminilità procreativa viene poi sostituita da un altro auspicio. In realtà a Somma le lucerne sono inserite in sagome geometriche perché la geometria diventerebbe la regola e la lucerna il desiderio e la vita è: “regola e desiderio”.

Si ringrazia la Camera di Commercio di Napoli per aver contribuito al progetto ripartiamo dal passato.

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