SOMMA VESUVIANA. Sei anni e sei mesi di reclusione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Questa è la richiesta di condanna fatta nei confronti dell’ex assessore all’Ecologia di Somma Vesuviana Raffaele Angri e di Celeste Allocca figlio dell’ex sindaco Raffaele.
Stamane nel processo che vede imputati i due per concorso in concussione ha preso la parola il pm Carmine Renzulli. Nella sua requisitoria ha spiegato i motivi per cui gli imprenditori che accusano i due politici non possono mentire. “Non avrebbero tratto e non hanno tratto alcun beneficio dalla denuncia”, ha spiegato Renzulli ricostruendo la vicenda che risale al 2008, ed ha infine chiesto la condanna per Angri e Allocca chiedendo però l’assoluzione per un altro capo di imputazione, quello riguardante l’ipotesi di un’altra tangente chiesta dai due per la realizzazione dei marciapiedi di via Aldo Moro dopo i lavori di metanizzazione. Indagini che furono svolte nel 2011 dai carabinieri della Stazione di Somma Vesuviana (agli ordini del maresciallo Raimondo Semprevivo), quando due imprenditori, i fratelli Vincenzo ed Ernesto Sodano, denunciarono ai militari di aver lavorato per il Comune per diversi appalti del valore di circa 120 mila euro. Soldi che però non riuscivano ad incassare, per averli e chiudere la questione economica, secondo l’accusa, Allocca Jr e Angri si impegnarono in municipio presso gli uffici competenti, ma in cambio avevano chiesto una tangente pari al 10% di ogni lavoro che per il futuro avrebbero avuto dalla pubblica amministrazione. Una tangente che in un caso sarebbe stata anche consegnata nelle mani di Angri. “Nel settembre del 2008 incontrai Celeste Allocca e Angri in piazza”, raccontò ai carabinieri Ernesto Sodano, “e Celeste mi disse che la “matta” in mano adesso la teneva lui, se volevo continuare a fare la manutenzione per il Comune dovevo dare il 10% di ogni lavoro all’assessore. Alcuni conoscenti mi raccontarono che entrambi avevano detto che se noi non stavamo al nostro posto ci avrebbero mandato i ‘cani addosso’. Una frase che mi preoccupò tanto che decisi di pagare”. Il costruttore aggiunse che il figlio del sindaco gli chiese di anticipare il 10% delle fatture e che lui consegnò “qualche giorno dopo all’assessore Angri, nei pressi della sua abitazione in via Caprabianca, 2500 euro”.
La prossima udienza è stata fissata per il 27 gennaio 2015, in quella sede è prevista la discussione degli avvocati della difesa Enrico Ranieri e Saverio Campana. Tra i punti a favore della difesa, più volte sottolineati da questi ultimi nel corso del tempo, il fatto che dalle intercettazioni che gli inquirenti hanno eseguito nel corso delle indagini non sarebbero emerse prove di quanto dichiarato dai denuncianti.
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