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Tripaldi: “L’ospedale è in condizioni critiche e i politici pensano a scattarsi foto”

Tripaldi
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NOLA. Le criticità dell’ospedale di Nola sono evidenti a tutti, esclusi alcuni reparti di eccellenza, tanti sono i problemi irrisolti.

Mariafranca Tripaldi, candidato a sindaco alle prossime elezioni comunali di Nola, parte dalla sua esperienza personale per affrontare una serie di tematiche legate ai problemi del nosocomio nolano. “Qualche anno fa ho dovuto portare mio padre in ospedale e abbiamo avuto grandissime difficoltà nel trasportarlo per la mancanza delle sedie a rotelle. Già allora i sindacati sollevavano il problema in cerca di una soluzione. Vedo che ancora adesso sono continue le richieste di aiuto che restano, come allora, inascoltate. Senza dimenticare il sovraffollamento nei reparti, con malati nei corridoi e sulle barelle. Il servizio di accoglienza poi in pratica non esiste”.
E i lavori al pronto soccorso poi sembrano infiniti. “Appunto. I lavori dovevano chiudersi prima a febbraio, poi a marzo e adesso non si parla neppure di date. A pagare questa situazione sono soprattutto gli utenti (circa 600mila, ndr), vista la situazione caotica del pronto soccorso e il pessimo stato dei locali. In pratica degli scantinati”. Pochi poi conoscono quanto accaduto nel reparto dialisi un mese fa. “Causa lavori è mancata l’acqua e il reparto è andato in difficoltà. La protezione civile non è stata disposta a fornire acqua potabile temendo un mancato pagamento del servizio. Alla fine hanno pagato i pazienti: alcuni sono stati costretti a spostarsi ad Avellino, in molti poi non hanno potuto far altro che appoggiarsi a strutture private, pagando di tasca propria”.
Problematiche queste che molti politici e amministratori locali sembrano aver dimenticato. “Ho l’impressione – conclude la Tripaldi – che certi politici locali, troppo impegnati a farsi fotografare sui cantieri, non si curino dell’efficienza della nostra struttura sanitaria, che deve soddisfare un ampio bacino di utenza. Nessuno ha mai posto l’accento sulla necessità di garantire il trattamento dignitoso dei malati”.

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