domenica 16 Giugno 2024
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Truffa per evadere le tasse, indagini per 3 imprenditori del Cis e sequestro di 4 milioni di euro

Per sottrarsi al pagamento delle imposte hanno fatto fallire la società poi rimpiazzata con un’altra messa in piedi con le stesse strutture e anche con il denaro accumulato emettendo fatture per operazioni inesistenti: erano gestite dagli stessi tre imprenditori la società cessata e quella subentrante che gestisce un negozio di abbigliamento del Cis di Nola, a cui il nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli, coordinato dalla Procura di Nola (procuratore Marco Del Gaudio), ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali e reali – emessa dal G.I.P. del Tribunale di Nola nei confronti di tre soggetti gravemente indiziati dei reati di emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e dichiarazione infedele.
L’attività trae origine da una verifica fiscale effettuata nei confronti di una società con sede amministrativa e operativa presso il Cis di Nola, esercente il commercio al dettaglio di abbigliamento per adulti, che è risultata essere la mera prosecuzione di un’altra azienda, già posta in liquidazione e poi cessata, che aveva la medesima sede, gli stessi soci, i medesimi fornitori e dipendenti, e che esercitava l’identica attività commerciale: entrambe le società, di fatto, erano amministrate dalle stesse persone.
Le indagini hanno consentito di individuare diversi illeciti, tutti di natura tributaria. Da un’iniziale verifica fiscale è emersa, infatti, la sovrafatturazione per quasi 800 mila euro, correlata alla cessione di alcuni marchi di abbigliamento da parte della società in liquidazione alla “nuova” societă. I marchi in realtà avevano valore irrisorio e non erano mai stati utilizzati; ciò nonostante essi erano stati apparentemente ceduti per un importo aumentato di circa 800 mila euro, per consentire alla società cedente (poi liquidata) di chiudere il bilancio finale con un risultato di esercizio pari a zero (e quindi non in perdita) e alla “uova” società cessionaria, che tuttora è operativa, di evadere le imposte sui redditi e l’IVA.
“Dall’approfondimento e dallo sviluppo dei dati acquisiti durante la verifica fiscale”, si leggd in una nota della procura di Nola, “è stato possibile ricostruire diversi atti (cessione di punti vendita, delle relative licenze, dei diritti di occupazio ne dei locali, delle attrezzature aziendali, degli impianti, dei dipendenti, delle rimanenze di magazzi no e di quote sociali) – per circa 2,4 milioni đi euro – compiuti dagli indagati al fine di distrarre risorse poste a garanzia dell’Erario per la riscossione delle imposte, degli interessi e delle sanzioni dovute. Infatti, nel corso degli anni, erano stati emessi – a carico della società cedente – avvisi di accertamento e cartelle esattoriali il cui buon esito, proprio in conseguenza dell’attività fraudolenta realizzata dagli indagati, è stato vanificato, in tal modo sottraendo risorse al Fisco. È stato accertato, infine, che la società posta in liquidazione, al fine di evadere le imposte, ha contabilizzato nel bilancio fĩnale, e indicato neila dichiarazione dei redditi, elementi passivi inesistenti per un ammontare di quasi 900 mila euro. Nei confronti dei tre indagati, gestori delle società coinvolte, è stata applicata dal Giudice per le Indagini Preliminari la misura cautelare interdittiva del divieto di esercitare attività d’impresa e di ricoprire uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese per la durata di un anno; inoltre, nei confronti delle società è stato disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca – da eseguirsi anche nella forma per equivalente” nei confronti degli indagati – della somma di circa 4 milioni di euro, che corrisponde al complessivo profitto dei reati contestati.
Contestualmente alla esecuzione delle misure cautelari personali e reali sono state eseguite perquisizioni nei confronti dei soggetti coinvolti”.

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