Pomigliano d’Arco. Da Giuseppe Zeno, presidente Italia dei Valori di Ercolano riceviamo una lettera che pubblichiamo.
Il 21 giugno giorno prima del vergognoso ricatto referendario,chiesto da
fiat e avallato da CGIL,CISL e UIL campane avevo gia’ annunciato che a
pomigliano il contratto nazionale moriva e cosi’ e’ stato. L’accordo di
pomigliano e’ l’apripista alla newco non solo per Pomigliano, ma rappresenta un nuovo modello di relazioni industriali in cui il contratto nazionale di categoria non esistera’ piu’ e si dara’ sempre piu’ spazio ai contratti di secondo livello territoriali,che daranno seguito a meno diritti e a meno tutele per i lavoratori. Il modello Pomigliano,sara’ purtroppo e io lo avevo gia’ preannunciato quello piu’ richiesto da parte delle aziende,proprio perche’piu’ flessibile e peggiorativo delle condizioni di lavoro dei lavoratori. In queste ore alcune aziende come l’indesit e la sirti,stanno valutando la possibilita’di chiedere concessioni in deroga ai contratti nazionali per evitare licenziamenti e delocalizzazioni della produzione o in cambio di nuovi investimenti. Cosa risponderanno i sindacati firmatari dell’accordo di Pomigliano ai lavoratori campani? Come si puo’essere d’accordo ad un contratto che peggiora le condizioni di lavoro dei lavoratori? Ha ancora senso parlare di sindacato? E che sindacato e’questo.
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