sabato 27 Aprile 2024
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Marigliano, un convegno sul territorio agronolano-mariglianese

MARIGLIANO – Domani, domenica 4 maggio alle ore 10.30, nella sala consiliare del comune di Marigliano, un convegno farà luce sulla situazione agro- alimentare locale e sugli interventi necessari per valorizzare e promuovere il territorio, il prodotto locale ed un’ economia sostenibile.

«Quest’anno il “Maggio Mariglianese” è alla settima edizione, un’ edizione particolare e ridotta – dichiarano gli organizzatori – questo perchè la nostra città ha vissuto una crisi istituzionale e, come tutta l’Italia, è alla vigilia di una tornata elettorale» . L’attività svolta dalla Consulta delle Associazioni è stata supportata dal commissario straordinario e quest’ anno, per questa edizione – anch’ essa  fedele alla ricerca della valorizzazione e della tutela del nostro territorio – la tematica prescelta è l’ambiente e la tradizione.

Questo convegno si presenta soltanto come un incipt che aprirà una serie di vari eventi che fanno parte di questa grande manifestazione. «Vogliamo ricordare, ancora una volta che il Maggio non è, e non vuole essere un momento ludico che la Consulta offre alla cittadinanza, ma è, e tale deve restare, un evento che ci vede tutti uniti pronti a riscoprire il senso e il valore del bene comune».

Durante il dibattito interverranno: il professore Giuseppe Caliendo, assessore provinciale all’ ambiente, il dottore Rino Cerini, che illustrerà l’ importanza della tracciabilità del prodotto alimentare, il professore Marcellino Monda, U.o di dietetica e medicina dello sport, il dottore Saverio Quartucci, amministratore Star s.r.l, gli onorevoli Massimiliano Manfredi e Paolo Russo, e la giornalista Gabriella Bellini (Metropolis e direttore de “La Provincia online” ) che sarà la moderatrice di questo incontro.

L’ aerea che sarà analizzata durante il convegno è quella di Boscofangone ” un’ area agricola piccola ove si sono scritte pagine di storia italica e sofferenze di un popolo legato al suo territorio da un atavico amore ancestrale tramandato quasi inconsapevolmente nel corso dei millenni e mai spento”.  In questo territorio diviso dal  fiume Clanio « le sue periodiche inondazioni – ci spiegano – e i successivi ritiri dell’ acqua nell’ alveo non hanno portato solo pestilenza ma soprattutto fertilità al terreno agrario, che si è sempre distinto per una produttività unica, superando di gran lunga le altre zone produttive del Paese».

Non solo, quest’ area, ci dicono, «per le periodiche vicende alluvionali provocate dall’ impaludamento del Clanio, per le ripetute eruzioni vulcaniche del Vesuvio che nella valle ha riversato quantità enormi di pomice, ceneri, lapilli, arricchendo il suolo di minerali e favorendo la stratificazione del sottosuolo, ha conservato intatte memorie geologiche e archeologiche”.

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