SOMMA VESUVIANA. Un abbaiare continuo giorno e notte non poteva passare inosservato a lungo. Una segnalazione ha permesso ai carabinieri della Stazione di Somma Vesuviana di individuare un canile abusivo con circa 50 cani, una decina di uccelli selvatici e alcune tartarughe.
Il canile non era autorizzato, e molti degli animali non erano dotati di microchip. Sul posto ci sono ancora i militari (agli ordini del maresciallo Raimondo Semprevivo), i veterinari dell’Asl, personale della Lipu e del Corpo forestale dello Stato, mentre nel primo pomeriggio hanno compiuto un sopralluogo anche dipendenti dell’ufficio Tecnico del Comune. Gli animali erano stipati in 4 o 5 gabbie in un giardino di via Spilabotte n°63, in buone condizioni ma costretti in poche gabbie considerato il numero notevole di animali. Si tratta, per lo più, di cani “da caccia”, oltre a merli, una ghiandaia, tordi. All’arrivo dei militari e di giornalisti alcuni familiari del proprietario, che è stato denunciato per maltrattamento di animali, hanno cominciato ad “agitarsi”, a minacciare ed insultare. “Che ci fate qua? Non fate video, non fate fotografie. Neanche avessimo ucciso ad un cristiano sarebbe venuta tanta gente, cosa abbiamo fatto di male?”, gridavano tra un’offesa e l’altra. I reati però ci sono, gli inquirenti sono ancora all’interno della struttura e stanno verificando anche a chi fossero intestati gli animali (quelli che erano dotati di microchip), altri rilievi tecnici rispetto agli abusi sono stati compiuti anche dal personale del Comune che si è occupato anche di un pozzo nero per lo scarico dei liquami.

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