SOMMA VESUVIANA. Pizzo imposto ai commercianti in nome e per conto di “Quelli del Parco”. La camorra a Somma si sarebbe mossa così, usando lo spauracchio del “Parco Fiordaliso”.
Ad accertarlo sono stati i carabinieri della Stazione di Somma Vesuviana (agli ordini del maresciallo Raimondo Semprevivo) grazie ad un’indagine coordinata dai magistrati della Dda che questa mattina ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Napoli nei confronti di Eugenio D’Atri e Nicola Zucaro, ritenuti responsabili in concorso del reato di estorsione in concorso aggravata dal metodo mafioso. D’Atri e Zucaro sono già in carcere con l’accusa di aver ucciso lo scorso febbraio Domenico Liguori e Francesco Tafuro, i titolari di un centro scommesse a Somma Vesuviana per non pagare un debito ai due ragazzi.
L’arresto-bis è lo sviluppo investigativo di una vicenda che si è verificata a dicembre 2015, quando i militari arrestarono in flagranza (alla quale è seguita una condanna) di Pietropaolo Di Matteo, 33enne di Somma Vesuviana, fu filmato e poi bloccato mentre chiedeva un “regalo” per le imminenti feste natalizie. In particolare aveva mosso l’estorsione in nome di “Eugenio e Nicola, quelli del Parco”.
“Grazie alla successiva collaborazione con la giustizia di ALTIERI Domenico”, scrivono in una nota il procuratore capo Giovanni Colangelo e il procuratore aggiunto Filippo Beatrice, “soggetto inserito nel medesimo contesto camorristico, sono stati acquisiti gravi indizi di colpevolezza, quali mandanti del delitto, a carico di D’Atri e lo Zucaro, soggetti insediati anche sotto il profilo camorristico nel Parco Fiordaliso di Somma Vesuviana”.

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