Sant’Anastasia. Per l’interprete di una commedia sentire il pubblico ridere di cuore per gran parte dello spettacolo è certamente la soddisfazione più grande che può esserci. Ed è quella che hanno raccolto gli attori che per due giorni hanno messo in scena al teatro Metropolitan di Sant’Anastasia “Don Pascà fa acqua ‘a pippa”.
Interpretazione simpatica che però non ha mancato di toccare il cuore di chi sedeva tra il pubblico, del resto la commedia scritta nel 1873 da Antonio Petito è ancora oggi attualissima per la morale che trasmette.
Un successo di pubblico per uno spettacolo che l’interprete principale Antonio Merone ha voluto dedicare al maestro Luigi De Filippo recentemente scomparso, e che ha letto in scena un telegramma fatto pervenire alla Compagnia dalla vedova dell’erede della famiglia De Filippo. “Luigi non è più tra noi fisicamente, non lo rivedremo più in palcoscenico,fortunatamente rimarranno le commedie di repertorio trasmesse dalla Rai e tanti altri documenti”, ha scritto la signora Laura Tibaldi De Filippo, “Ma di lui rimarranno anche le sue commedie,intelligenti ,ironiche e con uno sfondo di amarezza.come è la vita Luigi degno erede dei suoi avi continuerà ad appassionare il suo pubblico perché tutto continuerà nel suo nome. I suoi attori- allievi maturati e cresciuti artisticamente in tanti anni di lunghe tournée ,avranno il compito di rappresentare i suoi lavori e quelli di Peppino. La vita terrena di è fermata, ma la sua Arte continua. Luigi aveva un rispetto sacro per il suo pubblico,il palcoscenico era la sua vita,gli attori i suoi compagni. Io cercherò di essere all’altezza e continuare a divulgare il suo teatro,era questo il suo desiderio. ‘N coppe ‘ e tavole affatate,solo la’ se sta felice.(Luigi De Filippo). Grazie a tutti. Ciao Luigi il tuo pubblico continuerà ad applaudirti”. Alla fine sul palco per i complimenti agli attori il sindaco di Sant’Anastasia Lello Abete, l’attore Lucio Ciotola che con De Filippo lavorò per ben 8 anni e il nipote di Nino Taranto, il professor Francesco De Blasio, che come curatore della Fondazione a lui dedicata ha dato un’ottima notizia alla Compagnia di Merone. Il copione che De Blasio ha concesso ad Antonio è “Caviale e Lenticchie” di Scarnicci e Tarabusi versione napoletana di Nino Taranto. A Natale verrà messo in scena questo e ritornerà anche la Cantata Dei Pastori.
Oltre a Merone, che come un ottimo padre di famiglia riesce ad essere credibilissimo nel suo ruolo e rendere omogenea a sicura la scena per tutti i suoi attori, bravissima quella che dovrebbe essere “semplicemente” la sua spalla, ma che da anni è molto di più: Susy Muselli. Simpaticissimi però tutti gli interpreti, dallo “zio d’America” Gennaro La Rocca, all’esattore Carmine Beneduce, alla sensuale miss Rosy Margherita D’Alessandro, lo zio vicino di casa Antonio Fusco e Lisa Terranova che tra “patate bruciate” e solidarietà tra vicini coinvolgono lo spettatore nella scena. Una breve ma interessante interpretazione anche quella di Gabriele Merone, figlio di Antonio, nel ruolo di Feliciello.
Innamoratissima e credibile, con gli occhi che le brillavano e pieni di lacrime, Lorenza De Simone e lo stesso il “suo” Alfredo Bruni. Divertente Annamaria Varetti e il suo sketch del cappello, credibili nel loro ruolo rude e deciso i genitori snob di Vittorio Franco Abete e Antonietta Galante.
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