sabato 11 Maggio 2024
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Fca chiude Pomigliano, le dichiarazioni del sindacalista Giannone

POMIGLIANO D’ARCO. Riceviamo e pubblichiamo le dichiarazioni di Giannone Gerardo operaio della FCA di Pomigliano d’Arco.

“Corona virus-19 una storia di incapacità…. Il 28 febbario 2020 il ministro Di Maio e Patuanelli si son recati allo stabilimento della Leonardo di Pomigliano dove hanno presenziato all’Accademy sull’areospazio, in sala cerano centinaia di persone fra dirigenti, giornalisti e operai. Siccome nei giorni antecedenti era scoppiato il caso “Codogno” i lavoratori dovevano firmare un modulo di autocertificazione che non erano stati nelle zone rosse e che non erano stati a contatto con persone infette o provenienti da zone rosse. Guarda caso alcuni giorni dopo il ministro Patuanelli si mette in auto isolamento dopo che ha scoperto che l’assessore della regione Lombardia, che aveva incontrato il 24 febbraio, risulta positivo al covid-19. Il 4 marzo il Presidente del Consiglio Conte emana un decreto che stabilisce una zona rossa enorme che comprende Lombardia ed altre 13 province fra veneto, Piemonte, Emilia-Romagna e Marche. Il 9 marzo sempre il presidente del Consiglio dichiara tutta l’Italia zona arancione/rossa con l’#iorestoacasa. Il Senatore Salvini dichiara il giorno 27 febbraio dal suo account twitter “Riapriamo tutto quello che c’è da riaprire…” in merito alla zona rossa, poi il giorno 9 marzo sempre dal suo account Twitter dichiara “ Chiudere tutto e subito..” Nel frattempo nelle fabbriche si continua a lavorare come nulla fosse. Poi si scopre che ieri 10 marzo i contagi sono saliti ad oltre 10mila e che bar, ristoranti, barbieri, parrucchieri, mercati, etc etc alle 18 chiudono e che neanche il cibo d’asporto si può ordinare. Poi alle 14 di ieri una cinquantina di operai allo stabilimento FCA di Pomigliano, autonomamente, si rifiutano di lavorare, chiedono il perché in tutta Italia c’è il divieto di stare a meno di 1 metro, in fabbrica sulla catena di montaggio, bisogna lavorare in 3 in meno di un metro? Arriva il sindacato, subito dopo l’azienda, cercano di calmare gli animi, invitano gli steSsi a lavorare in quanto alle 15 c’è una riunione e da essa si avranno novità. I lavoratori non si fidano visti i precedentI, infatti ben 3 riuninoi nei giorni precedenti hanno partorito: ”posate di plastica in mensa, amuchina in mensa e infermeria”. I lavoratori su indicazione e rassicurazioni della Fiom-Cgil rientrano speranzosi ma non troppo di un esito diverso stavolta, purtroppo dopo 2 ore di riunione la Fiom scende con 2 suoi delegati e dice che l’azienda non vuole diminuire i ritmi di lavoro (cosa che permetterebbe ai lavoratori di lavorare a circa 3 metri di distanza) e che le mascherine non ci sono. Però qualche giornalista ha saputo dello sciopero in atto e le agenzie e le testate on-line hanno incominciato a rilanciare la notizia. Io mi sono permesso di dire 2 cose: 1) I delegati che non denunciano alle autorità competenti la violazione del dpcm del 4 marzo 2020 diventano complici con l’azienda e rischiano un procedimento giudiziario. 2) Che il governo insieme a Cgil Cisl e Uil era complice di tutto questo e rischiavano anch’essi un procedimento giudiziario. In modo sorprendente stanotte arriva un comunicato da parte sindacale che la FCA sospendeva l’attività lavorativa a Pomigliano per 3 giorni e negli altri stabilimenti per 2, fino al 16 marzo in attesa di maggior chiarimenti governativi. Nel paese dei balocchi dove quello che dici ieri non vale per oggi ci son voluti gli operai FCA per dire al capitalismo, al governo al sindacato che per battere il coronavirus non basta un hashtag o un comunicato ma semplicemente rimanere a casa. Guarda caso all’Avio di Pomigliano oggi è uscito il 1° caso in fabbrica di coronavirus, forse domani tocca a un’altra fabbrica, noi di FCA fino a lunedì siamo quasi salvi, poi il buon Dio ci dirà se scioperare per la nostra vita o morire per l’incapacità di questa classe dirigente”.

Casalnuovo lì 11 marzo ’20

GIANNONE GERARDO OPERAIO FCA G.B.

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