giovedì 9 Maggio 2024
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Il dramma dei cambiamenti climatici e quei negazionisti che fan finta di non sapere

Sotto questi grami e preoccupanti cieli non c’è nulla di più folle e falso del negazionismo dei cambiamenti climatici. Trattasi di una delle bugie storiche più ridicole e clamorose, asserire che è pura invenzione che il clima non stia cambiando in peggio.

Il nostro pianeta è in lotta da decenni in una dura battaglia per la sopravvivenza. E’ vittima di uno stupro collettivo perpetrato da miliardi di strafottenti suoi inquilini e dalla logica di un sistema marcio, che non si preoccupa minimamente dei danni arrecati alla nostra vera dimora. Che è madre terra, la vera nostra casa, e la natura che la compone e la rende unica.

Dietro tutto ciò emergono, senza ombra di dubbio, interessi politici e soprattutto di natura economica. Cominciamo da quest’ultimi che sono la vera causa del cambiamento climatico.

La logica della produzione industriale sfrenata, e ad ogni costo, non guarda in faccio nessun essere vivente e calpesta con indifferenza ogni drammatico effetto collaterale. La catena produttiva va avanti, inquina e non si pone il quesito dei danni derivanti da ciò. Chi sono oggi i paesi più inquinanti al mondo?

Stati Uniti e Cina guidano questa poco onorevole classifica. A seguire le cosiddette new economy, ovvero le nazioni in forte ascesa industriale come India, Brasile ed alcuni del sud est asiatico, dove le norme sull’inquinamento sono molto annacquate. E’ vero che la Cina è oggi all’avanguardia per le rinnovabili, ma al tempo stesso crea con la propria disordinata e smisurata economia danni ambientali e climatici gravissimi.

Questione politica. E’ un comune denominatore fra le destre di tutto il mondo negare e sminuire il dramma del clima. Il perché è di facile comprensione. Il loro credo è di incentivare la produzione sempre e solo. Bisogna costruire, assemblare, vendere e guadagnare. E’ un tappeto rosso al liberismo più sfrenato. Se qualcuno gli punta il dito, loro si difendono con la scusante dei posti di lavoro: il pensare green rischia di mandare a casa molti lavoratori, nulla di più insensato.

Trump ha indicato il cammino. Appena eletto, subito sdoganò ed incentivò il consumo del carbon fossile. I repubblicani Usa sono i guru del negazionismo. Il loro mantra rasenta quello delle sette più obnubilate, cieche al cospetto della realtà. Ma anche le destre Europee non scherzano. In casa nostra, Meloni e Salvini sono apertamente negazionisti. I loro partiti sono schierati dalla parte di chi non si è ancora accorto che questo caldo soffocante non sia un caso. Non è casuale infatti, che il rampante giornalista d’assalto, marito della premier, Andrea Giambruno, nel corso del suo talk show (attendibile e super partes quanto la tv di stato in Corea del nord, forse un po’ meno e non di più) sulle reti berlusconiane, abbia ironizzato sul perché mai meravigliarsi “del caldo a luglio e della neve a dicembre”.

Secondo le destre mondiali ecologista fa rima con estremista e comunista. Falso. Ovvio. Così liquidano chi invece vuole sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema che tocca ognuno di noi.

Ormai, al di là del rammentare chi siano i colpevoli ed i loro lecché, il dramma è che il conto alla rovescia per la sopravvivenza del nostro bellissimo pianeta è già scoccato da troppo tempo.  E corre a velocità impressionante. Il punto di non ritorno forse è già stato superato. I cambiamenti sono molto più rapidi di quanto si potesse immaginare. Di anno in anno ormai assistiamo ad eventi sempre più disastrosi, pericolosi per gli abitanti del pianeta. Quest’ anomala ondata di caldo dei giorni scorsi è inedita. Non si erano mai toccate temperature così elevate e gli esperti prevedono anche di peggio per il futuro.

Soprattutto la condizione degli oceani si fa di giorno in giorno sempre più critica. L’aumento delle temperature delle acque mette a rischio la sopravvivenza delle barriere coralline, di molte specie marine e di interi ecosistemi, già duramente provati dall’inquinamento industriale, dalla pesca intensiva e dalla paurosa diffusione delle plastiche nelle acque. Ricordiamo che oltre la metà dell’ossigeno che respiriamo è prodotto dalla fotosintesi delle alghe marine.

In conclusione, facciamo un salto nel passato ai grandi, e spesso molto inconcludenti, meeting fra i potenti della terra sui temi ambientali. Gli impegni a ridurre di un tot percentuale le emissioni di anidride carbonica entro il 2030 o il 2050. Tutto sbagliato. Promesse vacue. Ed oggi tardive. Non c’è più tempo. L’orologio della vita, della natura ha già detto stop. A quelle date, ora come ora, davvero non sappiamo più se e come ci arriveremo.

 

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Vincenzo Famiglietti
Vincenzo Famiglietti
Ha iniziato la carriera giornalistica a metà degli anni novanta presso il quotidiano sportivo, di breve vita, Sport in Campania, per poi approdare alle redazioni della Verità-Napoli più e successivamente del Corriere del Pallone. Negli anni più recenti ha collaborato per varie testate on line, scrivendo di sport, costume, politica interna ed estera, spettacolo e dei temi più disparati. Si reputa un giornalista completo, versatile nel trattare argomenti di vario genere. E’ spesso ospite come opinionista in molte trasmissioni sportive locali. Ama definirsi una “penna tagliente”, spesso anticonformista e in controtendenza, poco politically correct, sempre impegnato alla ricerca di verità scomode.

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