sabato 20 Aprile 2024
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Marigliano. Nel pomeriggio la benedizione della cappella dedicata alla Madonna dell’Arco

Marigliano. Il male del vivere diventa fede e rafforza la devozione verso la Madonna dell’Arco nel periodo della pandemia. Due anni senza il pellegrinaggio. A Pontecitra i battenti, coordinati da Giacinto Di Palma, con le offerte hanno abbellito la cappella dedicata alla Madonna dell’Arco. L’hanno ricoperta in rame apponendo anche tanti ex voto, dipinti sulle “riggiole”.​ Domenica pomeriggio la benedizione con la lettura dei sentimenti che hanno spinto il curatore, Giacinto, a trasformare il dolore, che la vita non gli ha risparmiato, ​ in amore verso la Madonna. Ha perso una sorella che si tolse la vita a causa dei forti dispiaceri. Un figlio che fin da neonato è entrato e uscito dagli ospedali. ​ L’appuntamento è alle 17.30 davanti all’isolato Iacp del quartiere Pontecitra. L’edicola votiva realizzata negli anni 80’ è un luogo di ristoro degli affanni per lui ​ e per i tanti che pur avendo un percorso di vita accidentato si rivolgono alla Madonna in cerca di aiuto. Giacinto faceva il fruttivendolo in via Giannone e qui conobbe Agostino Devastato, caposquadra di Marigliano. Fu lui ad avvicinarlo al pellegrinaggio. Aveva 18 anni. Dopo qualche anno, ​ nella mattinata del lunedì in Albis, con il figlioletto sulle spalle correva verso la Madonna dell’Arco. ​ Era li puntuale fino a quando non è arrivata la pandemia​ con gli occhi in lacrime . “Ci tengo troppo alla Madonna dell’Arco”. Indica il libro in rame dedicato alla sorella Elisabetta che di fronte ai problemi del vivere e ad una vita familiare travagliata si tolse la vita. Un dolore devastante che Giacinto consola mantenendo saldo il legame ​ con lei prendendosi cura della cappella, proprio come si fa con una persona a cui vuoi bene. E’ un fiume in piena Giacinto…racconta anche di un libro che gli è stato scritto per non disperdere la memoria del culto che lo accompagna fin da ragazzino. Abita a Lausdomini, ma è a Pontecitra sotto il balcone della suocera che da circa 40 anni accarezza il suo dolore. ​ “A te eleviamo le nostre preghiere, a te sospiriamo grazie, a te chiediamo perdono, a te o Maria sempre a te, madre di Gesù ​ e nostra”: è la lapide posta a devozione dalla famiglia Di Palma nel 1988. ​ Domani pomeriggio nel rispetto delle regole anticovid si pregherà con i canti devozionali. A sostenere Giacinto c’è anche la famiglia Faicchia, Giuseppe Faicchia, che porta avanti la tradizione di famiglia.​

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