venerdì 3 Maggio 2024
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Napoli. Reati tributari e contrabbando di alcolici: sequestrati quasi 2 milioni di euro

Napoli. Al termine di complesse indagini la Procura della Repubblica di Napoli Nord ha ottenuto l’emissione di un’ordinanza, affidata per l’esecuzione al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli, che ha disposto misure cautelari nei confronti di 9 indagati, indiziati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di vari reati, tra cui bancarotta fraudolenta, autoriciclaggio, contrabbando di prodotti alcolici, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, omessa dichiarazione dei redditi,
evasione dell’accisa e trasferimento fraudolento di valori.
Nei confronti di quattro indagati, sono stati disposti gli arresti domiciliari, mentre per gli altri tre soggetti è stata applicata la misura del divieto di dimora nelle province di Napoli e Caserta, in virtù dell’ampio territorio nel quale operava l’associazione per delinquere.
Gravi indizi di reato sono stati raccolti anche nei confronti di due professionisti contabili, per i quali è stata disposta la misura dell’interdizione dall’esercizio della professione di commercialista per un anno.
A tali misure cautelari, poi, si aggiungono sequestri di denaro, quote societarie
e beni mobili ed immobili per un valore complessivo pari a circa 1,7 milioni di
euro.
Le attività investigative anche di natura tecnica hanno consentito di acclarare
l’uso strumentale di due aziende – leader nell’Italia Meridionale – operative nel
settore della distillazione e commercializzazione di bevande alcoliche, le quali
erano formalmente amministrate da alcuni “prestanome”, ma sostanzialmente
gestite da un nucleo familiare composto da soggetti già in precedenza attinti
da gravi misure cautelari per reati in materia di contrabbando di prodotti
alcolici.

Il gruppo familiare, secondo quanto emerso nel corso delle indagini, avrebbe
prima determinato il dissesto finanziario delle aziende utilizzate per distillare e
commercializzare bevande alcoliche, accumulando un ingente debito nei
confronti dell’Erario dovuto a tasse ed imposte non pagate e,
successivamente, avrebbe provveduto a rientrare fraudolentemente nella
disponibilità di tali ditte.
Nel corso delle indagini, anche attraverso l’analisi degli innumerevoli flussi
bancari, è stato possibile ricostruire le varie fasi ante e post decozione, così
emergendo le modalità di riacquisto delle società e le condotte di
autoriciclaggio dei proventi illeciti derivanti dal contrabbando di prodotti alcolici.
In particolare, le condotte dissimulatorie attuate dai quattro fratelli destinatari
dell’odierna misura cautelare degli arresti domiciliari hanno consentito agli
stessi di rientrare nella titolarità del complesso aziendale, con sede nel
comune di Pastorano (CE), del valore di circa 2 milioni di euro, il quale è stato
poi acquistato da una società operante nel settore della ristorazione.
Tale società, a sua volta acquisita con i proventi dell’attività illecita di
contrabbando di bevande alcoliche, è risultata essere di proprietà delle
rispettive mogli degli indagati, i quali provvedevano a gestirla materialmente
per il tramite di un amministratore fittizio di assoluta fiducia.
Il ramificato sistema di frode, che ha consentito di contrabbandare prodotti
alcolici e di evadere l’IVA e l’accisa, sarebbe basato essenzialmente
sull’utilizzo e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti da parte di società
“cartiere”, ossia prive di qualsivoglia concreta operatività, le quali venivano
interposte nelle operazioni di vendita solo per far ricadere su di esse gli ingenti
debiti tributari verso lo Stato.
In altri casi, invece, l’emissione delle fatture false sarebbe avvenuta mediante
la collaborazione di soggetti giuridici inesistenti creati ad hoc onde agevolare
l’illegale immissione in consumo di migliaia di litri di prodotti alcolici, da
destinare al mercato nazionale ed estero.

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