venerdì 26 Aprile 2024
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S.Anastasia. Puc, Una città in salute: ‘Il nostro punto della situazione’

Sant’Anastasia. Riceviamo e pubblichiamo nota dal segretario di Una città in salute Gianluca Di Marola.

In seguito al seminario tenutosi all’interno dell’aula consiliare dove l’amministrazione Comunale ha discusso del PUC (piano urbanistico comunale), come Città in salute – per il progresso di Sant’Anastasia abbiamo fatto il punto della situazione attraverso la gentile consulenza di un tecnico.Fin dalle prime battute del nostro incontro è apparso evidente, vi è la documentazione a testimoniarlo, che già nel precedente piano urbanistico, quello ancora chiuso nel cassetto,per gli imprenditori in regola con le procedure burocratiche era previsto l’ampliamento delle loro attività. Ma andiamo oltre:

  1. – I Pip:
    Tra una pausa e l’altra, chi ha amministrato Sant’Anastasia negli ultimi quindici anni
    dovrebbe spiegarci per quale ragione ha lasciato che due Pip (piano di insediamento
    produttivo) approvati e pronti per essere inviati in Regione scadessero. Insomma, se tutti
    avessero impegnato le loro risorse non solo negli spot elettorali oggi potremmo disporre
    di svariati e funzionali insediamenti produttivi.
    – Il raddoppio di Via Pomigliano:
    Vorremmo manifestare ai cittadini la totale impraticabilità di tale opera, per questioni
    inerenti al tempo di cantierizzazione nonché alla fattibilità. Ma si continua a vendere
    fumo.
    – Lo studio pedologico che riguarda Via Pomigliano e Via Romani:
    Per quanti non lo sapessero, lo studio pedologico consiste in una approfondita analisi
    agraria dei terreni atta a verificarne il grado di fertilità. Tale report viene suddiviso in tre
    livelli. Il primo livello, il più significativo, indica i terreni inedificabili in quanto
    altamente fertili. Questo studio viene effettuato su base scientifica e ad occuparsene, per
    il nostro Comune, è stato un professore dell’Università di agraria durante
    l’amministrazione Abete. Affermare che sia possibile contestare lo studio pedologico ma
    non rigettarlo (parole del Sindaco Esposito), per altro con motivazioni approssimative, è
    come raccogliere l’acqua con un colapasta. Insomma, un dato scientifico lo si può
    seriamente confutare soltanto attraverso un nuovo studio scientifico altrettanto
    qualificato. Altrimenti ci si comporta come un qualsiasi no-vax, che tratta gli argomenti
    appellandosi alle opinioni personali. La previsione di un polo industriale:
    È già realtà, basta andare a verificare gli atti. Forse non piace la collocazione? Può darsi,
    si è già verificato in passato con l’isola ecologica.
    – Sviluppo economico attraverso il turismo religioso:
    In zona Santuario avevamo la possibilità di avviare un’espansione turistica legata appunto
    al culto della Madonna dell’Arco attraverso una vasta area, prontamente identificata,
    dove far nascere un grande parcheggio. Pare assurdo, poi, per non dire elementare, che un
    Comune con un’attrattiva religiosa di così enorme portata non l’abbia da tempo sfruttata
    creando un polo turistico di altissimo livello. Viene spontaneo chiedersi: ma in tutti questi
    anni, dove stavate? Cosa avete fatto?
    – Condoni edilizi:
    È dal 2009 che gli uffici preposti non hanno più lavorato. Inoltre, nell’anno 2017 le
    pratiche sul condono sono state tutte esaminate. Una per una. Alcune di queste pratiche
    non rispondono ai requisiti per ottenere il condono, altre, invece, sì, in particolare quelle
    produttive. Ogni fascicolo ha ricevuto anche un parere tecnico. Giusto per non farsi
    mancare niente, per questa fase, l’amministrazione ha pagato delle commissioni. Se oggi
    si sta sprecando dell’altro tempo oltre a risorse finanziarie per riesaminarle vuol dire che
    abbiamo stipendiato qualcuno che non ha portato a termine il proprio lavoro. E sarebbe
    opportuno saperlo.
    – Immobili e terreni acquisiti a patrimonio comunale:
    Parliamo di strutture che potrebbero rispondere a importati attività sociali e culturali
    offrendo spazi di aggregazione e inclusione che tanto mancano alla comunità. L’ex
    maneggio Giangugliemo, ad esempio, è un terreno acquisito a patrimonio comunale che
    da oltre un decennio risulta abbandonato a sé stesso. Così come l’area della FAG (anche
    se privata), che oltre a rappresentare uno scempio paesaggistico rappresenta un’elevata
    pericolosità ambientale per tutti quanti noi. Ma credeteci, l’elenco è davvero lungo.
    Conclusioni:
    Condividiamo ogni singola parola dell’assessore all’urbanistica alla Regione Campania
    Bruno Discepolo. Il PUC che sta per nascere (?) deve fondarsi sui principi della
    condivisione e della partecipazione. Sono trascorsi ormai diciassette anni da quando per
    legge dovevamo dotarci di un piano urbanistico. Addirittura trent’anni se pensiamo
    all’ultimo approvato. Migliaia di euro sono andati in fumo per assurde beghe politiche. Riteniamo finito il tempo di chi può rigirarsi i pollici e farsi la guerra ai danni di un’intera
    comunità. È necessario, quindi, riqualificare e valorizzare il territorio sfruttando a pieno
    gli strumenti tecnici che le normative sulla semplificazione burocratica rendono
    disponibili. L’amministrazione comunale dovrebbe agire rendendosi conto che un piano
    strutturale non va sostituito a ogni cambio di casacca. Un piano strutturale non va confuso
    con un piano operativo, che invece è malleabile alle esigenze di chi si trova a operare in
    un determinato momento. In definitiva, non deve esserci l’affermazione cieca e sorda di
    una maggioranza che vuole imporsi a tutti i costi sulla comunità. I cittadini anastasiani
    hanno bisogno di dialogo, di sinergia.
    Siamo convinti, ed è su questo che ci impegneremo, che il PUC debba accogliere le
    esigenze di ogni cittadino, debba agevolare l’inclusione sociale attraverso l’abbattimento
    delle barriere architettoniche, che restano inspiegabilmente ferme al palo, e debba
    assolutamente accompagnare una crescita economica, culturale e paesaggistica che
    coinvolga gli attori sociali del territorio. Continuare a parlare di legge 21, di
    finanziamenti che dovevano arrivare e che mai si sono visti, è inutile quanto ridicolo.
    All’amministrazione comunale guidata dal Sindaco Carmine Esposito chiediamo di poter
    esaminare a fondo questo fantomatico PUC che lui e la sua maggioranza hanno in testa.
    Sarebbe opportuno, e se vogliamo pure democratico, rendere pubbliche le scelte di
    interesse collettivo anziché nasconderle.

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