sabato 27 Luglio 2024
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Saviano. Mancata programmazione edilizia dell’Istituto R. Levi-Montalcini – Ferraris. Flash mob degli studenti: “La nostra scuola non deve morire”

Saviano. L’Istituto “Saviano-Marigliano” R. Levi-Montalcini – Ferraris insiste su un ampio territorio con tre sedi e sette indirizzi di studio tra liceali e professionali.

Nell’ultimo biennio la scuola risente in maniera insostenibile della mancata programmazione edilizia che, pur nutrita di lodevoli intenzioni, è peggiorata notevolmente tanto da giungere ad un livello di insostenibilità senza ritorno.

Proprio per questi motivi il dirigente scolastico dell’istituto, Domenico Ciccone, ha inviato una lettera indirizzata a:

Al sig. Sindaco Al dirigente del settore Edilizia scolastica

Al dirigente del settore Programmazione scolastica

della Città Metropolitana di Napoli e p. c.

al Direttore Generale dell’USR Campania

Al Dirigente UAT di Napoli Al sindaco di Saviano

Al sindaco di Marigliano Al presidente del Consiglio di Istituto

Al personale docente Al personale della scuola

Agli studenti Ai genitori

Ecco il testo:

Plesso di Marigliano Sede associata G. Ferraris.

“L’edificio è costituito da un unico corpo di fabbrica in cemento prefabbricato compresso. Nell’ultimo decennio ha sofferto di infiltrazioni di acqua dal tetto che sono giunte fino al piano terra, data la

particolarità della struttura prefabbricata che consente all’acqua di infiltrarsi dal tetto fino alle fondamenta attraverso le giunzioni tecniche, ammalorando, nel contempo, con muffe, umidità diffusa, muschio e

impurità tutto quello che sta nel mezzo. L’impermeabilizzazione del tetto è stata rifatta due volte nel suddetto decennio senza miglioramento alcuno. Anzi, dopo l’intervento di Armena Sviluppo (risalente al 2016 e realizzato in sostituzione di quello di una ditta privata, durato mesi e svolto, evidentemente, senza alcuna attenzione tecnica) la situazione è gradualmente precipitata.

 

La struttura tecnica di Città Metropolitana conosce lo stato dei luoghi, in gran parte interdetti all’uso, e la drammatica situazione sul piano didattico, essendo l’istruzione professionale legata a filo doppio con i laboratori e le relative attività, non possibili attualmente a causa di interdizioni ovvero di utilizzo dei laboratori in sostituzione delle normale aule.

L’utenza si lamenta quotidianamente dello stato dei luoghi, si moltiplicano le richieste di nulla osta e di periodi di volontaria sospensione della frequenza a causa di allergie, problemi respiratori e malessere generale a causa della permanenza ( 32 ore settimanali) in un struttura ormai ammalorata e insana oltre che seriamente compromessa a livello strutturale.

La Città metropolitana ha impiegato più di un anno per svolgere le pratiche amministrative e le attività negoziali per affidare i lavori, che sembrano allo stato di imminente inizio (con la stagione delle piogge e in pieno vigore), con un’utenza sfiduciata e delusa, pronta a sconsigliare l’iscrizione a chi dovesse chiedere notizie sulla scuola. Non è possibile svolgere un orientamento di benché minimo livello e meno che mai degli open day poiché, se dovesse piovere nelle date programmate, ci troveremmo in un imbarazzo ancora maggiore con la potenziale utenza rispetto a chi minimamente ci conosce.

La figura del Dirigente scolastico insieme al proprio staff subisce quotidiane sollecitazioni ormai diventate quasi ironiche a causa degli impegni non mantenuti con chi aveva chiesto fin dal termine dello scorso anno scolastico, in piena estate, un ragionevole intervento sull’edificio finalmente più asciutto soltanto per il salvifico intervento del clima. Possiamo provarci ma convincere l’utenza che la burocrazia conta più del buonsenso è molto difficile.

Plesso di Saviano Piazza Musco

La sede di Piazza Musco, di proprietà del Comune di Saviano e concessa in comodato d’uso gratuito, è stata, nello scorso mese di aprile richiesta in restituzione per sopraggiunti e urgenti motivi da parte dell’ente proprietario, consistenti nella necessità di aule per la ristrutturazione del plesso di scuola primaria sito in via Roma a Saviano.

In seguito a numerose riunioni e grazie all’accordo, (non certo scontato) dei dirigenti scolastici del

territorio, la struttura è stata in parte sottratta alla restituzione, consentendo al Liceo associato all’istituto di mantenere n. 7 classi al secondo piano dell’edificio e rinunciando ai 2 laboratori, alle aule informatiche, alla sala docenti e agli spazi esterni (utilissimi in carenza di palestra), per evitare doppi turni e rotazioni. La sede, da anni subisce una copiosa infiltrazione di acqua dal tetto che, nel decennio di concessione in comodato d’uso non è stata mai affrontata e risolta a causa delle caratteristiche architettoniche dello stesso, molto particolari ed impegnative sul piano tecnico come rilevato nell’ultimo sopralluogo realizzato di concerto tra i tecnici di CM e il locale UTC. Il risultato è che le acque piovane invadono con abbondanti gocciolamenti, sia l’area residua, lasciata in comodato d’uso alla CM di Napoli per il Liceo sia la zona sottostante in uso alla scuola primaria di Saviano I Circolo, che, nonostante una condizione di convivenza, accetta qualche disagio pur di evitare una situazione peggiore.

In realtà, le soluzioni organizzative messe in campo dai dirigenti scolastici del territorio richiedevano, specularmente, un impegno rivolto alle strutture per renderle inappuntabili anche agli occhi dell’utenza che, verosimilmente, non ha le ha accettate di buon grado. Probabilmente la necessità di continuare ad impegnarsi oltre il tavolo degli accordi tra enti locali e dirigenti scolastici, tenuto con successo nei mesi estivi, non è stata presa in giusta considerazione.

Anche in questo caso non sappiamo come far fronte alle attività di orientamento data la scarsa attrattività della struttura che già nel passaparola dei genitori ci crea non poche difficoltà sul piano delle relazioni e dell’immagine territoriale del Liceo, faticosamente costruita ed in serio pericolo in un territorio nel quale le

 

scuole mettono in campo un’offerta formativa di alto livello alla quale non vogliamo, a nostra volta rinunciare per cause non dipendenti dalla nostra volontà”.

Sede centrale di Corso Italia

“L’edificio in affitto passivo è visibilmente destinato ad un uso di civile abitazione con una piccola area commerciale al piano rialzato. Nel piano seminterrato, destinato ai laboratori e quindi normalmente frequentato dagli alunni per tempi limitati, allo stato attuale stazionano stabilmente 3 classi con proteste quotidiane di alunni e genitori. Questa soluzione è stata necessaria per consentire alle 3 classi quinte del liceo di essere ospitate presso la sede Centrale sottraendo di fatto alla sezione professionale tutti i laboratori e le aree di esercitazione che, come già chiarito, sono indispensabili nella istruzione professionale. La soluzione doveva essere temporanea e limitata alla seconda decade di ottobre quando, Città metropolitana di Napoli, avrebbe dovuto installare n. 3 moduli aula nello spazio retrostante l’edificio, in maniera da consentire un proseguimento dignitoso delle attività.

Allo stato attuale anche il plesso centrale versa in una condizione di precarietà, laddove anche gli spazi non propriamente adatti all’uso come aula sono stati completamente occupati e non si intravede la possibilità di ripristinare le attività laboratoriali non diversamente espletabili.

Gravi ripercussioni sulle nostre attività didattiche e sull’Orientamento

Non possiamo immaginare lo svolgimento di un orientamento degno di questa definizione in strutture visibilmente sovraffollate e prive di ogni spazio attraente e stimolante dal punto di vista didattico.

Qualora le estenuanti trattative di questa presidenza con gli studenti, i genitori, gli organi di informazione e tutti gli stakeholder, giustamente irritati per diritti lesi ai giovani alunni e studenti del territorio, non dovessero giungere a conclusioni pacifiche, si paventa una difficile protesta studentesca che nei periodi precedenti le vacanze natalizie generalmente assilla le scuole di secondo grado e troverebbe terreno fertile nella situazione strutturale della nostra scuola .

Peraltro la situazione strutturale stride in maniera decisa con quella organizzativa e didattica che vede la scuola impegnata nella ricerca, nell’innovazione e nel continuo rinnovo delle dotazioni tecnologiche, non tralasciando nessuna opportunità di acquisto con azioni pubbliche di supporto e finanziamento.

Occorre far presente, infatti, che non ci è possibile installare stabilmente le dotazioni didattiche innovative di PON EDUGreen, PNRR azione 4 sia per Digital Labs sia per Digital classroom, e PON 100100 che ha ultimamente dotato la scuola di attrezzature di laboratorio per ulteriori 200.000 euro. Come tutti sanno, l’informatica ed il digitale non sono propriamente compatibili con acqua, muffa e infiltrazioni.

La comunità educante teme, pertanto, una caduta libera delle iscrizioni, della quale non si sente certo responsabile avendo sempre perseguito con ogni mezzo la garanzia del diritto allo studio. Rimane inaccettabile l’atteggiamento di inadeguata lentezza dei settori amministrativi e operativi di livello metropolitano che dovrebbero supportare la scuola e che, in altri contesti, hanno agito con sollecitudine e definitività, nel mentre lasciano inspiegabilmente questa scuola in difficoltà insormontabili, aggravando la comunità educante di difficoltà che si ripercuotono sull’immagine, sulla credibilità e sulla efficienza della scuola che, sebbene costruite con enormi difficoltà in anni di lavoro costante e intenso, possono scemare in pochi mesi a causa di responsabilità non certo ascrivibili alla istituzione scolastica”.

Inoltre lo scorso venerdi gli studenti sono stati i protagonisti di un flash mob per sostenere il dirigente e per reclamare il loro diritto allo studio in una struttura idonea al grido “La nostra scuola non deve morire”.

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