lunedì 29 Aprile 2024
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Elezioni a Pomigliano, il Pd: “Dobbiamo cambiare tutto”

POMIGLIANO D’ARCO. Riceviamo da alcuni componenti della segreteria del Pd di Pomigliano ed iscritti una lettera che hanno inviato al Segretario Michele Tufano, Alla Segreteria di circolo, Alla direzione cittadina del Partito Democratico, in vista delle elezioni del prossimo anno.

POMIGLIANO 2015:CAMBIARE TUTTO
In vista dei prossimi importanti appuntamenti elettorali, da iscritti e militanti del Partito metodi la cui applicazione riteniamo non più rinviabile.
Dunque con la passione, l’energia e l’impegno che fin’ora c’ha contraddistinti sottoponiamo al Segretario, alla Segreteria ed alla Direzione cittadina le seguenti valutazioni e
proposte.

1) Breve cronaca di un disastro
Pomigliano vive oggi una delle fasi più cupe e drammatiche della sua storia: da volano dell’industria nel Mezzogiorno e centro di elaborazione politico-culturale si è trasformata in una Città spenta e smarrita, senza un’identità ed una vocazione,centro tornato marginale nella enorme metropoli napoletana.
Sono stati cancellati i servizi sociali, per gli anziani, i giovani e i disagiati.
E’ stato smantellato l’ambizioso progetto culturale e di aree aggregative e di formazione che, negli anni passati, consentiva a Pomigliano di emergere e distinguersi dalle altre realtà limitrofe e campane.
Il ritorno di pratiche di gestione amministrativa di vecchio stampo, fuori del tempo, hanno mortificato i dipendenti comunali e hanno devastato efficienza e funzionalità dell’organizzazione comunale, molto spesso ridotta a struttura al servizio degli amici degli amici.
L’assenza di un serio piano commerciale, una tassazione locale elevatissima, la mancanza di efficaci politiche di sostegno ed incentivo hanno messo letteralmente in ginocchio il commercio cittadino.
Si è registrata, fatta eccezione per le strisce blu dalle quali hanno tratto guadagno esclusivamente dei privati, l’assenza totale di politiche per la mobilità.
Le periferie sono state abbandonate al loro destino, divenendo sempre di più un corpo estraneo rispetto al resto della Città.
Per la prima volta dopo più di vent’anni Pomigliano è stata travolta da un gravissimo scandalo giudiziario: la vicenda del settembre 2011 del consigliere comunale e dell’assessore colti in flagrante ad intascare delle tangenti ha inferto una ferità profonda alla nostra comunità.
Un vero disastro.

2) Consiglio Comunale: chi l’ha visto
La regressione politica, culturale, economica e sociale che attraversiamo è imputabile, tra le altre, anche allo svilimento e alla marginalizzazione del ruolo del Consiglio Comunale.
Il Consiglio Comunale è l’organo massimo di rappresentanza di una Città e dei suoi cittadini, è il luogo dove una pluralità di idee e di istanze si confronta e si scontra, se necessario, per poi approdare a delle soluzioni in grado di realizzare l’interesse generale di una comunità.
Negli ultimi quattro anni e mezzo, però, il Consiglio Comunale, quando c’è stato, tutto è stato, eccetto che luogo di discussione, confronto ed elaborazione progettuale. Nella migliore delle ipotesi è stato teatro di scontri di matrice personalistica, nella maggior parte dei casi, invece, è stato umiliato e relegato alla mera funzione di ratifica; le sue prerogative politiche e di legge sono state spesso calpestate e ignorate, senza che nessuno dei suoi componenti battesse ciglio.
Indicativo di un quadro simile è stato il diffuso impiego delle delibere di giunta: nei suoi aspetti sostanziali l’azione dell’attuale amministrazione si è svolta, senza coinvolgere l’organo collegiale del Consiglio Comunale, tramite questo strumento.
Alla delibera di giunta, per esempio, si è ricorso, malgrado in questa fase quello dei beni comuni sia un argomento particolarmente dibattuto, per la concessione di spazi pubblici ad enti ed altri soggetti privati. In un periodo di forte recessione economica come quello che attraversiamo, quasi tutte le opere pubbliche (l’inutile rotonda di via Napoli, l’allargamento di Piazza Primavera, le vetrate del Parco Pubblico) sono state realizzate con delibere di giunta; molte di queste opere tra l’altro, neanche a farlo apposta, non erano comprese nel Piano triennale delle opere pubbliche, di competenza del Consiglio Comunale, presentando dunque dei profili di palese illegittimità.
E’ facile pertanto evincersi che l’uso eccessivo ed in parecchi casi immotivato dell’atto in questione ha non solo violato la legge ma ha mortificato in maniera prepotente il ruolo e la funzione della rappresentanza politica.
Così la città, in questi anni, oltre a non avere un Sindaco a disposizione dei cittadini non ha avuto, nei fatti, neanche il Consiglio Comunale.
Mai più: Il Partito Democratico si impegni sin da ora a rendere il prossimo Consiglio Comunale un luogo reale di incontro, e se necessario anche di scontro, di idee e proposte, a far si che non ne sia mai svilito l’insostituibile ruolo di rappresentanza degli interessi diffusi della Città e dei suoi abitanti.
La crisi dei sistemi di rappresentanza passa anche da qui. Restituire al Consiglio Comunale il peso specifico che la nostra Costituzione disegna significa rafforzare la Democrazia. E chi può arrogarsi, con coraggio e determinazione questo compito, se non il Partito Democratico che su quei valori è stato costituito?

3) Basta liste “civiche” degli interessi personali
Una delle concause della mortificazione del ruolo del Consiglio Comunale e quindi della rappresentanza politica è la proliferazione, iniziata nel 2010 di liste e formazioni cosiddette civiche dell’ultimo minuto.
Da una valutazione superficiale non vi sarebbe niente da obiettare: non c’è nulla di negativo in un sano civismo o in una rete di associazioni che decidono di dedicare tempo ed impegnarsi per la propria comunità.
Sotto quest’aspetto, tuttavia, Pomigliano rappresenta un caso piuttosto singolare: le varie liste civiche candidatesi nel 2010 al governo della Città, quasi tutte collocate nella coalizione di centrodestra, col civismo e con l’impegno sociale non avevano nulla da spartire.
Dietro quella loro denominazione, apparentemente scevra da qualsiasi implicazione utilitaristica ed affaristica, si nascondono rendite di posizione e di potere da salvaguardare, interessi di natura personalistica e familiaristica che di tutto si occupano tranne che di lavorare per l’interesse collettivo.
Il dibattito ed il confronto all’interno dell’ultimo Consiglio Comunale, dove i rappresentanti di una serie di liste civiche hanno contribuito e contribuiscono a mantenere gli equilibri di maggioranza, sono stati più volte impediti e bloccati dai veti che provenivano da queste formazioni.
Non una proposta e non un’idea per la città, soltanto tornaconti elettorali e particolarismi da tutelare.
Questa deleteria tendenza si registra anche nell’imminenza delle prossime elezioni amministrative: in Città sorgono e sorgeranno, in segreto e senza alcun confronto pubblico, schieramenti “politici” costruiti non attorno ad un’idea, bensì attorno a singole persone o a gruppi di famiglie.
Ed è questo un pericolo contro cui dobbiamo tenere alta la guardia se non si vuole correre il rischio, ancora una volta, di far prevalere interessi personali e particolari a discapito di quelli collettivi.
Chiediamo dunque al Partito Democratico innanzitutto di impegnarsi a non prestarsi al facile meccanismo dell’accozzaglia personalistica. Non sarà una sommatoria di voti a far risultare vincente la coalizione del centrosinistra, ma una proposta ed un progetto credibili ed innovativi che guardino al futuro della Città. Dunque auspichiamo una coalizione del centrosinistra solo con forze politiche e civili reali, autonome con un chiaro elemento di qualità della proposta e della rappresentanza politica.
Ma crediamo che il ruolo del PD non debba e non possa limitarsi a questo: il Partito Democratico dovrà sfidare gli altri soggetti politici sul piano della credibilità, invitandoli ad uscire dalla logica delle armate brancaleone fatte di sommatorie di civiche familiaristiche e portare lo scontro su un livello propriamente politico e sulla alterità delle proposte in campo.

4) Il PD deve cambiare tutto
Di fronte a tutto ciò; di fronte ad un operato nel complesso negativo dell’attuale amministrazione e ad una regressione culturale, sociale ed economica; di fronte alla mancanza di un progetto per la Città; di fronte alla marginalizzazione della funzione del Consiglio Comunale e ai costanti condizionamenti di interessi personali e di parte, l’opposizione non si è dimostrata capace di assolvere efficacemente la funzione che gli elettori le avevano affidato.
Della rappresentanza istituzionale del Partito Democratico di Pomigliano non si ricordano contrapposizioni efficaci, pubbliche prese di distanza quando venivano tagliati i fondi ai servizi sociali; quando le periferie scomparivano dall’azione dell’amministrazione comunale; quando si ricorreva, pur senza adeguata motivazione, alle procedure straordinarie per l’assegnazione degli appalti; quando questioni dirimenti per la Città venivano decise direttamente, senza discussioni, dalla Giunta Comunale o in sedi non deputate,ecc.
Contraddizioni e responsabilità, quelle della rappresentanza istituzionale del Partito Democratico, ampiamente criticate dal nostro elettorato e dalla cittadinanza, che da lungo tempo lamentano la latitanza dell’opposizione all’interno del Consiglio Comunale.
Il modo di concepire e praticare la rappresentanza istituzionale da parte dei nostri consiglieri comunali ha contribuito a scrivere una pagina che, al netto di quattro anni e mezzo, risulta ampiamente fallimentare.
Abbiamo l’obbligo e il dovere di ascoltare ed interpretare la forte esigenza di cambiamento e rinnovamento che proviene dalla Città.

E’ necessario che il Partito Democratico lanci un radicale ed inequivocabile messaggio di discontinuità e di conseguente visibile cambiamento.
Proprio per questo, senza esitazioni, dobbiamo lasciarci alle spalle stagioni fallimentari.
E dobbiamo cambiare tutto a cominciare dalla non ricandidatura, alle elezioni comunali del prossimo anno, dei consiglieri comunali uscenti del Partito Democratico.

Sarebbe un’importante assunzione di responsabilità. Ed in politica le responsabilità non sono individuali ma sempre collettive.
Per cambiare pagina. Davvero.

Antonio Tondi, Segreteria PD Pomigliano;
Giulia Bladier, Vice-Presidente PD Campania;
Ester Cimitile, PD Pomigliano;
Fabiana Selva, Segreteria PD Pomigliano;
Raffaele Cennamo, Segreteria PD Pomigliano;
Gennaro Murat, Segreteria PD Pomigliano;
Marianna Manna, PD Pomigliano;
Giovanni Orfeo, Segretario PD Alenia;
Vincenzo Russo, PD Pomigliano;
Elia Auriemma, PD Pomigliano;

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