sabato 27 Luglio 2024
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Ennesima tragedia di malasanità, dopo 4 anni ancora chiuso il pronto soccorso dell’ospedale di Boscotrecase

“Ci troviamo dinanzi all’ennesimo episodio di malasanità e a farne le spese, questa volta, una bambina di appena tre mesi”. Sono inferociti gli attivisti del movimento “Ce avite accise a Salute” che da anni si battono per la riapertura del pronto soccorso dell’Ospedale Sant’Anna e Madonna della Neve, sito a Boscotrecase, dopo la chiusura definitiva dell’ospedale civile di Torre Annunziata.

Tra speranze e promesse disattese, il nosocomio, che insiste su un territorio con un’utenza di circa 300mila persone, non riesce a decollare ma al contrario perde pezzi e personale, con chiusure di interi reparti e la migrazione di medici e personale sanitario verso altre strutture.

Era luglio 2020 e i cittadini di Torre Annunziata e dei paesi vicini scesero in piazza – guidati dal movimento – per protestare contro la chiusura del Pronto soccorso e per dire no alla decisione di adibirlo esclusivamente a Covid Hospital certi che questa scelta avrebbe comportato conseguenze nefaste per il diritto alla salute dei cittadini vesuviani.

Se da una parte il nosocomio bosco-torrese è stato tra quelli con più alto numero di decessi nella cura del Covid, anche chi aveva bisogno di altre tipologie di assistenza non più espletabili nella struttura del Sant’Anna, ha trovato negli ospedali vicini un servizio congestionato e sovraffollato oltre al fatto che è difficoltoso arrivarci a causa del traffico, così come è capitato nell’ultimo fatto di cronaca.

Il Movimento “Ce Avite Accise a Salute” fin dal primo momento ha denunciato le scelte compiute sul territorio dalla direzione sanitaria che da una parte acquista dispendiose attrezzature all’avanguardia mentre dall’altra chiude interi reparti tra cui il pronto soccorso, così come è successo a Bosco. Sembra quasi che la salute dei cittadini segua dinamiche di spartizioni politiche e territoriali che poco hanno a che fare con il giuramento di Ippocrate.

“Ribadiamo da tempo – scrivono i rappresentanti del movimento – la necessità di una rete emergenza-urgenza” nell’area vesuviana per le patologie che necessitano di interventi immediati, in cui il fattore tempo è determinante; al momento eventi come ictus, infarti, politraumi non hanno la possibilità di essere curati con tempestività. Constatiamo, inoltre, che nonostante la forte natalità rispetto agli altri territori, la mancanza di un polo materno infantile e di un punto di accoglienza pediatrica. L’ospedale di Boscotrecase deve necessariamente aderire alla rete emergenza, per limitare la pressione agli ospedali napoletani e dell’area Nocerino-Sarnese, aprendo immediatamente un pronto soccorso.”

“Invitiamo – concludono nel comunicato – alla mobilitazione tutti i cittadini vesuviani per la riapertura dei servizi primari nell’ospedale di Boscotrecase e di una struttura di primo soccorso nell’ex ospedale civico di Torre Annunziata.”

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