martedì 30 Aprile 2024
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Il mea culpa del PD di Torre Annunziata sullo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni camorristiche

“Proteggere le istituzioni delle infiltrazioni, corruzioni e malaffare” il titolo dell’iniziativa promossa dal Partito Democratico di Torre Annunziata che si terrà nella giornata di domani 19 ottobre nel comune in cui il consiglio comunale è stato sciolto per infiltrazioni camorristiche.

Il PD cercherà ancora una volta di ritrovare quell’unità perduta che ha visto impegnarsi già durante il proprio commissariamento Paolo Persico e l’ex segretario provinciale, il deputato Marco Sarracino, che hanno fatto in più occasioni mea culpa sia sull’appoggio incondizionato all’amministrazione comunale che sul defenestramento dell’ex segretario del circolo locale Francesco Savarese, cacciato a causa delle sue accuse, ancor prima dei noti fatti giudiziari, nei confronti dell’ex Sindaco del PD Vincenzo Ascione.

Questo convegno sarà l’occasione per Pierpaolo Telese – figliol prodigo rientrante nel Partito Democratico dopo trascorsi in SEL e DEMA e candidato Sindaco in alternativa proprio a Vincenzo Ascione –per riappacificarsi con l’ex senatore Sandro Ruotolo il quale, neanche un anno fa, durante un dibattito organizzato dal “Comitato di Liberazione dalla camorra e dal malaffare” in occasione della strage di Capaci, fece capire che era inopportuna la presenza dell’ex consigliere comunale Telese – co-fondatore del Comitato – il cui nome era comparso nella relazione della Commissione di accesso che fece sciogliere il consiglio comunale oplontino da parte dell’ allora Ministro dell’Interno. Il dibattito nella storica sede del partito di corso Vittorio Emanuele III servirà a chiarire definitivamente la posizione di Ruotolo nei confronti dei consiglieri comunali accusati, anche solo per parentale lontane, di connivenza con la camorra e cosa è cambiato da un anno a questa parte nei loro rapporti visto che lui e Telese siederanno dalla stessa parte del tavolo.

Ritorna a Torre Annunziata anche la controversa figura del vicesindaco della giunta Ascione, Lorenzo Diana, chiamato dal PD all’indomani dell’arresto per tangenti del Dirigente dell’Ufficio Tecnico, Nunzio Ariano, per rinnovare l’immagine del partito e della giunta e che bene ha fatto durante il suo mandato ma che di lì a poco si sarebbe dimesso per la presenza di «pezzi di apparato burocratico che oppongono resistenza all’azione di necessario cambiamento»; i malpensanti invece affermano che Diana abbia abbandonato la barca quando è stato deciso dai vertici del partito provinciale che il Sindaco Ascione avrebbe dovuto rassegnare le dimissioni a seguito dell’arresto dell’assessore ai lavori pubblici Luigi Ammendola, quest’ultimo successivamente scarcerato.

Le accuse di Diana non hanno trovato però riscontro tanto è vero che la commissione straordinaria non ha ritenuto opportuno effettuare quella rotazione dei dirigenti e degli impiegati del Comune a cui si riferiva l’ex vicesindaco e assessore alla legalità considerato che ad oggi la maggior parte del personale dell’ufficio tecnico ricopre sempre lo stesso incarico.

Un momento di riflessione che darà modo ai piddini locali di ripensare alle disposizioni in merito al commissariamento dei Comuni in mancanza di elementi probanti. Al momento infatti nessun consigliere comunale è indagato per i fatti contestati mentre allo stesso Vincenzo Ascione, sul cui capo invece pende l’accusa di “concorso esterno in associazione di tipo mafioso”, non gli è mai stato notificato la misura di custodia cautelare, seppur in presenza di un’accusa così grave.

I professionisti dell’antimafia e gli avvocati presenti al tavolo potranno fornire spiegazioni che tolgano ogni dubbio a chi pensa che l’azione giudiziaria, così come è avvenuto per il Sindaco di Caivano e per altri primi cittadini, sia intervenuta per giustificare uno scioglimento per infiltrazioni mafiose nei comuni in cui gli stessi compagni di partito diventassero indigesti, in questo caso, ai notabili del PD che in un solo colpo hanno fatto fuori prima l’ex segretario del PD Francesco Savarese (commissariato dal PD provinciale) e poi il poco gradito Sindaco del PD Vincenzo Ascione (commissariato dal governo PD-M5S).

Ricordiamo infatti che dalla relazione delle commissione di accesso non si evince alcun appalto milionario in cui sono coinvolte ditte affiliate direttamente o indirettamente ai clan camorristici; chissà se l’ex senatore Diana – se non l’ha fatto già davanti ai magistrati – in occasione del dibattito circostanzierà con nomi e fatti le sue accuse.

Ad un anno e mezzo dall’insediamento della commissione, gli ex Prefetti non solo non hanno prodotto elementi probanti – come la sospensione di affidamenti sospetti – che certificano interessi e collusioni che hanno favorito la camorra, ma – dal PUC ai Progetti del PNRR passando per la lentezza nel preparare il bando per la videosorveglianza, oltre che la continua mancanza di trasparenza sul sito web istituzionale – stanno calcando le orme delle precedenti giunte.

Tra maquillage e ricostruzioni di una verginità perduta, il Partito Democratico di Torre Annunziata attraverso l’ennesimo “Nuovo patto di legalità per la città ” dovrà spiegare agli elettori come gli stessi nomi di sempre possano avere la credibilità di proporsi nuovamente alla cittadinanza in vista delle prossime elezioni.

Un incontro in cui si rifletterà anche “sulle responsabilità della politica ed efficacia della legislazione speciale in materia di contrasto alla camorra” e che vedrà anche gli interventi del segretario cittadino Giuseppe Manto, di Franco Ruberti, europarlamentare, già Procuratore Nazionale Antimafia e Anna Maria Torre, figlia di Marcello Torre, sindaco di Pagani ucciso dalla camorra e lasciato solo da una politica che non gradiva la sua autonomia, onestà e imparzialità.

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