mercoledì 1 Maggio 2024
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Scuola, Fondazione Banco di Napoli. Dona 12 tablet alla “Ristori” di Forcella

NAPOLI. Scuola, Fondazione Banco di Napoli. Dona 12 tablet alla “Ristori” di Forcella.

La scuola fattore centrale per la ripresa dopo l’emergenza coronavirus. Con questa consapevolezza, in vista degli esami di Terza Media che saranno svolti in modalità telematica, la Fondazione Banco di Napoli ha deciso di consegnare 12 tablet ai giovani studenti della scuola ‘Adelaide Ristori’ di Forcella. I dispositivi informatici sono stati consegnati nella sede della Fondazione in via Tribunali alle madri dei ragazzi. “Abbiamo raccolto l’appello lanciato da Unicef Italia finalizzato ad aiutare le famiglie che non hanno avuto a disposizione i computer per studiare a distanza – ha spiegato Rossella Paliotto, presidente della Fondazione Banco di Napoli -. Abbiamo attivato la collaborazione con la scuola Ristori di Forcella perché radicati su questo territorio. Doniamo dodici tablet alla scuola in comodato d’uso che li affida ai ragazzi che devono svolgere l’esame di terza media. Per tenerli lontani dalle devianze si devono instillare la curiosità e la conoscenza, oggi ancora più del passato”. Il presidente dell’Associazione Amici della Fondazione Banconapoli, Alfredo Guardiano, ha sottolineato come sia necessario “combattere il divario digitale che dipende da infrastrutture, residenza territoriale ed estrazione sociale”. Dall’Unicef è partito l’appello. “Si tratta della terza consegna di strumenti informatici dopo quella alle scuole di Aversa con l’Università Vanvitelli e quella con Apple Academy e Federico II San Giovanni a Teduccio – ha spiegato Ettore Nardi segretario Unicef Campania -. Abbiamo recepito l’appello delle famiglie rispondendo alla campagna lanciata da Unicef Italia veicolata dal comitato Campania insieme a Emilia Narciso delegata Unicef per l’emergenza Covid per la Campania”. Soddisfatta la dirigente scolastica Immacolata Iadicicco: “La scuola è il settore più penalizzato dalla pandemia: tra il 60 e il 70 per cento dei nostri studenti non avevano un dispositivo. Piano piano sono arrivati e comunque i professori hanno contattato anche chi non si era connesso. Questa iniziativa è molto significativa per il presente e come segnale futuro”.

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