OTTAVIANO. Una festa insolita per gli ottavianesi, senza il volo dell’Angelo, senza la processione per San Michele senza la “Diana”, senza poter vivere in chiesa e in strada il culto per il santo Patrono. Per provare a rivivere una piccola parte di quella emozione, che solo chi ha assistito almeno una volta alla processione in tutta la sua interezza può comprendere, il tenore ottavianese Aniello Sepe ha deciso di cantare una piccola parte dell’Inno che accompagna il volo dei bambini nelle piazze principali di Ottaviano e che “raccomanda” la città al suo Patrono.
“Nel 1663 si stabilì di celebrare la festa di san Michele patrono di Ottaviano secondo il culto del Gargano e non, dunque, il 29 settembre da allora si è organizzato anche il caratteristico volo degli angeli”, spiega la professoressa Cinzia Catapano, “nell’inno cantato in quel frangente si raccomanda il paese alla protezione di San Michele, si ricorda di proteggerlo da tutti i pericoli che possono incombere su di esso e vengono pronunciati i nomi delle famiglie più facoltose che hanno fatto delle offerte. Il momento culminante è proprio il volo degli nageli che si tiene nelle piazza principali e l’inno è qualcosa di unico e conosciuto in tutto il mondo e in questo periodo di pandemia è straordinario che delle voci, come quella del tenore Aniello Sepe, tengano alto il valore di questo canto che viene intonato con tanta bravura a ricordare che San Michele protegge il paese e, in attesa del suo ripristino speriamo già il prossimo anno, nel nostro cuore con questo omaggio è come se la festa si svolgesse con tutti gli onori”. Ad interpretare l’inno appunto Aniello Spese, al piano il maestro Luigi Esposito, lo spartito è stato composto, trascritto e riadattato dal compositore e direttore d’orchestra maestro Giovanni Sepe, mixing audio il maestro Ciro Perna.
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