SOMMA VESUVIANA. Una petizione per aderire alla rete dei sindaci Ato 3 “Vesuviano Sarnese” e chiedere la liquidazione della Gori e procedere ad una gestione pubblica del’acqua.
A promuoverla gli attivisti del Movimento 5 stelle di Somma Vesuviana che domani mattina dalle 10,30 saranno in piazza Vittorio Emanuele III con il loro banchetto dove sarà possibile firmare e sostenere la causa.
Una petizione che, come si legge dalla stessa intestazione, nasce dopo le “Bollette pazze” delle ultime settimane che hanno messo a dura prova i portafogli di numerosi contribuenti già “provati” dalla crisi economica e che si sono “visti costretti”, scrivono i promotori, “ad elargire un importo oltremodo gravoso per i propri bilanci familiari in seguito alla notifica dei bollettini di pagamento relativi agli ultimi conguagli Gori”. Ricordano che “L’acqua in quanto fonte di vita e bene primario insostituibile insostituibile per gli ecosistemi è un diritto fondamentale, inalienabile e collettivo; è un bene patrimoniale che appartiene a tutti gli abitanti della terra e quindi a nessuno, individualmente o come gruppo, dovrebbe essere consentito il diritto di appropriarsene”. Ecco allora che non se ne può trarre un profitto e quindi “Allo stato attuale nel comune di Somma Vesuviana la gestione delle risorse idriche è affidata alla Gori Spa, società tecnicamente fallita”, si legge ancora nel testo del documento, “che non riesce ad onorare i suoi impegni economici, neanche dal punto di vista degli investimenti di ammodernamento del servizio, a cui la Regione Campania ha condonato circa 70 milioni di euro.
Tale società è stata oggetto anche del Consiglio di Stato, sez. II, che con il parere n°267 del 25/01/2013 ha confermato che “la remunerazione del capitale investito” non può essere introdotta in bolletta neanche sotto voci diverse, bocciando così gli aumenti arbitrari che la Gori si era attribuita. Anche nel nostro comune la Società ha creato enormi incongruenze procedurali e legali generando numerosi disservizi ai cittadini”. Il Movimento 5 stelle sottolinea inoltre che i referendum popolari nell’ottobre del 2011 con il 95,35% dei voti hanno deciso che l’acqua è un bene pubblico, ma da allora nulla è cambiato. Nuove firme, dunque, per una nuova battaglia.
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